La Bianchina, che associamo facilmente al ragionier Ugo Fantozzi, è un’autovettura prodotta dalla casa automobilistica Autobianchi, dal 1957 al 1969. Il marchio Autobianchi nasce nel 1955 con stabilimento di produzione a Desio, grazie all’iniziativa di Ferruccio Quintavalle e al coinvolgimento del Commendatore Giuseppe Bianchi, Alberto Pirelli (il figlio del fondatore della “Pirelli“) e Gianni Agnelli.
L’associazione con la figura del ragionier Ugo Fantozzi è d’obbligo. Ed è una correlazione che sfocia in due ramificazioni: se da un lato l’auto viene accumunata alle “sfigate” vicende “fantozziane” che rendono la vettura come l’immagine dell’insuccesso del personaggio interpretato da Paolo Villaggio, dall’altro rappresenta il simbolo dell'”immortalità” ottenuta proprio per merito del mitico ragioniere.
Bianchina: prezzo, Fantozzi, giardinetta, decappottabile, berlina, in vendita, familiare, anni ’70, modellino
La Bianchina nasceva come auto “proletaria” per persone a basso reddito ed anche perché l’automobile era ormai vecchia, ormai sorpassata nel 1975. Infatti, era uscita fuori produzione nel 1969. Durante l’intera saga di Fantozzi composta da 10 film, più il docufilm La Voce di Fantozzi, sono state utilizzate oltre venti vetture diverse, come ci ha ricordato la controfigura di Paolo Villaggio, Clemente Ukmar. Molte delle auto sono andate sostanzialmente distrutte durante le riprese.
L’auto, che è diventata uno dei simboli di Fantozzi, al pari della nuvoletta intrisa di pioggia e “jella”, oggi è riconosciuta come la quarta macchina più iconica in tutta la cinematografia mondiale. Quell’accostamento tra il preconcetto dell’auto da eterno perdente e sfortunato come Fantozzi ci ha precluso la possibilità di accorgerci in tempo dell’immortalità di quest’iconica auto. Un accostamento che ha inciso nell’immaginario collettivo fino a costringere la casa automobilistica a non produrne più, talmente era bassa la richiesta.
Un destino che non ha reso giustizia al grande percorso storico della Bianchina che all’inizio aveva riscosso talmente tanto successo da costringere gli acquirenti del mezzo ad attendere sei mesi prima di potersi mettere al volante dopo l’acquisto. Lo stesso Paolo Villaggio criticò l’auto ritenendola meno “modaiola” dell’eterna competitor della Fiat 500. Probabilmente quello fu il colpo di grazia inflitto al pensiero comune.
Infinite statue leader nel settore, ha inaugurato la nuova linea “Car Legacy Collection” con la mitica Bianchina di Fantozzi. La replica in resina dipinta a mano è in scala 1:18, ed è stata realizzata in edizione limitata a 999 esemplari.
Bianchina Trasformabile
Bianchina di Fantozzi: la storia dell’auto del ragioniere. Il primo esemplare è la “Trasformabile“, battezzata internamente “Progetto 110B“. Viene esposta al Museo della scienza e della Tecnica a Milano. L’autovettura si fa apprezzare per il design originale. Un colpo di fulmine che attira maggiormente l’interesse degli acquirenti meneghini grazie all’aura chic che la vettura trasmette. La macchina è una citycar con tetto apribile in tela e, pur mantenendo il motore della “500“, si fa amare dagli acquirenti per l’estrema qualità delle finiture e per un’abitabilità decisamente più confortevole. La Bianchina Trasformabile è la versione d’esordio per il marchio Autobianchi. Le porte hanno la cerniera posteriore, il tetto in tela ha un’ampia apertura. Le forme allungate dell’auto ricordano le Cadillac americane. La macchina è fascinosa.
Nei primi mesi di vendita le consegne superano la versione “spartana” della “Fiat Nuova 500” nonostante una non trascurabile differenza di prezzo. 565.000 lire, il 15% in più. La macchina ha molto successo, il marchio Autobianchi è una garanzia. Tra i punti di forza la possibilità di rateizzare il pagamento sino a 30 rate mensili proposte dalla SAVA
Nel 1959, dato il buon successo, si apportano modifiche e la potenza del motore cresce a 17 CV.
Nel 1960 vengono lanciate le versioni cabriolet e Panoramica.
Vedi anche: IL PRIMO FILM DI “FANTOZZI” FU DEFINITO LONTANO DALLA “REALTÀ ATTUALE”
Bianchina Cabrio
La storia della Bianchina, la mitica auto di Fantozzi. La Bianchina Cabrio nasce nel ’59 per la firma dell’ingegner Luigi Rapi grazie alla richiesta di un miliardario americano per una versione “scoperta” della Bianchina Trasformabile. Le portiere hanno la maniglia di apertura all’anteriore e non al posteriore. In confronto al primo modello prodotto, il motore è potenziato da 17 a 21 cavalli e arriva a 499 centimetri cubici rispetto ai 479,5 dell’esemplare precedente.
