Sono stati mesi duri per Giancarlo Magalli, famoso conduttore televisivo, al quale era stato diagnosticato il linfoma di Hodgkin e oggi ha deciso di raccontare la sua malattia, per la quale “mi diedero due mesi di vita, lo dissero alle mie figlie“. Il presentatore ha parlato nel programma di Rai 1, “Oggi è un altro giorno”, ripercorrendo le tappe della sua malattia: dopo le riprese dello show Rai Il Cantante Mascherato, Magalli avrebbe accusato una insolita spossatezza.

“Pensavamo avremmo fatto solo tre puntate – ricorda il conduttore – e invece siamo arrivati fino alla finale. È stato impegnativo: le prove, le canzoni da imparare. Il tutto ha causato una stanchezza anomala che mi ha portato ad indagare”. La diagnosi dei medici non lasciava spazio a grandi speranze, come confessa lo stesso Magalli. “I medici mi dissero che se non mi fossi curato immediatamente me ne sarei andato in due mesi. A me per fortuna hanno detto una mezza verità, ovvero che era curabile. Solo le mie figlie sapevano tutto. Ed è stato meglio così”.

Giancarlo Magalli e l’amore per le sue figlie

Sono state proprio Manuela e Michela, le figlie di Giancarlo Magalli, ad averlo sostenuto sin dal primo momento in questa battaglia così dura. “La loro vicinanza per me è stata fondamentale, ma quello che mi ha sorpreso è stata anche quella delle mie ex mogli e dei loro mariti. Con loro sono rimasto in ottimi rapporti, nonostante i due divorzi alle spalle: evidentemente ho seminato bene”, ironizza il noto volto Rai.

Già diverse settimane fa, Magalli si era raccontato ai microfoni di Silvia Toffanin, ospite della trasmissione Verissimo, nella quale aveva confessato di aver perso 24 chili e di essere guarito grazie alla chemioterapia. E anche in quell’occasione aveva rimarcato quanto l’amore delle sue figlie sia stato importante in questo percorso: “Che ci volessimo bene già lo sapevamo, ma la mia brutta avventura ha confermato la forza del legame che ci unisce”, aveva ricordato visibilmente commosso.

Che cos’è il linfoma di Hodgkin?

Il linfoma di Hodgkin è un tumore del sistema linfatico, origina cioè dai linfociti B (un tipo di globuli bianchi) presenti in linfonodi, milza, midollo osseo, sangue e numerosi altri organi. Questo sistema ha il compito di difendere l’organismo dagli agenti esterni e dalle malattie. I linfonodi sono costituiti principalmente da linfociti e da altre cellule immunitarie e si ingrandiscono in presenza di un’infezione da combattere.

Dal momento che il tessuto linfatico è presente praticamente in tutto l’organismo, il linfoma di Hodgkin si può sviluppare in diversi organi, anche se molto spesso prende origine nei linfonodi. La diagnosi richiede l’asportazione del tessuto patologico (di solito un linfonodo) per eseguire l’esame istologico. L’aspetto istologico è del tutto particolare in quanto nella massa neoplastica le cellule tumorali, chiamate cellule di Reed-Sternberg e cellule di Hodgkin, sono solo la minima parte del tessuto (2-3%) e sono circondate da una moltitudine di cellule infiammatorie normali. Le cellule neoplastiche hanno, inoltre, sulla superficie una molecola denominata CD30.

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