86 anni anni fa nasceva Franco Califano, Francesco all’anagrafe. Soprannominato “Il Califfo“, nomignolo che non amava particolarmente, ha pubblicato 32 album e scritto mille opere tra poesie e canzoni. Franco ha scritto numerosi testi anche per altri artisti.

Nato il 14 settembre del 1938 a Tripoli, in aereo, mentre i genitori viaggiavano, già dai primi respiri Franco si faceva notare, costringendo il pilota a un atterraggio di emergenza. Il papà e la mamma vivevano in Libia, al tempo territorio italiano. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale con la famiglia tornarono in Italia. Dopo essersi trasferiti a Nocera Inferiore fu la volta di Roma.

Franco ha accompagnato alla crescita intere generazioni, facendosi amare con i celebri brani come “Tutto il resto è noia“, “Minuetto” o “La mia libertà“. Ha scritto e raccontato l’amore come pochi altri sono riusciti a replicare tra poesie e canzoni, senza farsi mancare le derisioni verso i vizi della società.

Romantico, diretto, amava la vita anche se non mancava di osservarla con malinconia. Quell’amarezza che non perse mai e che forse lo aiutava a esprimere al meglio il suo estro. In ogni sua canzone Franco Califano cercava di trasmettere la propria filosofia di vita. Il suo modo di fare lo rendevano un “personaggio“, a volte anche mal compreso. Poteva apparire volgare o violento, lui però era scomodo, forse.

Franco Califano e le donne

Franco ha amato le donne, dedicando loro le migliori parole e attenzioni. Nel 1990, in un’intervista, disse: “Ritengo che nella vita la donna sia indispensabile. Senza la donna non varrebbe la pena di vivere. La donna è la mia compagna, la mia ispiratrice, la mia compagna di giorno, di notte, di sempre. Nei miei pensieri, nell’anima e nel cuore quando sono innamorato. Mi affascina la donna brillante che mi dia emozioni“.

Proprio le donne furono le principali responsabili dei suoi primi problemucci da ragazzo quando fuggiva dai severi collegi ecclesiastici, dove fu mandato a studiare, per concedersi alle scappatelle.

La donna ideale non l’ha mai incontrata: “Ancora la cerco. Non chiedo la bellezza, chiedo emozioni. Sto cercando, ho vissuto storie. Una donna è difficile che mi stia accanto perché non mi crede mai, perché sono stato una canaglia, ho avuto troppe donne e quando ritardo in casa il sospetto è subito quello del tradimento. E il rapporto, se diventa faticoso, non mi interessa. Voglio un rapporto basato sulla fiducia e stima reciproca“.

Mi sono sposato per fare una festa

La sua vita andava “come il vento“, così come lui stesso l’ha definita. Califano era molto noto anche per i suoi eccessi e per quell’amore sfrenato di libertà. Da giovane dovette diplomarsi grazie alle scuole serali, perché non riusciva ad alzarsi per andare a scuola di mattina. Era fatto così: “Sono andato a letto cinque minuti più tardi degli altri, per avere cinque minuti in più per raccontare. Quindi sono un uomo raro“. Lo disse una volta, una delle sue celebri frasi.

La poesia non bastava per guadagnare, andava raccontata in maniera intonata. Ma prima di provarci tentò una carriera nei fotoromanzi a Milano. A 19 anni si sposò con Rita Di Tommaso. Nacque Silvia. Franco però si sentiva legato, il matrimonio non resistette più di poche settimane. “Mi sono sposato per amore? Sembra… – disse – Anche per fare una festa. Ero frivolo, giocherellone, non prendevo niente seriamente. Figuriamoci il matrimonio…”.

Quella strana coppia… con Patrizia De Blanck

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Il cantautore ebbe una relazione con la contessa De Blanck negli anni Settanta. I due erano innamoratissimi come ha rivelato la stessa contessa, sebbene appartenessero a due vite e due modi di vivere piuttosto differenti. Franco le scriveva delle lettere, “io però non le potevo accettare“. Il cantautore parlava di immaginare la contessa nuda.

Tra i motivi della separazione anche il vizio del fumo di Franco. Sul fatto che l’artista avesse detto di essere stato con 1.500 donne: “No, non ci credo – ha spiegato la De Blanck – Queste cose si dicono per stupire, ma non ci credo per niente. Tre donne al mese? Ma quando mai? Sai che l’uomo è un po’ mitomane. Come vedi, viene ricordato per queste cose. Ma non è così. Lui era uno molto raffinato nella sua maniera, escluderei proprio queste cose“.