Il successo è rapido e la macchina si distingue per eleganza e stile. L’autovettura si presta alle sue affascinanti sfilate nelle serate estive o nelle località alla moda. Insomma, la Cabriolet diviene uno stile di vita. Dopo i primi mesi di grandi vendite, l’Autobianchi realizza una versione migliorata che approda nel mercato automobilistico nel ’61. “Cabriolet Seconda Serie A“, un esemplare decisamente per un target benestante. Il maggiore successo si ottiene in Francia, Olanda, Germania e Inghilterra, alcuni esemplari sono presenti anche in Australia e in Africa. Il prezzo è 635.000 lire ma non scoraggia gli acquirenti nonostante la penalità dovuta alla riduzione dell’abitabilità a due posti.
Bianchina Panoramica
La Bianchina Panoramica viene prodotta fino al 1969 anche nella versione decappottabile. L’autovettura deriva dalla Fiat 500 Giardiniera ed è la versione che ha visto più incrementi tecnici. Il motore a sogliola, con una rotazione ad angolo retto da 22 cavalli, e ampio spazio anteriore.
La Bianchina di Fantozzi: la versione Berlina
La versione Berlina esce nel 1962 ed è la Bianchina del mitico ragioniere.
L’autovettura sostituisce la versione Trasformabile pur montando lo stesso motore e telaio. La Berlina era disponibile in due versioni: quella base e quella Special. Il motore della versione base arriva a 499 centimetri cubici e 18 cavalli. Successivamente esce la versione Special con la livrea a due colori e motore a potenza massima di 21 cavalli.
Ne giova l’abitabilità interna e l’autovettura è venduta per un totale superiore a 300.000 prodotti. L’esemplare si ripresenta aggiornato nel restyling tre anni dopo e resta in produzione sino al ’69. La macchina è soprannominata “Televisore” per via della sua forma e si rivela il modello meno apprezzato. Probabilmente la saga di Fantozzi influisce positivamente sul concetto di iconicità dell’auto, ma è un concetto nato a posteriori. Infatti, simultaneamente, potrebbe aver contribuito a imprimerle quel senso di “auto sfigata” e da “perdente” ai tempi.
La versione Special si distingue per la diversa conformazione dei paraurti. Questi si presentano più avvolgenti e composti da profili in posizione orizzontale in gomma bianca. Vi sono scritte identificative in carattere corsivo, tra gli accessori interni un posacenere sul cruscotto e rivestimento dei sedili con interno maggiormente rifinito. La livrea è a bicolore ma sono possibili anche esemplari a tinta unica su richiesta per un sovrapprezzo di 12.000 lire. Occorrevano ben sei mesi prima di poterla guidare data l’alta richiesta. Il valore si aggira sulle 550.000 lire.
I prezzi della Autobianchi Bianchina di recente hanno ripreso quota grazie all’organizzazione del Bianchina Club che ha il maggior numero di soci diffusi in Veneto e in Sicilia.
Oggi la Bianchina versione Berlina vale 5.000 euro ma si può trovare in vendita anche a meno di 4000, così come quella Panoramica.
Invece, per la Bianchina Trasformabile e la versione Cabrio, il prezzo è 15.000 euro. Tuttavia si possono trovare occasioni anche a 10.000, sebbene molto rare per un modello restaurato.
La casa automobilista ha prodotto anche la versione Furgoncino.
La Bianchina di Fantozzi al cinema: quarto posto tra le auto-icona della filmografia
Al cinema non solo con Fantozzi. Ne “La Pantera Rosa“, in chiusura di film, appare una Bianchina Cabriolet rossa. Mentre nell’episodio intitolato “Autostrada del sole“, del film “Thrilling“, compare una Bianchina Trasformabile. In quell’episodio c’è anche Alberto Sordi. L’auto è riconosciuta al quarto posto nella classifica delle vetture iconiche al cinema, più nota della macchina di Batman: la Bat mobile.
Nonostante probabilmente avrebbe avuto ancora parecchio mercato, vista l’entrata dell’auto nel mito dell’immaginario collettivo, negli anni Settanta la stessa non vede luce, sostituita dalla nuova A112.
Quante Bianchine ha distrutto Fantozzi?
Sembrerebbe che, durante le riprese della saga del mitico ragionier Ugo Fantozzi, quest’ultimo (Paolo Villaggio ndr), abbia distrutto oltre venti esemplari dell’iconica macchina.
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