Nina Sorrentino è una ragazza bolognese di 19 anni, frequenta l’ultimo anno liceo Sabin di Bologna, iscritta all’indirizzo di Scienze Umane: la giovane è affetta da sindrome di down e si è vista negare la possibilità di poter accedere all’esame di maturità. Quest’anno, infatti, avrebbe dovuto chiudere il suo ciclo di studi, conseguendo il diploma: Nina ha tante aspirazioni, tante passioni, una su tutte, la danza. Sogna di insegnare danza ai bambini e ha un talento per la musica: infatti, nel tempo libero, oltre a coltivare la passione per il teatro, suona il violino, la chitarra, il flauto e il tamburo a cornice.
Tuttavia, il suo ciclo di studi è stato interrotto dagli insegnanti del Liceo Sabin, che hanno ritenuto che la 19enne non possa sostenere l’esame di maturità: le hanno negato questo diritto perché credono che sarebbe stato troppo stressante per lei.

I genitori della ragazza, entrambi musicisti, hanno subito deciso di ritirarla dalla scuola per permetterle di riprovarci l’anno prossimo e di mantenere aperta la possibilità di conseguire il diploma di scuola secondaria superiore, necessario per l’accesso all’università e ad alcune professioni.

La sua famiglia, all’inizio del triennio, aveva chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) di Nina, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati (che alla fine del quinquennio fa ottenere solo un attestato di competenze) a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di maturità.

Ma il liceo Sabin, dopo aver negato a Nina il raggiungimento degli obiettivi minimi, non ha ritenuto di assecondare la richiesta, andando contro anche al parere della neuropsichiatra infantile del gruppo di lavoro, che si mostrava favorevole.

Nina, maturità negata per “troppo stress”. I genitori non ci stanno: “Necessario un passo avanti per il bene della società”

Oltre alla neuropsichiatra, anche il Ceps (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21) aveva dato l’ok affinché Nina sostenesse l’esame di maturità.
Tuttavia, la decisione della scuola è stata irremovibile: la motivazione stava nel fatto che questo obiettivo troppo impegnativo avrebbe potuto generare “un senso di frustrazione nella ragazza”, come sei legge nella lettera scritta dalla dirigente del liceo.
I genitori di Nina hanno sfogato tutta la loro frustrazione ai microfoni del Corriere di Bologna.
“Non è così che si protegge e si fa crescere Nina”, affermano indignati.
“Se un ragazzino senza disabilità nella vita ha qualche possibilità in più di nostra figlia, allora Nina deve avere un pezzo di carta in più non per stare al passo, ma per avere davvero un’opportunità”, osserva il padre.
“Adesso siamo nella nebbia” – confessano i genitori .
“Cercheremo un’altra scuola da settembre disposta a sostenere nostra figlia in una programmazione personalizzata verso l’esame di Maturità. Per noi è importante che su queste tematiche si faccia un passo avanti, non solo per Nina, ma per tutta la società”.

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