Nel film è interpretato da Johnny Depp, ma chi è il vero George Jung? Rilasciato dopo vent’anni nel 2014, tornò di nuovo dietro le sbarre per morire poi in una casa di cura

Dopo vent’anni di carcere, fu rilasciato nel 2014: chi è il tanto chiacchierato George Jung, che ispirò il film Blow con Johnny Depp? Blow si attesta ad essere una delle pellicole più viste tra quelle che ruotano attorno al narcotraffico. Con la sua magistrale interpretazione del 2001, data d’uscita del film, Depp incarnò fedelmente i malaffari dell’uomo, che oggi avrebbe 81 anni. All’apice della sua attività illegale riuscì a stringere accordi anche con Pablo Escobar. Deceduto nel 2021 in una casa di cura, George fu rilasciato dieci anni fa esatti. Tuttavia, tornò nuovamente dietro le sbarre due anni dopo e per altri tre anni.

Come raccontato nella pellicola, Jung gestì sino all’89% dei traffici di cocaina internazionali, diventando presto uno dei più potenti trafficanti di droga degli USA. La pena fu scontata al temuto Fort Dix del New Jersey, luogo che non fu mai frequentato dalla figlia Kristina Shunshine Jung, come viene evidenziato nel finale del film. I sentimenti di Jung ruotano moltissimo attorno alla sua figura nella pellicola, che incassò 12 milioni di dollari nella prima settimana da record, per poi arrivare a ben 52 totali.

Stasera Blow in tv: orario e canale

Al termine della stessa, e con una frase scritta in bianco e nero, viene fatto presente che la figlia del narcotrafficante non andò mai a trovare il papà. In seguito alla visione del film, la giovane, presa dal rimorso, decise di andare a fare visita al padre. Si disse rattristita per non aver fatto prima questo passo. Riallacciarono il legame nel 2002, l’anno dopo l’uscita di Blow nelle sale internazionali. Il rancore che provava era dovuto alle promesse mancate del genitore, che in un modo o nell’altro non riusciva mai a mantenere la parola data ai rari appuntamenti con la piccola. Crescendo, Kristina aveva scelto la via dell’indifferenza. Ma dopo la pellicola ha sentito un sussulto al cuore e si è convinta a ricostruire il rapporto con il papà. La motivazione del secondo arresto era dovuta al fatto che George avesse violato le condizioni di libertà sulla parola.

La storia di George ci verrà riproposta questa sera in tv e in chiaro sul canale 22 di Iris a partire dalle ore 21. Non ci resta che augurarvi una buona visione!

La vera storia di George Jung

Nel ritratto proposto dal New York Times, lo spacciatore nato a Boston nel 1942 si fece strada nel mondo dell’illegalità imparando presto a “far soldi con il traffico di droga”. Inizialmente cominciò con la marijuana: divenne talmente popolare in California che veniva riconsociuto come “Boston George”. Nel ritratto del noto quotidiano USA, si evince il motivo di questa sfrenata rincorsa alla ricchezza e al successo. Il papà del ragazzo fu un uomo onesto che non ottenne alcun aiuto dallo Stato quando la famiglia andò in bancarotta. Il ragazzo fu così colpito che scelse di “non essere mai un uomo povero”.

Dalla cannabis passò molto presto allo spaccio di cocaina, un business che richiamava molta più attenzione delle forze dell’ordine, per le quali però George era già noto proprio per via dei traffici di marijuana e cannabis. Il primo arresto risale al 1974 ed è una data importante, perché fece la conoscenza del suo compare in affari Carlos Lehder. Fu lui a stradarlo con l’esperienza dello spaccio di cocaina. Dopo la loro collaborazione, nata ufficialmente una volta lasciato il carcere, i traffici attirarono l’attenzione del cartello di Medellin, comandato da Pablo Escobar in persona. Il resto è storia, come ci viene fedelmente riportato dal film.

Jung era uno dei maggiori spacciatori ricercati dalla polizia e le figure che ruotavano attorno alla sua decisero di vendere informazioni preziose alla polizia: un “tradimento” che non ferì emotivamente Jung. Il noto spacciatore sentiva il fiato sul collo e in un modo o nell’altro sapeva di avere le ore contate. Nel 1994 finì dietro le sbarre e uscì nel 2014.

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