Era come Peppino de Filippo con Totò…spesso faceva ridere più di me“. Così Paolo Villaggio nel ricordare la sua spalla: Gigi Reder. Il 25 marzo del 1928 nasceva a Napoli, sull’antico borgo dei Vergini alla Sanità, Luigi Schroeder, meglio conosciuto come Gigi Reder. O ancor meglio come il ragioniere, poi geometra, Filini, collega del mitico ragionier Ugo Fantozzi.

In terra natia, alle pendici di Capodimonte, quartiere dove nacque sua madre, il piccolo Luigi, figlio di padre tedesco come suggerisce il cognome, non completò i suoi studi all’Università Federico II alla facoltà di giurisprudenza, mollata dopo il primo anno. In seguito si trasferì nella capitale “alla ventura” come raccontò lui stesso in una nota intervista. A Roma iniziò a lavorare in radio: era un radiopresentatore e attore di radiodrammi.

Luigi Reder radiopresentatore

Gigi Reder: la vita privata, gli studi e la nota intervista

Gigi iniziò ad apparire a teatro in rappresentazioni di prosa in compagnie del calibro di Peppino De Filippo, Mario Scaccia, Turi Ferro e Giorgio Albertazzi. Contemporaneamente debutta sul grande schermo agli inizi degli anni Cinquanta, con “47 morto che parla” con Totò, e per la regia di Carlo Lodovico Bragaglia.

Reder venne presto riconosciuto come un’ottima spalla e un grande caratterista seppur appariva in brevi parti nelle molte commedie. Collaborò con registi del calibro di Fellini, De Sica, Germi, Majano, Blasetti e Comencini. Più tardi anche con Nanni Loy, Steno e Bevilacqua. Per venti anni fu anche doppiatore.

Tuttavia “recitai per caso” ne “Il giudizio universale“. L’attore ha svelato un aneddoto che risale ancor prima dall’esordio in radio. “Ero in viaggio di nozze con la mia prima moglie a Napoli” e gli dissero che “De Sica stava girando“. Dunque Gigi andò a salutare il grande attore che gli chiese “se volevo lavorare. Poi venne la radio…il teatro“.

Prima di entrare a piedi uniti per ricordare quello che la saga di Fantozzi ha donato alla carriera dell’attore, fu lui stesso nell’intervista a parlare di uno dei primi film. “Penso che ‘Pane, amore e fantasiasia stato il trionfo dei caratteristi italiani” perché “c’erano tutti“. Da Vittorio De Sica “che non era un primo attore ma un grosso caratterista“. “C’era Lisa Benigni, Vittoria Crispo“, insomma “era pieno“.

A quel film “arrivai bussando alle porte, mi presentavo“. Così facendo parlò col direttore di produzione di questi film “il quale mi assicurò che doveva prima parlare con De Sica“, con il quale si incontrò “e gli piacqui“. Una volta in “Stazione Termini” si inventò “su due piedi un personaggio per me“. Un ruolo che in origini non era neanche previsto nella sceneggiatura.

A teatro nel 1962

E prima della fama di Fantozzi ci fu anche “Pane, amore e gelosia” che “come impatto fu molto superiore a quello di Fantozzi” in quanto fu un film “che spaccò l’Italia cinematografica“. Oltretutto erano “uno più bravo dell’altro“. C’era Nino Vingelliche faceva il venditore ambulante” e Memmo Carotenutoah…che ricordi!“. Il segreto di quei successi “era la bravura degli attori” in quanto tutti provenivano “dall’avanspettacolo o dalla rivista o dalla stessa prosa“.

Già, l’avanspettacolo, per Gigi “una severa ma fondamentale scuola” nella quale “dovevi superare l’ostilità” anzi “la non-educazione del pubblico di allora“. Un pubblico che Gigi ricordava “molto maleducato e chiassoso” e che “ti beccava per un niente“. Tuttavia “dovevi essere pronto” e “ho avuto la fortuna di farlo per 4 o 5 mesi con Carlo Croccolo“.

L’attore ricorda “eravamo in due solamente e il nostro impresario ci mandava a spasso per la Penisola“. Il ché comprendeva “sette giorni ad Arezzo, sei a Palermo e così via…”. Gigi ebbe il modo di vivere “il duro mondo dello spettacolo dell’epoca“. Affermando di aver visto “gente lavorare in condizioni disperate“, più che da teatro “da ospedale!“. Ma se si voleva lavorare era il prezzo da pagare, “allora la fame esisteva veramente, non era un’invenzione“. Tuttavia “ce l’abbiamo fatta tutti…compreso il grande Totò“.

