Simpatico, arguto, ironico, travolgente, con Robin Williams ci siamo commossi, abbiamo riso e ci siamo emozionati grazie alla sua versatilità nell’interpretare i molti personaggi anche piuttosto diversi tra loro e senza mai sfigurare. Ma anzi dimostrando la sua capacità camaleontica, ottenendo sempre risultati migliori. La sua arte era l’improvvisazione. Lasciava di stucco i primi insegnanti nei facoltosi college che poteva permettersi grazie alla buona economia di cui godeva la sua famiglia.

L’attore era talmente imprevedibile che i registi ormai impararono a dover utilizzare contemporaneamente due o più cineprese. Williams aveva anche un lato fragile che mostrava solo nel privato come l’abuso di alcol e cocaina. Ancora oggi Robin Williams lascia un vuoto incolmabile nei cuori degli appassionati. L’11 agosto del 2014 si è spento togliendosi la vita, nello sconcerto generale.

Gli aneddoti sulle improvvisazioni di Robin Williams

Robin aveva origini inglesi, francesi, irlandesi, tedesche, scozzesi e gallesi. C’è chi ha attribuito a questo aspetto la sua incredibile capacità di esibirsi istantaneamente. Un aspetto che non sapremo mai. A dirlo fu Edith Skinner, considerato da Cristopher Reeve come uno dei principali insegnanti di voce e linguaggio al mondo.

Reeve e Williams seguivano lo stesso corso di dialettica e avevano anche lo stesso insegnante, Michael Kahn, il quale rimase “ugualmente sconcertato da questa dinamo umana“. Quest’ultimo però considerò le sue “buffonate” come semplice “cabaret“. L’attore rispose con l’apprezzata performance teatrale in “Night of the Iguana“.

Le prime improvvisazioni di Robin Williams infastidivano il cast degli spettacoli teatrali nel musical “Oliver!” in cui Robin venne scelto mentre studiava teatro al college. Il suo professore James Dunn disse a sua moglie che Robin Williams si apprestava presto a diventare “qualcosa di speciale“. Le improvvisazioni lo rendevano imprevedibile agli occhi dei registi e alcuni quasi temevano la sua follia.

Stanley Kubrick scartò Robin Williams per interpretare Jack Torrance in “Shining” perché riteneva l’attore “troppo psicotico“. Lo scelse poi come voce del Dottor Know in “A.I. – Intelligenza artificiale“. L’attore recitò le proprie battute davanti a Kubrick. Alcuni addetti ai lavori raccontarono quei momenti in studio come magici con due personalità di quel calibro a confronto. Kubrick era folgorato dalla bravura di Robin.

In “Aladdin” del 1992 Robin improvvisò talmente tanto che gli animatori avevano a disposizione ben 16 ore di materiale tra cui scegliere. Sul set di Mrs. Doubtfire, Chris Columbus arrivò a girare le sue parti con due o tre cineprese contemporaneamente tanto era l’imprevedibilità di Williams e la voglia del regista di non perdersi nulla delle performance dell’attore. Il regista disse che avrebbe potuto rilasciare differenti versioni del film, da quella più scurrile e vietata ai minori a quella più discreta e adatta ad un pubblico per bambini.

In questo film l’attore scelse di girare le scene che lo riguardavano per una media che va dai 15 ai 22 ciak perché cercava un’interpretazione impeccabile. Per comprendere se il travestimento da donna e il camuffamento della voce fossero credibili, l’attore si recò vestito e truccato in un Sexy Shop comprando vari articoli. Nessuno lo riconobbe.

Sul set di “Genio Ribelle“, Robin improvvisò come sempre e anche Gus Van Sant stava girando la scena con più cineprese vista l’estemporanea qualità di improvvisazione di Williams. Quando questo raccontava al personaggio interpretato da Damon, Will, che la moglie avesse qualche problema con le flatulenze, Matt stava perdendo il fiato per trattenere le risate e si scorge un tremolio della telecamera perché anche il cameraman in quel momento scoppiò a ridere perdendo il controllo.

Gli inizi

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Nato a Chicago il 21 luglio del 1951, Robin vive l’infanzia in un contesto agiato, figlio di un dirigente della Ford Motors, Robert Fitzgerald Williams, e di una modella, Laurie McLaurin, che lo introduce nel mondo dell’intrattenimento e lo forgia nel carattere. Ma da piccolo Robin è un ragazzo solitario che preferisce chiudersi piuttosto che condividere momenti di ricreazione con gli altri bambini. Da giovanissimo inizia a mostrare le prime manie che svelano il suo carattere, come quella di collezionare soldatini. Arriva ad averne migliaia ma tutti segretamente custoditi in casa, nessuno può avere accesso agli stessi se non lui.

