A quasi un anno di distanza dal fatto, il tribunale russo ha stabilito le pene per Dumshebay E., Tusupov A. e Khasanov R.: sarà carcere per i tre influencer russi.

Chi sono i tre influencer russi condannati al carcere

I tre blogger sono influencer in Russia e nel marzo del 2021 una burla gli è costata molto cara. Sono noti per essere protagonisti di scherzi e burle. Quando però esageri nell’arte dell’intrattenimento rischi poi di restare avvolto dal marcio che c’è dietro la compiacenza delle note “IRL”, tradotto: in real life. Ovvero il format che prevede di mostrare cosa accade nella vita reale di tutti i giorni agli influencer, sempre muniti di telecamera al seguito. Il tutto mentre vengono svolte normali dinamiche quotidiane, spesso forzate con gag per provocare il cosiddetto “cringe“. Dunque ecco l’idea dei tre influencer: si va in strada e tra burle e situazioni grottesche si cerca di mandare avanti il canale social alla disperata ricerca della notorietà.

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Quando il social, se usato male, ti rovina la vita reale

A volte il social è un ottimo mezzo per rilassarsi e staccare la spina ma a volte dal punto di vista del content creator donare del sano relax o del divertimento intrattenente può costare…la libertà. Se i social possono aprire ottime strade ad una buona mente creativa, al contempo possono celare pericolose insidie per i creatori di “intrattenimento” del nuovo millennio.

Il motivo della condanna

A marzo di un anno fa i tre ragazzi decisero di chiamare un uber, il noto servizio di car-sharing. Due di loro salirono in macchina chiedendo al conducente di aiutare il loro terzo amico con i bagagli. Quando l’ignaro autista scese dal veicolo uno di loro si mise al volante lasciando il pover’uomo sul posto e senza il mezzo di lavoro. Al ritorno dei tre la situazione era ormai degenerata perché l’autista, non conoscendoli e non sapendo fosse uno scherzo, giustamente chiamò la polizia.

I militari, una volta appreso dello scherzo, non arretrarono di un passo trovando poco divertente l’accaduto. I tre sono stati giudicati colpevoli di aver commesso un crimine “ai sensi del paragrafo 2 dell’articolo 166 del codice penale della Federazione Russa” con condanna alla reclusione per un periodo di tre anni e sei mesi. Sicuramente una pena molto severa alla luce dei fatti, ma probabilmente utile a comprendere di non dover commettere più reati sciocchi in futuro.