Voleva cambiare vita Alessandro, lo aveva anche scritto alla fidanzata in uno dei suoi ultimi messaggi: “Non ci voglio lavorare più qui”. Una lastra d’acciaio caduta da una carrucola in un cantiere di Scafati, invece, gli ha negato la possibilità di farlo. Alessandro Panariello, infatti, è morto a 21 anni, mentre lavorava in nero.

Alessandro, morto in cantiere a 21 anni: lavorava in nero

Nessuna protezione, nessuna tutela, Alessandro, morto a 21 anni mentre lavorava in nero, lo aveva detto più volte al suo datore di lavoro: “Mettimi in regola”. Il giovane deceduto sul colpo venerdì 17 maggio, aveva lasciato la scuola ad appena 14 anni per aiutare la famiglia. Orfano di padre, infatti, il ragazzo da anni aiutava la mamma lavorando nei cantieri del Salernitano, sempre in nero. Più volte, racconta la mamma, aveva chiesto al suo datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentagli la paga, affinché potesse avere una vita dignitosa. Alcune volte, addirittura aveva abbandonato il posto di lavoro dopo le litigate per la sicurezza. Pochi giorni fa, probabilmente rassegnatosi, aveva confidato alla giovane fidanzata il desiderio di andarsene.

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Le parole della mamma e della fidanzata della vittima

Alessandro, invece, ha trovato la morte a soli 21 anni, tra i calcinacci e la polvere di un cantiere di Scafati, dove lavorava per tutta la giornata per 50 euro. La mamma e la fidanzata della vittima, intanto, fanno sapere di aver sporto denuncia verso il datore di lavoro. “Siamo morte assieme ad Alessandro, ma faremo di tutto affinché giustizia venga fatta. Sporgeremo querela contro il datore di lavoro, anche perché il povero Alessandro non era regolare, nonostante avesse sempre chiesto di avere un contratto di lavoro. Ora la nostra vita è cambiata per sempre. Saremo destinati ad andare avanti con la morte nel cuore perché niente e nessuno potrà restituirci il nostro Alessandro”.

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