Diplomatosi nel 1969, si iscrive alla facoltà di scienze politiche al Claremont Men’s College che abbandona presto per seguire la sua passione: la recitazione drammatica. Iscrittosi poi all’istituto Juilliard, a New York, viene subito fuori il suo talento del mimo durante la fase di apprendimento. Aspetto che lo aiuta a sostenersi durante i primi passi nel mondo dell’intrattenimento. Il regista Garry Marshall gli offre la parte che lo avrebbe fatto emergere al pubblico internazionale dopo aver mostrato le sue doti di comico al “The Richard Pryor Show“.

L’alieno Mork, il copione in bianco: “Via libera a Mork

È dunque la volta della serie televisiva “Mork e Mindy“, nei panni dell’alieno Mork con il cui personaggio diviene presto celebre. Così come lo diviene il caratteristico saluto che allarga le dita dicendo “Na-no Na-no“. L’attore improvvisa talmente tanto che il suo copione ormai viene lasciato in bianco con su scritto: “Via libera a Mork“. Nonostante la popolarità, le vere qualità di Robin sono ancora nascoste ma stanno per essere rivelate al pubblico. Nel 1978 sposa Valerie Velardi e due anni dopo ottiene la parte per “Popeye” di Robert Altman. Film che però non infiamma particolarmente la critica. Tuttavia è con “Il mondo secondo Garp” che Robin Williams ci offre un primo vero spunto delle sue capacità, alternando soluzioni mimiche e vocali, sfoggiando il suo repertorio di virtuose interpretazioni attoriali.

Il prossimo passo è quello della consacrazione tra le star di Hollywood con la performance di “Good Morning Vietnam” in cui mostra la sua incredibile energia. Per il ruolo militare americano Adrian Cronauer, che lavora come deejay per la radio dell’esercito statunitense, gli viene data carta bianca e quindi possibilità di improvvisare. Riesce ad improvvisare tutti i monologhi del proprio personaggio che parla alla radio. Cronauer dichiarerà che il film è fedele alla realtà “per circa il 45%” e che se avesse fatto e detto “solo la metà” di ciò che “fa e dice Robin Williams” lo avrebbero spedito immediatamente “nella prigione militare di Fort Leavenworth“.

La performance gli vale la candidatura agli Oscar che ripete l’anno seguente con il cult de “L’attimo fuggente“. Quest’ultimo film mette l’anima dei critici in pace, rivelando a tutti loro la medesima qualità di Robin nell’interpretare ruoli tragici e comici. Giunti gli anni Novanta, prosegue con i lavori per il grande schermo in film come “Risvegli“, recitando con Robert De Niro, poi nel 1991 con “La Leggenda del Re Pescatore“, insieme a Jeff Bridges. Il 1993 lo consacra anche agli occhi dei piccoli quando ricopre il doppio ruolo di papà e colf nel celebre e divertente “Mrs. Doubtfire“.

Nel 1995 è il protagonista di “Jumanji“. Gli anni Novanta li chiude all’insegna di altri grandi successi come il ruolo del mammo hollywoodiano di una storica coppia gay in “Piume di struzzo“, e soprattutto “Genio Ribelle” del 1997, recitato accanto alla star emergente Matt Damon, che gli vale il premio Oscar l’anno seguente. Tra i suoi film di spicco anche “Patch Adams“, film sentimentale e drammatico. Da evidenziare l’alternanza da un genere all’altro come per “Flubber – Un professore tra le nuvole“, “L’uomo bicentenario“, film di fantascienza, e il fantasy “Al di là dei sogni“. In molti di questi film gli vengono riconosciute le sue grandi abilità di improvvisatore. Meritevole di menzione “Hook – Capitan Uncino” di Spielberg. In totale l’attore ha preso parte ad oltre 60 film.

