Un tragico evento ha sconvolto Lozzo Atestino, una pittoresca cittadina della provincia di Padova, dove un agricoltore di 64 anni ha scagliato cinque colpi di fucile, uccidendo un cane, un giovane pastore australiano di soli dodici mesi. La notizia ha destato sconcerto tra gli abitanti, e la denuncia che pende sul 64enne potrebbe costargli fino a due anni di reclusione.

È stato un gruppo di ciclisti a dare l’allarme, dopo aver sentito gli spari. I carabinieri hanno prontamente effettuato una perquisizione nella residenza dell’agricoltore, confermando le circostanze dell’atto sanguinario.

L’animale, adottato da una generosa signora del luogo, ha trovato rifugio presso la sua casa, dopo essere stato salvato da condizioni di vita disumane sotto il giogo di precedenti proprietari. “Il cane faceva parte della famiglia, libero di correre nei campi come gli piaceva. Non c’era ragione alcuna per un tale gesto di crudeltà”, ha dichiarato con amarezza l’associazione animalista Centopercentoanimalisti.

Lozzo Atestino, uccide il cane con cinque colpi di pistola: le parole di Michela Vittoria Brambilla

La morte del dolce pastore australiano ha scatenato una valanga di indignazione, con voci che si alzano per chiedere una giustizia più severa nei confronti di chi compie atti così inumani. Michela Vittoria Brambilla, figura di spicco nell’ambito della tutela degli animali, ha espresso la necessità di rivedere il codice penale per garantire pene più severe a chi si rende colpevole di tali atrocità:

“Chi commette atti di violenza gratuiti ai danni di un animale li può compiere anche ai danni degli esseri umani. Anche per questa ragione chiedo a tutte le forze politiche un gesto di responsabilità nell’approvare la mia proposta di legge per pene più severe”.

Questo drammatico episodio, tuttavia, non è un caso isolato. Solo pochi giorni prima, a Ponzano Veneto, un’altra creatura innocente è stata vittima di violenza, quando un uomo ha gettato la propria cagnolina dal finestrino dell’auto in corsa. La giustizia deve agire con fermezza contro chi si macchia di tali crimini, garantendo la protezione degli esseri più indifesi.