Proprio oggi ricorre il secondo anniversario della morte di Luana D’Orazio, la 22enne morta in fabbrica a 22 anni. La mamma della ragazza scomparsa: “Vorrei che diventasse il simbolo della sicurezza sul lavoro”
Esattamente due anni fa ci lasciava Luana D’Orazio, la 22enne operaia toscana morta in fabbrica proprio il 3 maggio del 2021 a Montemurlo.
La giovane Luana venne stritolata da un orditoio: le indagini hanno chiarito che l’oggetto fu manomesso per velocizzare le operazioni di lavoro e accelerare la produzione.
Inoltre, l’operaia era mamma di un bambino che oggi ha 7 anni: il Primo Maggio, in occasione della festa dei lavoratori, la giovane è stata ricordata dai familiari e dai parenti, oltre ad alcuni vip.
Come ad esempio il cantante de Lo stato Sociale Lodo Guenzi, che l’ha omaggiata sul palco del Concertone, a Roma.
Da quel giorno, la vita dei familiari di Luana è cambiata irrimediabilmente.
La mamma della vittima si sta impegnando a portare avanti progetti ed eventi in giro per l’Italia, nella speranza che il problema della sicurezza sul lavoro in Italia venga risolto, una volta e per tutte.
“Vorrei che mia figlia diventasse il simbolo della lotta per la sicurezza sul lavoro. Quando era cameriera e non riscuoteva da tre mesi, andò a denunciare all’ispettorato del lavoro. Non aveva neppure 18 anni. Oggi vado nelle scuole a dire ai ragazzi di rifiutare il lavoro se le condizioni sono ingiuste”
Ha dichiarato la signora Emma Marrazzo, ai microfoni di Repubblica.
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La mamma di Luana: “Delusa dalla giustizia”
Oggi, Emma cerca di farsi portavoce di tutti quelle persone che lottano contro le ingiustizie sul posto di lavoro, puntando il dito contro coloro che ignorano ogni tipo di sicurezza a discapito dei dipendenti.
“Mia figlia è stata messa davanti a un’arma pronta a sparare. Era stata trasgredita ogni norma di sicurezza e levata la staffa originale, lo dice la perizia della procura.
Il dolore non passerà e piangerò come sempre. Continuerà a mancarmi.
Ma se un domani ci fossero molti meno morti sul lavoro allora sarebbe diverso”.
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Per la morte di Luana D’Orazio, la 22enne toscana morta in fabbrica, i due titolari dell’azienda hanno patteggiato la pena. I giudici li hanno condannati rispettivamente a due anni e ad un anno e sei mesi, con la sospensione condizionale per omicidio colposo.
Una sentenza che non può rendere soddisfatta la signora Emma, che ha perso una figlia in maniera così drammatica.
“La vita di mia figlia non può valere due anni: sono molto delusa. Speravo in una pena più giusta”
ha concluso la madre della vittima.