Scarface è un film che ha fatto la storia del cinema degli anni Ottanta. Si tratta di una delle interpretazioni più riuscite di Al Pacino, sebbene sia piuttosto difficile parlare di recitazioni migliori quando si ha a che fare con un artista del suo calibro. La pellicola è una delle pietre miliari del genere gangster ed è un remake dell’omonimo film del 1932, sebbene se ne discosti nei contenuti.
Un giorno Al Pacino si trovava a Los Angeles e assistette alla visione di “Scarface” al Tiffany Theatre, oggi in disuso (disponibile per l’affitto). Chiamò Martin Bregman, manager dell’attore e produttore cinematografico: “Facciamo un remake“. Martin vide l’originale in Tv a tarda notte e pensò che più che un remake si poteva realizzare un’idea modernizzata senza ricorrere alla melodrammaticità del film di Howard Hawks e Richard Rosson. Contattò Brian De Palma che inizialmente accettò salvo poi ripensarci perché “troppo impegnato“.
Allora il regista doveva dirigere “Flashdance“. Restò alla pre-produzione del film per due settimane, poi abbandonò il progetto e si legò a quello proposto da Bregman. Così De Palma cominciò a lavorare insieme allo sceneggiatore David Ray. Tuttavia Bregman non ne fu entusiasta di questa collaborazione e sostituì quest’ultimo con Sidney Lumet che introdusse l’idea dell’ambientazione nel contesto delle sanguinose “guerre della droga” tra gli immigrati cubani a Miami.
Bregman chiese una mano all’amico sceneggiatore Oliver Stone che veniva da un momento di crisi economica dopo il flop de “La mano“. Stone si recava spesso a Miami per informarsi, “era in contatto con quell’energia, e quella rabbia” disse Al Pacino in una intervista. Parlò con agenti della DEA, con avvocati ed ex criminali. La scena in cui viene ucciso l’amico del protagonista interpretato da Al Pacino, Tony Montana, è ispirata alla realtà.

L’ispirazione alla realtà: il personaggio di Alejandro Sosa era “il re della cocaina“, Roberto Suárez Gómez
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Stone si recò nel Sud America incontrando pericolosi narcotrafficanti che ispirarono il personaggio di Alejandro Sosa. La figura interpretata da Paul Shenar infatti si rifà a Roberto Suárez Gómez, meglio noto come “il re della cocaina“. In quegli anni si dice che abbia prodotto due tonnellate di pasta di coca al giorno, finanziando inoltre un golpe militare nel suo Paese. Oliver Stone aveva problemi di droga e per scrivere scelse di allontanarsi per un volo intercontinentale vista la presenza di molte amicizie negative in America (molti dei suoi conoscenti facevano uso di cocaina).
“Prendevo cocaina, non in modo estremo o al punto di diventare distruttivo, come accade ad alcune persone. Sicuramente, però, stavo diventando mentalmente stantio“. Trasferitosi in Francia però riuscì a sfruttare la sobrietà per scrivere il capolavoro che oggi conosciamo. Ad ogni modo il lavoro di Stone non veniva apprezzato da Lumet che si tirò indietro, non comprendeva e non approvava la sceneggiatura di Oliver Stone. Quest’ultimo venne poi affiancato da Brian De Palma, il quale, al contrario, ammirava il lavoro del collega.
Il cast: Al Pacino non era sicuro del ruolo, Robert De Niro si propose per interpretare Tony Montana
Alla fine Al Pacino, secondo quanto rivelato a GQ in passato, non era veramente sicuro che il personaggio fosse adatto a lui. A posteriori ha rivelato che Tony Montana è stato il suo preferito tra i ruoli interpretati. Chiese consiglio a Robert De Niro. Quest’ultimo consigliò Al Pacino a Brian De Palma, proponendosi in caso di rifiuto del collega. Alla fine andò come tutti sappiamo con il risultato che conosciamo.
Alfredo, vero nome all’anagrafe dell’attore, lavorò con esperti in combattimenti con coltelli e con il pugile Roberto Duran che lo allenò per strutturarlo fisicamente secondo i canoni del personaggio. Duran plasmò il carattere del personaggio, dandogli la verve di duro, tirando fuori “il leone che c’è in te“, come rivelò lo stesso Pacino.
Per affinare la pronuncia della lingua spagnola, l’attore si fece aiutare da Steven Bauer (collega cubano naturalizzato statunitense, interprete di Manny nel film, uno dei preferiti di Martin Scorsese in “Scarface“) ed un insegnante. A proposito di Bauer, non dovette neanche sostenere il provino e riuscì a smarcare anche John Travolta tra i pretendenti per il ruolo.
Kristy McNichol si propose per la parte di Elvira Hancock, mentre Al Pacino suggerì Glenn Close. La prima fu scartata da De Palma mentre la seconda non venne presa in considerazione in quanto ritenuta poco adatta. Alla fine venne scelta una sconosciuta Michelle Pfeiffer. Tra le altre che vennero opzionate per la parte si ricordano Geena Davis, Carrie Fisher, Kelly McGillis, Sylvia Kristel, Sharon Stone e Sigourney Weaver.