A teatro nel 1963

Il rapporto con Totò: la scena “che mi tolse 10 anni di vita

Dunque inevitabilmente nell’intervista viene introdotto uno dei più grandi di tutti i tempi, riconosciuto tra i migliori al mondo nel cinema e nel teatro. Il Principe Antonio De Curtis. Un rapporto lavorativo “brevissimo” oltretutto era il film d’esordio di Gigi. “Ero paralizzato dalla paura” ricordava il caratterista.

Come abbiamo visto agli inizi le parti di Reder erano brevi e nel suo primo film “avevo poche battute” ma “da recitare con lui“, motivo che generò la sua ansia da prestazione più che comprensibile. “Io arrivavo fresco fresco” quando Totò “si accorse che avevo paura” così lo avvicinò in maniera “molto carina“.

Il Principe Antonio De Curtis gli diede “una pacca sulla spalla” dicendogli “guagliò…è cinema“. Mentre lo disse alzò le spalle e agitò la mano “come per dire ‘che vuoi che sia…non ti preoccupare…’“. Fu così che alla fine “girammo questa unica scena che mi tolse dieci anni di vita“.

La notorietà grazie al sodalizio artistico con Paolo Villaggio

La notorietà per Luigi tuttavia arrivò nel primo film della saga di Fantozzi, quando diventò per tutti il ragionier Filini. Correva l’anno 1975 e il film di Luciano Salce si rivelò un grande successo. In una intervista nella quale venivano esaltate le abili ed astute capacità di direzione da parte del regista, Reder approvò ma aggiunse che “la grossa novità fu il libro di Fantozzi“.

Esatto, proprio da dove tutto nacque, per davvero. “Quando uscì lo lessi tutto in una notte” e “ridevo come un pazzo!“. Il ricordo di Gigi era ancora fresco, come fosse appena accaduto. Fresco tanto quanto lo era il libro: era “nuovo“, che sa tanto di innovazione.

Filini è il collega più vicino al ragionier Ugo. La caratterizzazione del personaggio esprime in maniera impeccabile e con geniale ironia il modo di pensare e agire dell’uomo pigro e corrotto dell’Italia proveniente dal boom economico. Tuttavia il personaggio di Filini introduce anche un aspetto serio e malinconico nelle recitazioni di Reder.

Non solo comicità, ma anche riflessioni sul mondo dell’impiegato sfruttato e sottopagato, momenti perfettamente in sintonia e genialmente alternati all’allegra e gioiosa verve festosa, sempre viva tra i dipendenti della megaditta. Niente scoraggia gli impiegati a vivere nell’allegria e nell’organizzare eventi di ricreazione nel sociale.

Dopo i primi film nei panni di Filini, con Villaggio nacque un sodalizio artistico che durò per ben quattordici film complessivi. Non solo nella saga “fantozziana“. Impossibile non citare la sua presenza nell’altra celebre versione di Paolo Villaggio, “Fracchia” in “Fracchia la belva umana” del 1981 e in “Fracchia contro Dracula” del 1985.

Nel primo film Reder è la madre isterica di Fracchia. Nell’intervista Reder disse che il regista Salce ideò in maniera secca il ruolo con una banale e semplice domanda: “perché non vestiamo Gigi da donna?“. Il personaggio è caratterizzato dal marcato accento siciliano inventato dallo stesso Gigi e dall’amore morboso per il suo unico figlio.

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Le candidature per le premiazioni

Sebbene Reder in carriera non fu solo il ragionier Filini, fu proprio quel ruolo a fargli ottenere la nomina al David di Donatello del 1987 come miglior attore non protagonista per il film Superfantozzi.

Lo stesso ruolo che nel 1994 gli diede la medesima candidatura al Nastro d’argento per il film Fantozzi in paradiso.

L’esilarante scena con il megadirettore Camillo Milli in “Fantozzi contro tutti

Il ricordo di Reder sulla scena che “fu girata di fronte a Civitavecchia” con il megadirettore Piermatteo Barambani è quello di “una sequenza strepitosa“. Un ricordo tra i “più belli di Fantozzi“. All’inizio “sul panfilo c’era un sacco di gente“. Tuttavia dopo un paio di chilometri in mare aperto “si sono sentiti quasi tutti male“.

Dunque una volta tornati a terra “sbarcati e malandati, siamo rimasti proprio in pochi“. A malapena “il personale necessario per girare“. Gigi ricordò “siamo stati una settimana intera al sole in barca” che veniva pilotata “da un comandante sempre brillo” il quale “prendeva male le onde” e “ci faceva ballare di continuo“.

