Sarà pure una truffa social e, ai tempi del film, i social newtwork neanche esistevano. Tuttavia troviamo sin troppo facile per gli appassionati della commedia italiana associare la figura di cui vi parliamo oggi con Cristiano Gardini, il personaggio interpretato da Christian De Sica nel film “Fratelli d’Italia” del 1989 diretto da Neri Parenti.
Nel film De Sica è in realtà Cesare Proietti, commesso romano che per dinamiche di convenienza ed equivoci sceglie di interpretare la parte del rampollo di un famoso industriale, appunto Cristiano Gardini.
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Ecco come sono andati i fatti nella truffa social: jet privati, cene di lusso e alberghi a cinque stelle
Edwige, donna di 33 anni e ricca ereditiera francese, è la vittima di Arturo: modello di 40 anni, palestrato e, ovviamente, con un ricchissimo patrimonio. Il quotidiano francese, Le Parisien, in una lunga inchiesta, si è occupato di rivelare questa truffa nata sul social. Al contrario di quanto accade solitamente in queste situazioni, stavolta a capo c’è una vera e propria banda di truffatori, comprensiva di guardie del corpo, avvocati e centralinisti. Ovviamente tutti falsi.
Abitualmente, in determinate circostanze la truffa che nasce dai social si muove su una, due o massimo tre persone. Non è comunque il primo caso tra gli inganni eclatanti e ben orchestrati che coinvolgono molte persone, le quali recitano parti ben definite. Ne è d’esempio il documentario disponibile su Netflix de “Il truffatore di Tinder“, dove anche in quel caso le malcapitate vittime erano accecate dal lusso e dalla compartecipazione di molte persone. L’uomo che adesca la donna via Instagram dice di chiamarsi Arturo.
Sul profilo social si presenta come un uomo dal fisico scolpito in tutti i suoi muscoli e immerso nel lusso più totale. Non solo l’apparenza, il profilo è curato anche dal punto di vista sentimentale: c’è una figlia piccola e una dolorosa separazione. Dunque, il desiderio di vivere una storia seria. Delizia per gli occhi e musica per le orecchie della povera Edwige, che ci casca con tutte le scarpe.

Le prime chiamate telefoniche
Dopo i primi messaggi di approccio su Instagram, arriva il momento di rivelarsi di più, attraverso delle chiamate telefoniche. Per non destare dubbi sull’identità, e quindi sull’età, Arturo finge di avere problemi di voce con i quali tenta di deconcentrare l’attenzione della vittima, che fatica ad accorgersi del suo raffazzonato accento francese. L’uomo dice di essere un Pastor della famosa famiglia del Principato di Monaco.
Non solo, più avanti rivela di essere in missione segreta per conto di Alberto di Monaco. Lo fa per continuare a non aumentare i sospetti che la donna comincia a nutrire in merito alla sua reticenza ad incontrarla. A marzo dello scorso anno, però, il truffatore si tradisce, rivelando di trovarsi a Dubai, nella famosa torre Burj Khalifa. Così Edwige decide di andare a trovarlo, ma nessuno sul posto conosce l’uomo.
Edwige viene intercettata dalle sue guardie del corpo, che le dicono di non potersi incontrare “per motivi di sicurezza”. Arturo le rivela che, per motivi di sicurezza, la sua identità è protetta. Un copione già scritto: quando la tensione e il sospetto salgono di pari passo, il truffatore fa la mossa giusta per cancellare, temporaneamente, il tutto. Così, ecco che l’uomo in pochi minuti le fa arrivare davanti alla sua abitazione, a Massy, sobborgo residenziale a Sud di Parigi, delle guardie del corpo con evidente accento dell’Est.
Il gesto è dovuto al fatto che Edwige si era già sfogata in precedenza con Arturo, spiegando dei suoi difficili legami con l’ex marito, nonché padre di sua figlia. Gli uomini le dicono: “Il nostro capo ci prega di verificare che sia tutto a posto e che lei si senta in sicurezza“. Più in là, le guardie del corpo minacciano al telefono l’ex marito, che presenta una denuncia alla procura di Versailles. “Se le dai fastidio ti impicchiamo a un albero“, gli avevano detto gli uomini della sicurezza. Aggiungendo: “Facciamo passare dei guai anche ai tuoi anziani genitori“.

L’incontro di persona
Sebbene Arturo sia riuscito a spostare l’attenzione della donna e a sciogliere alcuni suoi dubbi, arriva il momento di incontrarsi dal vivo. Così, a bordo di una limousine, e scortato da tre auto scure, Arturo si presenta a casa di Edwige, che non può fare a meno di notare la differenza tra le foto e la realtà. Va bene usare i filtri, ma qui la donna si ritrova un uomo “meno alto, più grasso e sicuramente, complessivamente, meno aitante”.
Anche in questo caso, ogni dubbio viene fugato dietro la solita spiegazione: la sua identità deve essere riservata e protetta. Ecco che così la coppia si concede una cena di lusso al ristorante situato in “place de la Madeleine“. Da lì è un’escalation in crescendo di emozioni, tra i weekend a Cannes e a Saint-Tropez, con voli di linea e tanto di jet privati. La truffa ha inizio quando l’uomo si dimentica la carta di credito, costringendo Edwige a pagare.
Si fa perdonare offrendole dei Bitcoin dal valore di 5.000 dollari e le promette di farle fruttare al massimo 20.000 dollari, che la donna deve però dare in anticipo. In quel momento, “ho capito che non avevo voluto vedere che qualcosa non andava“, ha detto la stessa vittima. In casi simili non è mai facile scoprire in tempo la truffa, ma va dato merito a Edwige di esserci riuscita prima di molte altre vittime simili, e lo ha fatto, probabilmente, grazie alla diffusione a macchia d’olio di vicende simili, ormai non più tra i misteri del web.
La rivelazione: si tratta dell’ennesima truffa nata sul social
I sospetti diventano certezze quando Edwige minaccia di denunciarlo. E così, Arturo si rivela e dice di non far parte di alcuna famiglia Pastor, ma che, anzi, è un attore assoldato che si chiama Julien, ed è un agente di sicurezza. Altro che modello super ricco! Il quotidiano francese dice che dietro a tutto ciò ci sia la mente di una donna chiamata Virginie B., in possesso di un passaporto italiano, ovviamente falso.
Virginie è stata contattata direttamente da “Le Parisien“, ma ha negato tutto. Non solo: ha anche detto di essere vittima di un imbroglio per il quale ha sporto una sua denuncia. La procura di Evry è in fase di indagine per rintracciare i responsabili e verificare se ci sono altre vittime cadute nella rete della banda di truffatori.
Dunque, tutto finto: regali e cene di lusso, le rose e gli alberghi a cinque stelle. Idem per i voli in jet privato, di cui il noleggiatore non è mai stato pagato per il viaggio di ritorno da Saint-Tropez, ma, anzi, è stata la donna a saldare tutto in quanto l’unica in possesso di un regolare documento di identità. “Aspettiamo le conclusioni dell’inchiesta“, ha detto Anne-Claire, avvocata di Edwige. Aggiungendo, “dubitiamo sia toccato solo a Edwige“. L’obiettivo è ovviamente quello di identificare “i tanti protagonisti che hanno permesso di realizzare una tale montatura“.