Scarface: la difficoltà delle riprese. La produzione fu minacciata: “Non potete girare qui“, si era sparsa la voce che il progetto fosse finanziato da Fidel Castro
Il film fu girato in 14 settimane. Si cominciò il 22 novembre del 1982 e si proseguì fino al 6 maggio dell’anno seguente. Inizialmente le riprese sarebbero dovute avvenire in Florida ma la comunità cubana insorse, disapprovando il modo in cui veniva dipinta nel film. L’ente del Turismo locale non autorizzò molte riprese anche perché temeva che il film potesse scoraggiarne il turismo (soprattutto per come venivano dipinti gli immigrati cubani: gangster e spacciatori…).
Si sparse, inoltre, la falsa voce che il film fosse finanziato da Fidel Castro e, dopo le minacce ricevute, la produzione scelse di spostarsi a Los Angeles, Santa Barbara, New York e negli Universal Studios. Alcune scene tuttavia furono girate in Florida, ma sotto la protezione delle guardie del corpo.
Censura: “Il film è violento!“. La produzione dovette ricorrere in arbitrato per far comprendere che ‘Scarface’ fosse una denuncia della malavita che ruota attorno alla piaga della droga
“Scarface” ricevette una valutazione “X” e fu vietato ai minori per l’estrema violenza. Il regista dovette ricorrere a moltissimi tagli. Ma non cambiò nulla. La censura respinse la pellicola per tre volte, valutandola in altrettante occasioni con la “X”. Così De Palma e Bregman arrivarono in arbitrato con la MPAA coinvolgendo un gruppo di esperti, inclusi veri agenti della narcotici, per confermare che il film in realtà fosse un ritratto accurato e di denuncia della reale malavita che ruota attorno alla piaga della droga.
Nella “squadra” portata a testimoniare c’erano inclusi anche tre psichiatri esperti del settore. Vi furono 18 voti favorevoli e 2 contrari per vietare il film ai minori di 14 anni. “Scarface” è arrivato in Italia senza tagli ma recentemente, quando trasmesso in prima serata, viene mostrato in una versione ridotta. In particolar modo i tagli interessano la scena della motosega.
Il regista aveva l’intenzione di creare un capolavoro con un messaggio di repulsione verso la droga, in particolar modo rivolto ai giovani. Lo stesso Tony Montana è il simbolo dell’intento di De Palma: dall’ascesa al deterioramento in tempi anche piuttosto rapidi. Un personaggio che arriva a rovinarsi autodistruggendosi per via dello spasmodico utilizzo della sostanza.
L’inquietante storia dell’attrice Tammy Lynn Leppert, misteriosamente scomparsa dopo le riprese del film e mai più ritrovata

Durante la sequenza della motosega compare la ragazza bionda con il bikini blu, interpretata da Tammy Lynn Leppert. Quest’ultima è scomparsa il 6 luglio del 1983 in circostanze misteriose e ancora oggi lascia il caso senza risposte. Durante la scena girata sul set ebbe un esaurimento nervoso. Confessò di essere invischiata in un presunto giro di riciclaggio di denaro e che vi fossero persone intenzionate a farle del male, addirittura ad ucciderla. Lasciò il film poco dopo aver girato quella scena e sparì dai radar il 6 luglio dello stesso anno. Si dice che il suo ultimo avvistamento risalga sulle spiagge della Florida. Il malessere provato durante le riprese di quella scena (che creò non pochi problemi alla pellicola data la violenza) probabilmente avranno evocato nella donna terribili pensieri sul destino a cui rischiava di andare incontro.
Approfondimento sulla scomparsa di Tammy Lynn Leppert
Dopo aver girato “Spring Break“, l’attrice si recò ad un party dal quale tornò scossa, profondamente cambiata secondo quanto rivelato dalla sua migliore amica. Tra le ipotesi un cocktail di droga al quale la giovane non era abituata, ma già da allora fu mistero. Tammy era diventata paranoica e terrorizzata da tutto. Inoltre non si nutriva perché temeva di essere avvelenata e si chiuse in casa a parte quando aveva qualcuno che potesse accompagnarla in giro.