Robin Williams: vita privata, film professore, frasi, a che età è sopraggiunta la morte, malattia

Dagli scandali per l’uso di cocaina (era presente quando John Belushi, suo amico, morì di overdose) al matrimonio finito con con Valerie, l’attore nel privato è stato piuttosto bersagliato a differenza della gloriosa carriera al cinema. Inizialmente i gossip imputavano i motivi della rottura alla relazione dell’attore con la baby sitter del figlio. In realtà Valerie scelse di non interferire nella carriera del compagno dato che non amava lo stile di vita intrapreso da Robin e il matrimonio iniziato nel 1978 terminò dopo dieci anni.

Dalla relazione è nato Zachary. Robin aveva poi davvero intrapreso una relazione con la baby sitter del figlio, Marsha Graces, che sposò nel 1989. La nuova coppia diede alla luce due figli (Zelda e Cody Alan) e insieme crearono una propria compagnia di produzione: la Blue Wolf. Si sposò nuovamente con Susan Schneider nel 2011, una graphic designer conosciuta due anni prima.

Il film dove Robin interpreta il professore John Keating è “L’attimo fuggente“, ovvero “Dead Poets Society” dal titolo originale, diretto da Peter Weir.

Tra le frasi celebri dell’attore ricordiamo:

Ti viene data solo una piccola scintilla di follia. Non devi perderla“;

La gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha mai visto“;

Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina“;

A volte quando si perde si vince“;

Nulla è difficile per coloro che hanno la volontà“.

Da ricordare anche:

La cocaina è il modo che usa Dio per dirti che stai facendo troppi soldi“;

Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse finire tutto solo. No, non lo è. La cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo“;

I politici sono come i pannolini: bisogna cambiarli spesso. E per lo stesso motivo“;

La satira è viva, sta bene e vive alla Casa Bianca“;

Ti do un consiglio: mai sputare in un tornado!“.

Morte

L’attore si è spento a Paradise Cay, in California, l’11 agosto del 2014 a 63 anni, per asfissia. Inizialmente si era ipotizzato che soffrisse di depressione e secondo le indagini della polizia si era suicidato impiccandosi. La notizia sconvolse il mondo al punto che incalzavano ipotesi di ogni tipo. Si era a lungo parlato dell’ipotesi che l’attore avesse scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson. Tuttavia è stato il docufilm “Robin’s Wish” a chiarire il tutto. L’attore si tolse la vita a causa di un’altra malattia: la demenza a corpi di Lewy.

Si tratta di una patologia che attacca il cervello, provoca ansia, insicurezza e depressione. La moglie Susan Schneider ha detto che sono state dette molte cose inesatte sulla morte di Robin. La malattia in questione porta ad una progressiva perdita della memoria, delle emozioni e dei movimenti del corpo, nonché ad attacchi di panico, allucinazioni e crisi incontrollabili. A rivelarlo fu l’autopsia. I corpi di Lewy sono anomalie che contribuiscono al morbo di Parkinson e allo sviluppo di altre malattie che provocano demenza.

Altre curiosità: recitare con la tecnologia CGI per Robin Williams era come “prendere LSD

  • L’attore rivelò che recitare in “Jumanji” era come “prendere della LSD” perché si deve “immaginare tutto” come se fosse “un’allucinazione“. Sebbene per Robin Williams non si fosse trattato di un lavoro semplice, l’attore ha rivelato di essersi piuttosto divertito.
  • Il piccolo Robin McLaurin Williams è nato in un contesto agiato. Non solo suo padre era un dirigente della Lincoln-Mercury Division di Ford, ma anche sua madre era la pronipote del senatore del Mississippi e governatore Anselm J. McLaurin.
  • Il giovane Robin Williams sconfisse la timidezza grazie al teatro e soprattutto al rapporto che aveva con sua madre. A lei in particolar modo attribuì le capacità umoristiche, come quando cercava di farla ridere attirando la sua attenzione.
  • Nelle estati tra il 1974 e il 1976 Robin Williams lavorò come aiuto cameriere al Trident di Sausalito, in California. John Houseman, che aveva accettato di insegnare a Robin e Reeve, consigliò a Williams di lasciare l’istituto Juilliard perché non c’era più nulla che potesse insegnargli. E Robin seguì il consiglio.
  • L’attore è stato definito un “genio” da un altro dei suoi insegnanti, Gerald Freedman. Disse che lo stile conservatore e classico di formazione non gli si addiceva.
  • Come abbiamo visto Robin aveva anche una personalità fragile nel privato che lo ha condotto ad assumere droghe e alcol. Williams ha sempre detto di non essersi mai esibito sotto effetto di droghe ma di essersi esibito con i postumi della sbornia del giorno precedente.