Era marzo 2022 quando Mia Ginever morì in ospedale a causa di una meningite scambiata per un semplice virus “fastidioso”. La giovane, circa una settimana prima del decesso aveva iniziato ad accusare mal di gola, mal di testa e malesseri vari. Con il passare dei giorni, tuttavia, i sintomi anziché migliorare, iniziarono a peggiorare sempre più e la 19enne decise dunque di recarsi al pronto soccorso per farsi visitare. Nella struttura, tuttavia, i medici rassicurarono la giovane, dicendole che era una semplice influenza.

Scambiano la meningite per un virus fastidioso

Pochi giorni dopo il primo consulto, tuttavia, Mia Genever, morta a 19 anni, decise di tornare in ospedale poiché le sue condizioni non miglioravano affatto. Al Frimley Park Hospital di Camberley, nel Regno Unito, tuttavia, il personale sanitario negò i farmaci alla ragazza, perché per loro la giovane stava bene. Nonostante Mia implorasse i medici di non lasciarla morire, infatti, ci vollero 5 ore prima che un medico la visitasse. Tuttavia, invece dei consueti esami del sangue, alla 19enne fu applicato un cerotto adesivo contenente analgesici.

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La morte di Mia Genever e le parole della mamma

Solo dopo ulteriori 3 ore, a causa dell’aggravarsi delle condizioni della vittima, i medici in seguito all’esame del sangue scoprirono che la ragazza era affetta da meningite B. La successiva somministrazione di antibiotici che solo poche ore prima le avrebbero salvato la vita, però, non fece altro che allungare l’agonia della 19enne. Mia Ginever, infatti, messa in coma farmacologico, morì 2 giorni dopo, sotto gli occhi increduli dei genitori.

In queste ore, infine, l’inchiesta sull’ospedale inglese ha concluso che i medici non intervennero per salvare la vita della giovane a causa di un “pregiudizio cosciente”. A tal proposito la struttura sanitaria ha riconosciuto le proprie colpe: “Sulla paziente non è stato eseguito il protocollo corretto di somministrazione di antibiotici”. La mamma della 19enne, invece, distrutta dal dolore ha dichiarato: “L’intero futuro di Mia è stato portato via senza che lei avesse alcuna colpa. Aveva così tanto da dare al mondo ed era pronta ad abbracciare la sua vita. Avevamo fiducia che i medici prendessero le giuste decisioni. Se avessi avuto la minima idea che stesse per morire, avrei urlato, fatto qualcosa…”.

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