L’attrice rivelò a sua madre di temere che qualcuno fosse fuori dalla sua casa intento ad ucciderla. Secondo quanto detto dalla genitrice, Tammy Lynn disse di aver visto qualcosa di terribile in quel party e che l’aveva particolarmente sconvolta. Dopo 2 settimane venne presa per recitare in “Scarface” ma tornò a casa dopo 4 giorni. La scena del sangue, seppur finto, l’aveva particolarmente urtata portandola ad avere una crisi isterica.
Nel camerino continuò a a parlare di qualcuno volesse ucciderla in una storia in cui c’entrava il riciclaggio di denaro. Sebbene la denuncia della madre, l’attrice non proferì parola alla polizia. Dopo aver lasciato il set la donna non smise di avere le crisi. L’ultimo giorno che è stata vista, Tammy uscì di casa dopo aver sentito suonare un clacson e si precipitò fuori dall’abitazione senza curarsi del suo aspetto trasandato (aspetto insolito per lei).
Dalle ricostruzioni della polizia l’attrice era con Keith Roberts, un suo amico che era andato a prenderla come concordato con Tammy. Sembrerebbe che l’attrice abbia chiesto all’amico di accostare dopo un litigio e l’uomo la lasciò da sola a 5 km da casa. Keith fu l’ultimo a vedere l’attrice il 6 luglio del 1983, a Cocoa Beach, in Florida.
Le altre curiosità su “Scarface“:
- Il fabbricato in cui si girò la scena della motosega oggi è diventata una farmacia.
- Steven Spielberg e Brian De Palma erano grandi amici ed erano soliti visitare i propri set quando si trovavano nelle vicinanze. Spielberg era presente durante le riprese dell’attacco iniziale dei colombiani alla casa di Tony Montana. Così il regista lasciò dirigere al collega l’inquadratura dal basso, quella dove gli aggressori si introducono per la prima volta in casa.
- La cocaina presente nel film era latte in polvere sebbene non sia stato mai rivelato del tutto di cosa si trattasse. Fatto sta che l’attore accusò problemi alle vie nasali anche anni dopo. “Da allora il mio naso è cambiato“.
- A parte i film porno, la parola “f**k” è più presente in questa pellicola (ben 226 volte) che in qualsiasi altra pellicola della storia del cinema hollywoodiano.
- La società internazionale che Saddam Hussein fondò per riciclare il denaro proveniente dalle sue imprese si chiamava Montana Management, ispirata al personaggio del film. Nel 2003 tutte le partecipazioni dell’ex dittatore iracheno furono congelate.
Le gravi ferite di Al Pacino portarono alla sospensione delle riprese

- Durante la sequenza della sparatoria finale in cui il personaggio interpretato da Al Pacino è fuori di sé e spara a tutto spiano, l’attore si ustionò gravemente la mano al punto che la produzione dovette interrompere le riprese per alcune settimane. Pare che Al avesse impugnato l’M16 dalla parte rovente (quella della canna), gesto istintivo che gli costò un lungo stop sebbene si trattasse pur sempre di un’arma di scena. Il periodo di pausa fu l’occasione, per la produzione, di approfondire numerose scene da altrettante angolazioni differenti al fine di rendere la sequenza più realistica e ragionata.
- Non è l’unico infortunio subito dall’attore. Infatti Al Pacino fu ferito anche dalla collega Pfeiffer dopo che questa gli lanciò un piatto durante le riprese.
- Per aumentare la credibilità del personaggio, e il suo accento, Al Pacino chiese al direttore della fotografia, John A. Alonzo, di rivolgersi a lui solo in lingua spagnola. Tuttavia nel film l’attore recita solo una volta in lingua spagnola.
- Miriam Colon, l’attrice che interpreta la mamma di Al Pacino, aveva solo 4 anni in più del collega. Miriam ci ha lasciati il 3 marzo di 5 anni fa.
- La scelta del nome del protagonista fu di Oliver Stone, appassionato di football americano, in particolar modo dei Joe Montana, il suo giocatore preferito.
- Il titolo del film, “Scarface“, era il soprannome con il quale veniva riconosciuto Al Capone, il noto gangster italo-americano.
- La villa di Montana si trova a Montecito, nei pressi di Santa Barbara. La struttura, El Fureidis, fu costruita nel 1900.
- La colonna sonora è stata curata da Giorgio Moroder, compositore italiano.
L’auto di Tony Montana acquistata da Shaquille O’Neal

- Shaquille O’Neal, noto ex cestista NBA, particolarmente noto per il suo periodo vincente ai Los Angeles Lakers, acquistò l’auto utilizzata da Tony Montana nel film.
- Il film incassò 65 milioni di dollari, 45 di questi solo dagli Stati Uniti.
- Quando Omar Suarez appare senza vita, morto impiccato sull’elicottero in volo, la scarpa che cade è quella dell’attore F. Murray Abraham.