In Sardegna un locale è sprovvisto di pos e l’influencer ha chiamato la finanza. L’episodio verificatosi a Stintino ha sollevato non poche polemiche. La protagonista della storia è Rita Capparelli, una tiktoker che ha denunciato l’accaduto. La ragazza, a quel punto, ha chiamato immediatamente la finanza. “Premetto che non l’avevo mai fatto, ma io sono una grande sostenitrice del pagamento con la carta, in quanto è un nostro diritto. Ancora di più adesso, visto che oltre ad esserci la legge c’è anche una sanzione per chi non lo consente, dunque pretendo di poterlo fare”.

Sardegna, il locale non ha il pos e l’influencer chiama la finanza: il racconto su TikTok

Chi l’avrebbe mai detto che una semplice giornata al mare potesse trasformarsi in una battaglia per i diritti del consumatore? Rita Capparelli, l’influencer che non le ha mandate troppo a dire, ha voluto condividere la sua esperienza in un locale sprovvisto di pos in Sardegna, a Stintino. Immediatamente, il video ha fatto il giro del web, sollevando diversi interrogativi e dibattiti riguardo il pos. Tutto è iniziato quando Rita e il suo ragazzo hanno deciso di noleggiare ombrelloni e lettini. Ma c’è stato un piccolo intoppo: il pagamento doveva essere fatto esclusivamente in contanti. “Quando poi vado in un chioschetto a prendere acqua, anche lì mi sento rispondere che posso pagare solo in contanti. Chiedo spiegazioni e la commessa mi ha detto che lei non ne può niente in quanto era solo una dipendente. A quel punto chiedo di parlare con un titolare e ci parlo al telefono: lui avrebbe potuto farmi prendere l’acqua, invece mi dice di andare a cercare un bar col pos, uscendo dalla spiaggia”.

La situazione è degenerata quando la giovane influencer si è recata al bar per rinfrescarsi. Anche lì, la stessa storia: solo contanti accettati. A quel punto, Rita ha deciso di non girarci intorno e ha chiesto spiegazioni al titolare, che con nonchalance le ha risposto: “Tanto sono solo 30 euro di multa”. Un’affermazione che ha fatto esplodere la sua rabbia. La vicenda è finita sui social, dove Rita ha invitato i suoi follower a denunciare situazioni simili. “Chiamatela la finanza, è gratis, vi prendono solo i vostri dati, ma almeno avrete fatto il vostro. La mia segnalazione è singola, ma se la fanno tutti non sarebbero solo 30 euro di multa, sarebbero molti di più. Tutelate vostri diritti”. La storia di Rita ci insegna che anche un piccolo gesto, come pagare con carta, può diventare un simbolo di una battaglia più grande: quella per una società più moderna e all’avanguardia.