Il ricordo non piacevole della Coppa Cobram

Nello stesso film, il terzo della saga, si disputa la coppa in onore del megadirettore, il Visconte Cobram. La gara però non generò “un bel ricordo della corsa” nell’attore perché “sono caduto e mi sono fatto male al piede” a causa di “uno” che “da dietro mi fece andare a sbattere contro una camionetta“. Gigi finì in ospedale per una settimana di prognosi. “Girammo a Monte Aniene, a Roma“.

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Gli altri attori della saga visti con gli occhi di Reder: Anna Mazzamauro, Paul Muller, Willy Colombaioni, Liù Bosisio, Milena Vukotic e Plinio Fernando

Nella nota intervista che rilasciò tempo fa il caratterista parlò degli attori di contorno della celebre saga del ragionier Ugo. Anna Mazzamauro è “una simpaticissima pazza“. Un’attrice vera “malata di teatro“, al punto che “potrebbe recitare da sola per ore“. Poi il megadirettore, interpretato da Paul Muller. “Che attore impagabile” ma “dove si trova un attore così…”. Tuttavia indimenticabile “anche l’altro megadirettore“, Willy Colombaioni, “è molto bravo“. Attori “di una bravura impareggiabile nelle loro gag“.

Poi Liù Bosisio, viene chiesto come mai compaia senza continuità nella saga, cedendo poi la parte a Milena Vukotic. Gigi Reder, come plausibile, conferma la volontà dell’attrice di voler smettere di essere la moglie di Fantozzi. “Un ruolo secondo lei un po’ troppo ridicolo“.

Reder chi preferisce come moglie del ragionier Ugo?

Meglio la Bosisio, forse per la sua faccia bruttarella insomma…”. La Vukotic “ottima attrice ma ne ha fatto una cosa troppo impegnativa“.

Poi c’è il mitico Plinio Fernando nei panni di Uga, la figlia di Fantozzi. “Tengo a precisare che è un uomo” ha esordito in merito Gigi quando gli venivano chieste più informazioni sull’attore. “Diplomato perito tecnico, una persona normalissima“. “Piccolo” e poi “magro” e infine “esile” fu la descrizione fisica di Gigi.

Luciano Salce lo prese e “lo vestì da donna e disse ‘è lui!‘”. Nell’ultimo film l’attore disse che Plinio non partecipò perché “l’anziana madre gli ha lasciato la pensione che il figlio può riscuotere a patto che non lavori più“. D’altronde “il film è un gioco in fondo…” mentre “la pensione è per tutta la vita“.

Paolo Villaggio e Gigi Reder ne il primo “Fantozzi” del 1975

Gigi Reder e Giuseppe Anatrelli

Il primo film della saga di Fantozzi lanciò molti attori e ne confermò altri come Giuseppe Anatrelli. “Fu una vera fortuna per tutto il gruppo” quel film, compreso per “il povero Anatrelli nella parte del tormentone di Fantozzi“. Il film fu “un lancio. L’occasione attesa tutta una carriera“.

Anatrelli impersonava Calboni e una volta scomparso fu sostituito da Riccardo Garrone. “Con Anatrelli ho lavorato in teatro” disse Gigi ricordando l’attore e descrivendolo come “una persona stupenda“. Anche Garrone “è un altro dei grandi caratteristi” del nostro Belpaese. E la carriera di quest’ultimo fu “superiore a quella del povero Anatrelli, ottimo attore di teatro” che Gigi conobbe a Napoli. “Recitavamo nella Scapettiana“.

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Il rapporto con Bud Spencer

I due collaborarono sul set di “Lo chiamavano Bulldozer“. Gigi era un fanatico del nuoto, praticato “a livello non agonistico per 25 anni“. Parlando di Bud la prima cosa che disse nell’intervista fu quella di ricordare “che è stato campione olimpionico di nuoto“. Una volta incontrato “fra napoletani ci intendiamo” gli chiese “un sacco di consigli sul nuoto“. Come persona “è un uomo molto tranquillo“. Una persona “assolutamente semplice, non fa il divo“.

Bud Spencer in “Lo chiamavano Bulldozer”

Gigi Reder e lo spot PSDI

Gigi fu anche il volto di uno spot per la campagna elettorale del PSDI nelle elezioni politiche del 1987. Nella parte Reder si trova all’interno della cabina elettorale e osservando la scheda pensa a chi dare il proprio voto.

Dopo aver attaccato tutti gli altri partiti alla fine dice “gli unici con un po’ di buonsenso mi sembrano i socialdemocratici“.

