Il Financial Times, attraverso un articolo pubblicato di recente, ha criticato aspramente alcuni piatti tipici della cucina italiana, considerati eccellenze gastronomiche in tutto il mondo.
Ha scatenato numerose polemiche l’articolo scritto dal Financial Times, quotidiano americano, che ha criticato duramente i piatti simbolo della cucina italiana. L’articolo nasce da un’intervista realizzata da Marianna Grandi ad Alberto Grandi, docente di storia dell’alimentazione presso l’Università di Parma.
“Tutto quello che io, un italiano, pensavo di sapere sul cibo italiano, è sbagliato. Dal panettone al tiramisù, molti ‘classici’ sono in realtà invenzioni recenti”
Esordisce così l’articolo del noto quotidiano americano, che ha preso di mira eccellenze del nostro Paese, sostenendo teorie piuttosto stravaganti: ad esempio, si legge che prima degli anni ’60, il parmigiano pesasse appena 10 kg, a fronte dei 40 attuali e che fosse avvolto da una spessa crosta nera. Il presunto parmigiano “originale” avrebbe dovuto essere poi più grasso e morbido, aggiungendo che la vera patria del parmigiano sia in realtà il Wisconsin e non l’Emilia Romagna.
La carbonara più buona al mondo? Altro che Trastevere, è nata in America
Il Financial Times continua poi sferrando un attacco al piatto simbolo della tradizione romana: sua maestà la carbonara. Sebbene è opinione popolare che la migliore carbonara al mondo si mangi nel quartiere romano di Trastevere, gli americani sostengono che sia una loro invenzione. La Coldiretti, associazione che assiste e tutela gli imprenditori agricoli italiani, ha difeso i piatti tipici della tradizione italiana, affermando che l’articolo pubblicato dal quotidiano americano potrebbe far sorridere, se soltanto non avesse preoccupanti risvolti di carattere economico e finanziario.
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Quando è stato inventato il panettone? La bizzarra teoria degli americani
Il Financial Times non ha risparmiato neppure i dolci più famosi della tradizione italiana. Ad esempio, si legge nell’articolo, che il panettone prima del 1920 non era altro che una sottile focaccia e dura farcita con uvetta. Era mangiato solo dai poveri e non aveva legami con il Natale.
Dunque, il panettone come lo conosciamo oggi è un’invenzione industriale. In realtà, sappiamo che la ricetta del panettone risalga addirittura al 1549 ed è stata attribuita a Cristoforo di Messisburgo, un cuoco di Ferrara che elenca gli ingredienti del dolce delle zone milanesi: ossia farina, burro, zucchero, uova, latte e acqua di rosa, aggiungendo che deve ben lievitare e avere forma tonda.
Il quotidiano americano non ha risparmiato neppure un’icona della pasticceria italiana come il tiramisù: infatti, secondo il professor Grandi, sarebbe apparso per la prima volta sui libri di cucina negli anni ’80. Inoltre, il suo ingrediente principale, il mascarpone, difficilmente si trovava fuori da Milano.
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