A due mesi dalla scomparsa i figli hanno dato il triste annuncio della morte di un grande caratterista della commedia italiana, Enzo Robutti. Lo ricordiamo nelle sue eccentriche interpretazioni, spesso scelto dai registi per impersonare ruoli in vesti autoritarie come il “Professor Pomari” in “Pierino colpisce ancora” o il “commissario Genovese” in “Zucchero, miele e peperoncino“.

Ha lavorato con i fratelli Taviani che lo scoprirono per il grande schermo e con i quali debuttò nel film “I fuorilegge del matrimonio” del 1963. Ha lavorato con Dino Risi, Federico Fellini, Mario Monicelli e Pasquale Festa Campanile. Ma anche Alberto Bevilacqua e Alberto Lattuada, verso fine carriera anche con Alberto Sordi, Neri Parenti e Giovanni Veronesi e non solo.

Robutti è apparso anche nel terzo film de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola interpretando il potente politico cattolico Licio Lucchesi. L’attore è nato a Bologna nel 1933 ed è morto a Viterbo lo scorso 13 febbraio a 88 anni. Era anche cabarettista e doppiatore. Da tempo era da solo in una casa di riposo.

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La carriera di Enzo Robutti

Enzo si è diplomato al Piccolo Teatro di Milano e dopo il debutto al cinema divenne uno dei mattatori del “Derby Club” di Milano. Con lui nel celebre locale notturno del capoluogo lombardo anche Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Toni Santagata e ancora Gianfranco Funari, Teo Teocoli e altri.

Enzo era noto per le interpretazioni dei surreali personaggi, creò una maschera caratteristica che venne collocata perlopiù nel genere commedia, spopolando negli anni Settanta. Da doppiatore ha lavorato nel celebre “Qualcuno volò sul nido del cuculo” del 1975 per la regia di Miloš Forman e Fellini lo volle per “Amarcord” del 1973 per doppiare Ciccio Ingrassia.

Con Dino Risi ha recitato in “Il profeta” del 1968. Con Festa Campanile girò 7 film tra i quali “Il merlo maschio” del 1971 a “Rugantino” del 1973 fino a “Il ladrone” e “Qua la mano” entrambi del 1980. Nel 1975 ha recitato in “Per le antiche scale” con Mauro Bolognini. Mentre con Lattuada in “Cuore di cane” del 1976.

Come abbiamo visto Enzo è il commissario Genovese in “Zucchero, miele e peperoncino” di Sergio Martino del 1980. Nei film di Pierino ha recitato in “Pierino contro tutti” e “Pierino colpisce ancora” entrambi di Marino Girolami rispettivamente del 1981 e del 1982, anno, quest’ultimo, in cui appare anche in “Pierino la peste alla riscossa!” di Umberto Lenzi.

L’attivismo politico e per la pace

Enzo Robutti unì la recitazione all’attivismo politico prima con il Partito Radicale e poi nella Federazione dei Verdi, divenendo promotore di iniziative in difesa della pace e del patrimonio naturale dell’Italia. Nel 1992 partecipò alla marcia dei 500 organizzata da “Beati i costruttori di Pace” mentre la città subiva l’assedio più longevo del XX secolo.

Il ricordo dei colleghi di Enzo Robutti e quei monologhi tanto amati al Derby Club

Sono molti gli omaggi e i ricordi dei colleghi, principalmente affezionati alle esperienze al Derby Club tra i quali Cochi Ponzoni, Jerry Calà e Franco Oppini che hanno ricordato i suoi monologhi da “sbellicarsi dal ridere“. Oppini ha rivelato di aver addirittura “imparato a memoria” il monologo che ricorda “ancor oggi“.

La sua “cattiveria ‘bella e buona” è stata ed è contagiosa” ha detto Alessandro Bergonzoni. Così come era contagioso “il suo teatro” molto “più avanti e potente di come era conosciuto“. Ernesto Bassignano rivela di “esser stato il suo più grande amico e sostenitore” per qualche anno.

Enzo mi facevi ridere eri diverso da tutti, veramente da tutti un genio nell’inventarti la vita e anche la tua arte comica” ha detto Franca Kodi. Enzo “è stato un caposcuola” e un “ispiratore per molti” introducendo “per primo nel cabaret italiano una maschera tragicomica mai vista prima” ha aggiunto Nicola Vicidomini.

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