Il colosso di streaming Netflix sta affrontando la sua prima crisi in assoluto. Dopo aver chiuso l’ultimo trimestre del 2021 con una riduzione dei nuovi abbonati, che faceva già presagire all’incombente crisi, il primo trimestre Netflix ha segnato il primo calo di abbonati che in previsione aumenterà non di poco nei prossimi mesi (si parla di 2 milioni ulteriori in meno).

Negli ultimi giorni il colosso californiano ha versato quasi 56 milioni di euro al Fisco italiano chiarendo finalmente la sua posizione e con “soddisfazione” come è stato dichiarato dai piani alti. Tuttavia il futuro di Netflix non è così roseo. Il futuro è già oggi e se a fine 2021 si riuscì a fare una previsione sotto il sole splendente, metaforicamente stanno già cadendo le prime grandini.

Gli effetti della crisi di Netflix ora sono misurabili dal licenziamento di ben 150 dipendenti dopo il crollo delle azioni e la fuga di non pochi abbonati. La piattaforma ha speso 220 milioni di dollari per il film “The Gray Man“, che si carica sulle spalle il ruolo del salvatore della situazione, per la regia di Anthony e Joe Russo.

Già lo scorso mese vennero licenziati 25 dipendenti anonimi distribuiti in altri Paesi. I licenziamenti delle altre 150 persone riguardano impiegati editoriali, prevalentemente di Los Angeles. Si occupavano del social media Tudum, sito partner ufficiale di Neftlix. Non si sa se il seguente licenziamento di altri 70 dipendenti appartenenti al dipartimento di animazione siano inclusi nelle cifre comunicate o meno.

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Crisi Netflix: il crollo delle azioni

Se sei mesi fa le azioni di Netflix erano quotate a 690 dollari, oggi vengono scambiate per 190. Un mese fa avevano il valore di 348 dollari. Numeri significativi che si aggiungono al calo abbonati (200 mila nel primo trimestre con previsione fino a 2 milioni il prossimo sebbene ci siano circa 220 milioni di abbonati totali alla piattaforma).

Oltretutto Netflix ha sempre speso molti soldi per le sue produzioni. La piattaforma ha sempre adottato una politica di spesa per le produzioni pari a tre volte superiore il valore del totale annuo fatturato. Insomma, hanno speso soldi a non finire. Tuttavia i film della piattaforma non sono ammessi a Cannes perché non proiettati nelle sale francesi e negli USA il rapporto non è positivo visto che Netflix rappresenta la causa della crisi del cinema da sala e la sua minaccia numero 1.

Film costosi e impegnativi: The Gray Man, in arrivo tra due mesi, è costato 220 milioni

Oltretutto la scelta delle trame dei film è sempre molto impegnativa e costosa e secondo gli appassionati spesso si tratta di “opere d’arte lunghe, dispendiose e difficili da capire“, prevalentemente di contesto esoterico. Dagospia scrive “l’azienda si è impegnata in molti film che il pubblico non ha capito“.

The Gray Man è la produzione più costosa di Netflix, arrivata proprio nel pieno della sua prima vera crisi. Tuttavia l’ultimo video distribuito sul film risale a oltre un anno fa sebbene manchino meno di due mesi dal rilascio. Si trattava del trailer. Sappiamo già che il cast è stellare con Chris Evans, Ryan Gosling, Anda de Armas, Billy Bob Thornton, Alfre Woodard e Regé-Jean Page.

I precedenti sui film con budget enormi non sono oltretutto così felici per Netflix. Si ricorda “Waterworld” o “The Postman“. Vedremo se il film con i Russo sarà quello del riscatto dopo il temporale del 2022 per Netflix, tuttavia quello che sappiamo è che dovrebbe promettere bene vista l’ingente spesa a fronte di una storia che però non tratta di supereroi o di particolari effetti speciali.