L’ex pilota dell’Aeronautica militare, unica italiana tra i volontari stranieri in Ucraina, Giulia Schiff, è tornata in Italia per un breve periodo. Giulia ha 23 anni, di origine veneziana, e si era arruolata come volontaria nelle Forze Speciali della Legione Internazionale all’inizio del conflitto tra la Russia e l’Ucraina. Successivamente è passata al team Masada con l’Esercito. Al momento si trova in Italia per riposare.

Giulia Schiff: “L’Italia ha perso un ottimo militare”

Ieri alle ore 17, Giulia ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, “contro l’aggressione russa contro lo Stato Ucraino e per festeggiare la festa dei difensori della Patria”. Nella manifestazione tenutasi in piazza Madonna di Loreto a Roma, la giovane ha detto di essere onorata di “servire come militare l’Ucraina”. Nessun “riconoscimento” dal Paese: “Sto ritrovando questo riconoscimento in mezzo a voi, qui a Roma. Penso che l’Italia abbia perso un ottimo militare”.

Sulle armi dice di non aver visto “nessuna arma italiana”. Nel conflitto ha detto di essere stata “oltre la prima linea, facendo in particolare attività di ricognizione”. Poi glissa sugli omicidi in guerra: “Se ho mai ucciso qualcuno? Non posso parlarne”. Inoltre, ribadisce: “Faccio il soldato…”. Poi l’invito all’Italia: “Dovrebbe essere più solidale con il popolo ucraino”. Il suo obiettivo è “aprire gli occhi” e comunicarci che la “realtà è diversa da ciò che vediamo in Tv e sui giornali”. Proprio i media non comunicherebbero i reali “numeri” degli stranieri sul fronte a combattere: “Siamo molti”. “Io non ho paura, ci devono provare ad ammazzarmi”.

Giulia Schiff oggi: età, chi è, storia, padre, fidanzato, Le Iene, Giulia e Ongaro nel Donbass

Giulia Schiff è nata a Mira, comune italiano della Città metropolitana di Venezia, dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina è sul fronte a combattere. Proprio lì ha conosciuto un soldato ucraino-israeliano con il quale ha fatto sapere di aver iniziato una relazione. Giulia era stata espulsa dall’Aeronautica militare dopo le denunce degli atti di nonnismo subiti durante il cosiddetto “battesimo del volo”. La donna è “attiva nell’ambito della sensibilizzazione contro la violenza sulle donne”. L’ex pilota dell’Aeronautica aveva trascinato a processo otto alti ufficiali colpevoli di aver sorvolato sulle vessazioni subite dalla giovane. Suo padre è orgoglioso della scelta fatta mentre sua mamma le chiede continuamente di fare ritorno a casa.

Le Iene si sono occupate di raccontare la storia di Giulia Schiff e nella puntata dello scorso 6 aprile la giovane, nel suo videomessaggio, diceva: “Non so se riusciremo a sentirci ancora, perché è proprio un’impresa. Ci assegneranno a un’altra città che in questo momento è sotto assedio, dobbiamo ripulire quella. Più la battaglia diventa intensa, più la guerra diventa lunga posso dire e far vedere sempre meno”. Nello stesso servizio la giovane si sfogava: “Non ho tempo per mangiare o per dormire”; “Non sono riuscita neanche a sentire la mia famiglia”; “Non posso più dire niente: anche se il nostro reportage è stato autorizzato dal Comando, non è ben visto”.

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Morte di Edy Ongaro in Donbass

Il ministero degli Esteri e quello degli Interni stanno portando avanti gli accertamenti sul viaggio e la permanenza in Donbass di Edy Ongaro, morto nel villaggio di Adveedka, a nord di Donetsk, mentre fronteggiava le milizie filorusse e separatiste. il 46enne è morto per una svista che gli è costata la via. La morte dell’originario di Portogruaro è piuttosto un mistero ad oggi, sembrerebbe che l’uomo sia rimasto o vittima di una bomba a mano “lanciata dal nemico”. In quel momento Edy si trovava in trincea con gli altri soldati. L’uomo si era “gettato sull’ordigno facendo barriera con il suo corpo”. Un gesto eroico: “Si è immolato per salvare la vita ai suoi compagni”.

Giulia Schiff e Edy Ongaro. Tuttavia a fine aprile è intervenuto il fronte ucraino che ha inserito il nome di Ongaro nell’elenco di “criminali” pubblicato su un sito internet curato dall’intelligence del governo di Zelensky, affiliato al ministero dell’Interno di Kiev. Sul portale si mostrano i “nemici dell’Ucraina” e “le azioni che dimostrano segni di attività criminale contro la sicurezza nazionale, la pace, la sicurezza umana e la legislazione internazionale”. Ongaro era presente nella lista e c’era tutta la sua scheda con foto del passaporto, visto d’ingresso e i link ai suoi profili social. Ongaro era definito come “un mercenario straniero”. Sulla foto appare la scritta “liquidato”, motivi della morte: “Autodistrutto: manipolazione negligente di una bomba a mano”. Nessun merito di aver ucciso un nemico, ma un incidente di battaglia. L’ordigno gli sarebbe esploso in mano. Due versioni completamente differenti quelle degli indipendenti filorussi e del governo ucraino.

Approfondimenti

Giulia Schiff e Edy Ongaro. Gli approfondimenti si soffermano principalmente verso la carriera militare di “Bozambo”, nome di battaglia in onore di un partigiano della Resistenza. Edy aveva lasciato il nostro Paese dopo un arresto per aver aggredito un carabiniere. L’uomo era andato via senza più tornare. Il quesito è quello di capire come l’uomo abbia fatto a raggiungere la terra del conflitto, quali siano stati i suoi contatti e la reale attività svolta. Stesso iter per Giulia. Due posizioni, le loro, ben diverse sebbene entrambe sotto i riflettori.

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