Non è stato un caso isolato: diversi cinema si sono visti costretti ad interrompere le proiezioni di Creed III, il terzo film del secondo filone dell’immortale saga di Rocky, per via di numerosi episodi di rissa.
Può sembrare una notizia studiata a tavolino per uno scopo promozionale, ma non è così. Gli episodi di violenza si sono verificati in alcune sale francesi e tedesche. A Saint-Etienne, in Francia, addirittura è dovuta intervenire la polizia per sedare la rissa in sala, nella quale una guardia di sicurezza è rimasta ferita alla testa.
Negli scontri, i testimoni hanno dichiarato di aver visto volare lattine, bottiglie, pop corn: insomma, di tutto e di più. “C’era il far west in sala”. Uno degli oggetti, probabilmente una bottiglia, avrebbe colpito l’uomo mentre cercava di intervenire per calmare gli animi.
Creed III: i casi di violenza nelle sale in Francia, Inghilterra e in Germania
Restando nei confini del territorio francese, a Thionville, gli agenti di polizia si sono visti costretti a far evacuare la sala piena di persone – circa 500 – sempre per una mega rissa scoppiata durante la proiezione del film, ovviamente poi interrotta.
Gli episodi di violenza si sono verificati anche in una sala a Charleville-Mézières, dove due persone sono finite in manette. Botte anche in Germania nei cinema di Brema, Amburgo e Essen. Anche in questi casi è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per ripristinare l’ordine.
Tra le ipotesi al vaglio, quella di un trend concordato attraverso i social con un filo conduttore: il film sul pugilato “Creed III”. Anche in Inghilterra ci sono stati scontri proprio in concomitanza con la proiezione del nono film della più famosa saga sul pugilato.
Alcuni cinema si sono visti costretti a ritirare definitivamente il film dalle programmazioni. Il tempo ci dirà cosa si cela dietro questi atti di violenza collegati con il film, attualmente distribuito anche nelle sale italiane.
Non perdete questa sera il secondo capitolo della saga, ovvero Creed 2. In onda su Rai 4 alle 21:20
Continua a leggere su Chronist.it
