Le confessioni dell’attrice nell’intervista al Corriere: la verità di Vera Gemma, dall’eredità mangiata alla passione “per i criminali”

In queste ore Vera Gemma è in attesa di sapere se il suo ‘palmares’ si arricchirà ulteriormente dopo la vittoria nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia in qualità di miglior regia e migliore attrice con il film sulla sua vita ‘Vera’: ha rilasciato una lunga intervista in cui ha ripercoso sé stessa, dall’eredità mangiata al lavoro da spogliarellista. Sincera, verace e probabilmente prossima all’Oscar per l’Austria come miglior film straniero con il film di Tizza Covi, ha incuriosito anche gli americani la sua storia. La regista “ha iniziato a venire spesso a Roma per chiacchierare, era curiosa della mia vita, finché ha detto che voleva raccontare tutto di me: i fidanzati sbagliati, come ho finito i miei soldi, il mio non sentirmi all’altezza di mio padre”.

L’ossessione della bellezza, la ricerca della perfezione estetica per emulare il papà, sempre impeccabile. “Ho subito paragoni crudeli e, da adolescente, ne ho sofferto”. Non è stato semplice, ma oggi è diverso, ha le sue certezze, ha un bagaglio di esperienza, sa “palleggiare” con la vita: “Mi piaccio, mi vedo bella, piaccio agli uomini”. Eppure gli odiatori seriali del web la criticano e le fanno body shaming. Non se ne capacita: “Non ho capito perché sui social gli haters mi dicono: fai schifo, sei brutta. Sono sexy, eccessiva, quello sì”. Ma purtroppo le personalità come le sue sono vittime di pregiudizi figli di una cultura patriarcale: “In Italia, la donna sexy che ostenta femminilità è considerata cretina o facile e culturalmente non valida. Invece, io adoro Proust, Baudelaire, Pasolini, ho una laurea, parlo tre lingue e voglio mettere il cappello da cowboy”.

L’addio al cinema nonostante i lavori con registi di tutto rispetto

Una vita da circo, come definisce lei stessa. Iperbole fino ad un certo punto, perché “nei circhi ci sono cresciuta. Papà ha imparato lì a fare lo stunt man”. Il genitore è morto nel 2013, gli mancava e ha “sentito il bisogno di ritrovarlo in un ambiente in cui lo amavano”. Quindi ha iniziato a “passare le giornate nei circhi”, girando “un documentario su quel mondo”. Ed è diventata domatrice, un processo che definisce “naturale”: “Entravo nelle gabbie per portare il cibo agli animali, che si sono abituati a me, mi hanno considerata capobranco. Ho fatto tournée in Russia, Ucraina, Bielorussia. Nel circo, ho trovato un mio modo di essere artista”.

In carriera aveva lavorato con Dario Argento, Paolo Virzì, Pupi Avati, eppure non proseguì su quella strada. “Ho smesso quando ho capito che in Italia non mi avrebbero mai preso come protagonista”. Le piccole parti non facevano per lei: ci può stare, considerata la sua smania di essere sempre esteticamente bella, perfetta, all’altezza dell’ingombrante papà. Oggi ha capito tutto, forse già allora, per questo mollò il cinema: “Non sono abbastanza bella per fare la bella, non sono la bruttina che fa ridere; il mio viso fa pensare a cose estreme, ma da noi, non esistono protagoniste dai caratteri estremi”. Nel film c’è un fidanzato che le svaligia casa mentre lei dorme. “Quella è vera”. Quindi il retroscena sulle passioni sentimentali, spesso dirette verso i malviventi.

Le piacevano “i criminali”, gli uomini “usciti dal carcere”. Lo ha rivelato nella lunga intervista al Corriere della Sera: “A livello di uomini, ho cercato proprio fra i criminali, mi piacevano quelli usciti dal carcere, sentivo la loro rabbia, volevo aiutarli. La mia vita era un set meraviglioso, ma soffrivo anche, parlavo la stessa lingua di quei disperati”. Oggi non si innamorerebbe più di criminali? “Ora sono più sveglia, il film racconta la fase in cui non ero ancora madre. Ma trovo ancora più affascinanti i delinquenti che i figli di papà”.

L’esperienza da spogliarellista: “Non avevo una lira”

Dopo il cinema, quindi, c’è stata la parentesi da spogliarellista. Prima però ha scritto libri e fatto il circo. Quindi, “ho rinunciato a essere attrice ma non artista”. Ed è sulla carriera da spogliarellista che si sofferma l’attenzione nell’intervista al Corriere della Sera:

“Quando è morta mamma, ho ereditato e mi sono mangiata i soldi in pochissimo tempo e papà mi ha detto che non mi dava una lira. Decido di andare a Los Angeles, provo a propormi come cameriera, niente. A un certo punto, scopro un locale di strip tease, The Body Shop, con show di livelli altissimi. Non avevo mai fatto strip però avevo studiato danza classica e moderna. Faccio il provino e mi prendono dalla sera stessa. Guadagno subito 1.200 euro. In un giorno, sono tornata al tenore di vita che avevo sempre avuto”.

Oggi c’è tanta sensibilizzazione sull’oggettificazione del corpo femminile, inevitabile la domanda all’artista: “Mai sentita una donna oggetto?”. Risposta:

“Al contrario. Mai provato un tale senso di onnipotenza. La spogliarellista è un sogno da guardare e non toccare e gli americani sono pazzi: lanciavano mance da duecento dollari, gli togli soldi solo per guardarti ballare”.

Di recente si è parlato ancora molto di Vera, sia dal punto di vista professionale che sentimentale. Nel primo caso, pare che sia candidata al ruolo di opinionista della prossima edizione de L’Isola dei Famosi; nel secondo, si mormora di un fidanzamento inedito con Guè Pequeno.

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