Le ombre nella vita di Franco Califano: il doppio arresto da innocente, lo scandalo della malagiustizia

Arrivarono poi le ombre: nel 1970 fu arrestato per possesso di stupefacenti (fu coinvolto anche Walter Chiari, poi assolto con formula piena). Tornò in manette nel 1984 insieme a Enzo Tortora, celebre conduttore televisivo: l’accusa stavolta era di associazione a delinquere di stampo camorristico e traffico di stupefacenti. Secondo l’accusa, Franco spacciava cocaina nel mondo dello spettacolo, agendo negli interessi delle cosche mafiose. “Il fatto non sussiste“, Franco fu assolto entrambe le volte con formula piena. L’artista la chiamava “prigione” e non carcere. Due esperienze negative che in parte lo segnarono e lo macchiarono ingiustamente.

Passò sei mesi nel carcere di Rebibbia e undici ai domiciliari: “Mi ha indurito – disse all’Ansasono più diffidente di prima“. Sugli stupefacenti disse: “Il giorno che non li userò più non lo dirò a nessuno“. Passò quasi un anno in casa agli arresti domiciliari: “La cambierò, dopo due mesi mi era venuto a noia tutto, anche il sesso. Avevo perfino interpellato i miei avvocati per tornare a Rebibbia“.

Dopo la morte del cantautore Vittorio Feltri scrisse: “È morto Califano. Fu incarcerato due volte. Innocente. Nessun risarcimento. Quante ne ho viste di storie così. Quante ingiustizie. Dolore“.

Quando lasciò i domiciliari per andare a canta a la “Vie en rose

Il 4 luglio del 1985 alla discoteca de la “Vie en rose“, molto in voga in quel periodo, si presentò mentre era agli arresti domiciliari. Sebbene avesse ottenuto il lasciapassare per fare le serate, l’accordo con le forze dell’ordine prevedeva che Franco avesse dovuto avvisare sulle destinazioni in cui avrebbe fatto tappa. In quel periodo era imputato nel processo contro la Nuova camorra organizzata e mise in piedi una tournée estiva di circa due mesi in Sicilia.

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Silvia, figlia di Franco Califano

Franco ha avuto molte relazioni sentimentali ma non si è mai più legato in matrimonio dopo quella volta a 19 anni in cui sposò Rita Di Tommaso. Dal loro amore nacque l’unica figlia del cantautore, Silvia. Franco ha combattuto per tanti anni con una lunga malattia. “Il Maestro stava per partire per un ‘mini tour’ con accompagnamento di pianoforte, batteria, chitarra e contrabbasso – scriveva Enrico Giaretta del Corriere della SeraEra entusiasta di questa nuova avventura. Avremmo dovuto suonare il 4 aprile a Porto Recanati e, pochi giorni dopo, avevamo un appuntamento in sala di incisione ad Avezzano“. La morte sopraggiunse il 30 marzo di 9 anni fa per un arresto cardiaco. Franco si è spento a 74 anni ad Acilia, nella sua villa.

Nel 1973 compose “Minuetto“, brano celebre del cantautore che scrisse con Dario Baldan Bembo per Mia Martini. Fu il 45 giri più venduto dell’anno restando in cima alle classifiche nazionali per ben 22 settimane di fila. Tre anni dopo uscì l’album “Tutto il resto è noia” che vendette più di 1 milione di copie e permase in classifica per 7 settimane. Il brano omonimo ha fatto la storia e la fa ancora oggi, spesso utilizzato nel quotidiano, che sia nelle pubblicità o nelle introduzioni di trasmissioni radiofoniche come “La Zanzara“, condotta da Giuseppe Cruciani su Radio 24.

La sua verve fu premiata nella selezione del reality show “Music Farm“, del 2006, esperienza della quale ancora continuano a far sorridere i suoi video in rete. Nel 2010 si ruppe tre costole a causa di un incidente domestico. Franco si è spento il 30 marzo del 2013 a causa di un attacco cardiaco. Solo 12 giorni prima si era esibito nel suo ultimo concerto. Come spesso accade il suo mito è aumentato dopo la scomparsa, ma Franco era già grande in vita.

L’anno dopo la scomparsa di Franco fu presa l’iniziativa di intestare al cantante una strada o una piazza della città di Pagani. Califano era particolarmente legato alla sua terra d’origine. Proprio gli scorsi venerdì e sabato, una delegazione dell’amministrazione comunale paganese è stata in visita ad Ardea, comune che ha ospitato “Il Califfo” prima di morire. Si tratta di un gemellaggio Ardea-Pagani ai primi passi, nato per ricordare il mitico cantante. Il Comune di Pagani vuole portare alcuni cimeli di Franco Califano nel comune della provincia della capitale in vista di una mostra temporanea per celebrare il decennale della morte dell’artista.

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