Liti, urla, percosse e minacce di morte: i fatti risalgono a dicembre 2021, sotto la lente di ingrandimento, ora, due telefonate a distanza di un’ora, partite dai telefoni Rai da parte di Enrico Varriale verso l’ex compagna, “ti ammazzo”

L’ex vicedirettore della Rai, Enrico Varriale, avrebbe minacciato l’ex compagna utilizzando i telefoni dell’emittente: “Se mi denunci, ti ammazzo”, le avrebbe detto. Il conduttore è già a giudizio per stalking e lesioni in danno nei confronti della donna. Le informazioni integrate sono contenute nell’avviso di chiusura indagini che ha notificato la pm Daniela Cento. Il giornalista Rai ha avuto una relazione con la vittima. La telefonata risale al 19 dicembre del 2021, replicata da un’altra avvenuta intorno alle ore 13 dello stesso giorno. Secondo quanto denunciato dalla donna, il giornalista l’avrebbe colpita con uno schiaffo talmente violento da farle perdere i sensi in seguito alla caduta. Il colpo le procurò un trauma cranico non commotivo con quattro giorni di prognosi.

La ricostruzione, la denuncia della donna

Il periodo in esame parte da dicembre 2021 e culmina a febbraio 2022. L’8 dicembre del 2021 avrebbe aggredito la donna dopo averla molestata e minacciata. Quella sera, rientrati in casa di lei, il giornalista l’avrebbe colpita talmente forte da farle perdere i sensi. A provocarle lo svenimento sarebbe stato l’impatto della testa sul pavimento, tuttavia, procurata da uno schiaffo talmente forte da farla crollare a terra. Una volta ripresa conoscenza, la vittima ha allertato il 112 e in quel momento il conduttore sportivo l’avrebbe minacciata nuovamente.

In seguito, Varriale avrebbe fatto vivere la vittima nel costante terrore tra appostamenti, molestie e reiterate minacce. Il tutto è andato avanti fino a febbraio. Il conduttore ha assunto un atteggiamento simile con un’altra compagna avuta prima di questa relazione, nei confronti della cui vittima il gip dispose il divieto di avvicinamento a meno di trecento metri. Quando la donna della relazione in esame si negava in tutti i modi, lui la tempestava sui social in maniera assillante o la contattava in forma anonima. Secondo quanto scrive la pm, il giornalista “ha cercato di carpire notizie attraverso il controllo di profili social”.

La minaccia dal telefono Rai è avvenuta il 19 dicembre. Due chiamate sotto esame: quella alle 12,55 e quella alle 13,27, da quanto si apprende dagli atti. In entrambe le circostanze, Varriale ha chiamato la donna in forma anonima, “oscurando il numero chiamante”. Poi la voce camuffata e la minaccia diretta: “Morirai”. Per via della persecuzione costante e assillante di Varriale, la vittima avrebbe vissuto nel terrore, arrivando al punto di “modificare le proprie abitudini di vita, quale quella di rispondere al citofono”. Viveva ormai con le luci di casa perennemente spente per non dare l’idea di essere nell’appartamento o semplicemente per il desiderio di non essere costantemente controllata a distanza.

Il precedente

In merito alla precedente relazione, sulla quale fu sottoposto a misura del divieto di avvicinamento, l’altra donna subiva un trattamento simile. Come si legge dall’ordinanza del gip, “le condotte danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo”. Il 6 agosto dell’anno in questione, Varriale avrebbe prima strappato il telefonino dalle mani della compagna per poi strattonarla, sbatterla contro il muro e colpirla ripetutamente con calci. Dai referti del Policlinico Gemelli, si legge: “Ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro, guaribili in 5 giorni”.

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