Arriva il sì ed è pronta la “delibera attuativa” da parte della Regione Piemonte sul fondo Vita Nascente. 400mila euro assegnati alle associazioni Pro Vita “per il sostegno sociale alla libera scelta di dare la vita”, come dice l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia). Il tutto il giorno dopo le manifestazioni che hanno portato nelle piazze di molte città italiane (compreso il capoluogo piemontese) intere associazioni e cittadini in protesta a favore dell’aborto.

La Regione si impegna a pagare “alle famiglie socialmente vulnerabili e alle donne in difficoltà economica”, tutto il necessario “per non dover rinunciare alla gravidanza che desiderano”. Dunque: “Canoni di locazione, rate di mutuo, bollette di utenze, abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini eccetera”. In conclusione, prima di dare una stoccata “alle sinistre”, Marrone dice: “Realizziamo un passo alla volta la rivoluzione sociale delle culle, attuando finalmente la parte preventiva della legge 194 che tutela in concreto il valore sociale della maternità”.

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La situazione sull’aborto in Italia ad oggi: la manifestazione delle militanti del movimento femminista “Non Una di Meno”, significato, settimane, l’aborto spontaneo

Le militanti del movimento femminista “Non Una di Meno” sono scese nelle piazze delle più grandi città italiane in segno di protesta in difesa dell’aborto: Milano, Roma, Bologna, Cagliari, Brescia, Palermo, Catania, Firenze, Verona, Genova, Reggio Calabria, Modena, Napoli, Catania, Torino. La vittoria elettorale di Giorgia Meloni viene vista come una minaccia dalle militanti del movimento: “Vuole garantire il diritto a ‘non abortire'”, hanno detto. Sebbene le rassicurazioni di Giorgia Meloni, e non solo, di non toccare l’impianto della 194: “Non c’era la volontà di indebolire o eliminare la legge 194, ma di rafforzarla in tutte le sue parti”, ha detto il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.

L’aborto è l’interruzione, spontanea o provocata, della gravidanza prima del 180° giorno. Secondo la legge 194/78, oggi, in Italia, una donna può chiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari.

L’aborto spontaneo è la morte non indotta dell’embrione o del feto o l’espulsione dei prodotti del concepimento prima della ventiduesima settimana di gestazione. Secondo msdmanual.com, può aumentare il rischio di aborto spontaneo nelle successive gravidanze.

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