Gigi Reder “devo tutto a mia moglie

Gigi amava sua moglie e la apprezzava al punto che quando ne raccontava gli aneddoti di vita doveva quasi scusarsi dicendo “non voglio fare il patetico ma vi racconto un episodio“. Nel contesto Luigi stava raccontando di quella volta nelle grotte del Frusinate in “Fantozzi va in pensione“.

L’attore era già stato sul posto in precedenza e non fu un piacevole ricordo in quanto “mi ero sentito male…non avevo un gran feeling con le grotte“. Così la moglie “volle accompagnarmi“. Tuttavia una volta che “ci avviammo e passati su un ponticello stretto stretto” fu proprio lei ad essere “presa dal panico e la dovetti accompagnare fuori“. E giù di risate durante l’intervista.

Sembrerà scontato ma io devo molto a mia moglie“, disse. “Stiamo insieme dal 1971” e da subito la donna è stata determinante nell’imprimere la sua mentalità “da buona piemontese sempre metodica ed energica“. Al contrario di lui “con la mia mentalità mezza tedesca e mezza napoletana“. La moglie lo ha aiutato a mantenere “il giusto equilibrio tra le mie due anime“.

Il miglior film della saga “Fantozzi” per Gigi e il miglior film per Villaggio (secondo Gigi)

Qual è il vostro film preferito della saga di Fantozzi? Gigi non ha mai avuto dubbi “Fantozzi va in pensione, perché è il più realistico e dolce“. Oltretutto confessò nell’intervista che le paure, le manie, il timore della solitudine che vengono a Fantozzi vengono realmente ad una certa età“. Caratteristica che rende quel film “molto umano“.

Una sensazione che ha vissuto lo stesso attore “quando è diminuito il lavoro e mi hanno mandato in pensione“. In quell’occasione “mi sono reso conto dell’attualità e della realtà del soggetto” in riferimento a Fantozzi intento a cercare a tutti i costi una occupazione di ogni genere per “rendersi utile in qualsiasi maniera“.

Per Villaggio, secondo Reder, e “senza dubbio” il miglior film della saga è “Il secondo tragico Fantozzi“.

Il declino di Fantozzi

Tutto ciò che ha avuto un grande successo prima o poi è destinato a terminare, l’essenziale è consegnarsi alla storia per lasciare un ricordo di piacevole memoria. Non è esente Fantozzi che al tempo dell’intervista di Gigi era in declino in quanto “c’è un po’ di stanchezza nel pubblico” ma in particolar modo “in Paolo Villaggio” che “tutto sommato credo non abbia mai amato profondamente Fantozzi“. Dunque “lo fa controvoglia” secondo Gigi si era “esaurito il personaggio“.

Tuttavia in “Fantozzi il ritorno“, il penultimo film della saga, “ultima cosa che ho fatto…purtroppo“, è andata “malissimo“. D’altronde “che volete“, disse, “avevamo i capelli neri quando abbiamo iniziato…adesso li abbiamo quasi tutti bianchi“. L’attore ha ricordato il film come una pellicola nata “male“.

Oltretutto “ci hanno anche sfrattati dalla capitale“. Gigi ha detto che siccome “non ci concedevano i permessi a Roma” dovettero girare le riprese “a Viterbo e Frascati“.

Reder ricordò “una frase carina” che gli disse “un affezionato spettatore di circa 30 anni“. Egli lo affiancò e gli spiegò di essere “cresciuto a pane e Fantozzi“. Da qui si collegò alla domanda iniziale, sul declino del personaggio. “Forse l’errore che ha rovinato l’ultimo Fantozzi” è relativo al fatto di “essersi allontanato” dal cliché “di ingenuità” e di “bonarietà“. Aspetti che animavano i personaggi “e li faceva amare così tanto dal pubblico“. L’ultimo capitolo secondo Gigi è “un po’ greve. Pesante“.

Gigi Reder, causa della morte e i funerali

È lo stesso Paolo Villaggio a comunicare ai media la notizia della scomparsa del grande caratterista e attore, Gigi Reder, morto all’ospedale San Filippo Neri di Roma in seguito a un attacco cardiaco l’8 ottobre del 1998. “Muore una parte della mia vita” disse Villaggio. “Era un grande attore che aveva recitato anche con Fellini” tuttavia Villaggio ricordava come ormai la gente lo identificasse solo “col suo personaggio“.

Un aneddoto che raccontò in quel momento Villaggio fu sul fatto che “tutti quelli che mi hanno chiamato mi hanno detto: è morto Filini“. Reder scomparve prematuramente a 70 anni. I funerali si svolsero l’indomani alla Basilica di Santa Maria del Popolo. Il corpo del compianto attore è sepolto nel Cimitero comunale di Formello, comune a nord di Roma.