L’ipotesi della settimana corta potrebbe presto diventare una realtà anche in Italia: un giorno di riposo in più, “ricambiato” con un’ora e mezzo di lavoro aggiuntivo ogni giorno, per 4 giorni a settimana. Il tutto mantenendo invariato lo stipendio, passando da 37 ore e mezzo di lavoro settimanale a 36. Al momento si tratta solo di una proposta di Intesa Sanpaolo, ancora da formalizzare, ma l’istituto bancario e i sindacati del gruppo lavorano per studiare la settimana lavorativa “corta”. Questione emersa nella discussione per la contrattazione degli accordi di smart working. L’iniziativa sarebbe tuttavia estesa esclusivamente ai dipendenti degli uffici. Inoltre, sempre secondo le prime bozze della proposta, i dipendenti, impiegati e impiegate, potrebbero concordare con l’azienda il giorno di riposo aggiuntivo, che non cadrebbe dunque necessariamente il lunedì o il venerdì, dando seguito ai due giorni di riposo del weekend.
Il modello a cui Intesa Sanpaolo si ispira è quello del think tank britannico, “4 day week global”. Nei documenti recapitati ai sindacati, l’istituto scrive: “Il personale (con esclusione di quello operante in turni o assegnato a filiali) può richiedere di adottare un’articolazione oraria giornaliera di 9 ore su 4 giorni, con possibilità di variare le giornate lavorate dal lunedì al venerdì, d’intesa con il proprio Responsabile”. L’autorizzazione “potrà essere concessa solo compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali”. Dal momento della domanda, si attenderebbe fino a 3 mesi per l’approvazione o la negazione delle richieste.
Lavoro, la settimana corta anche in Italia: le aziende dove si lavora 4 giorni a settimana, i risultati delle aziende che lavorano un giorno in meno a settimana, lavorare 4 giorni migliora la qualità della vita dell’impiegato?
Questa ipotesi è già realtà in altri Paesi anche se con diverse caratteristiche, come la Spagna, addirittura con 32 ore settimanali, il Regno Unito (che ha visto il coinvolgimento di 70 aziende, con l’80% di queste che hanno sposato permanentemente la modifica), il Portogallo. Ed ancora: Belgio, Islanda (il test è stato condotto su 2500 impiegati), Nuova Zelanda. Domani, mercoledì 12 ottobre, la trattativa potrebbe concludersi con l’accordo tra i sindacati e Intesa Sanpaolo.
I precedenti dicono che l’esperimento ha una buona probabilità di successo sicuramente per quanto riguarda la qualità della vita dei lavoratori, e simultaneamente per la produttività dell’azienda.