Una quattordicenne di etnia rom ha denunciato i suoi genitori per maltrattamenti, poiché la costringevano a chiedere l’elemosina e a vivere di stenti, tra botte e minacce. La testimonianza della ragazzina è stata confermata dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha ricostruito la vicenda. I genitori della quattordicenne, d’origine bosniaca dovranno ora comparire in tribunale.
I due, padre e madre di 13 figli, vivevano tutti in un alloggio popolare di San Basilio e costringevano la loro prole a mendicare, a vivere di stenti, tra continue violenze e soprusi.Secondo le parole della quattordicenne, inoltre, i genitori l’avevano promessa in sposa a uno sconosciuto in cambio di una somma di denaro e a causa del rifiuto della giovane, le erano stati rasati i capelli a zero: «Me lo dicono da quando ho 11 anni – ha raccontato – gli ho detto che se succede mi butto dal balcone. Loro mi hanno risposto che prima devono incassare e poi posso farlo».
Il Giudice, nell’ordinanza di custodia cautelare per le indagini preliminari nei confronti dell’uomo e la donna, li ha definiti «Personalità violente e prevaricatrici, unite da un interesse comune: lucrare sull’accattonaggio delle figlie. Del tutto incapaci di considerare il dissenso e il disagio di una di loro, di rispettarne l’obbligo scolastico e di occuparsi delle sue esigenze primarie».
I genitori dovranno rispondere dell’accusa di schiavitù e lesioni personali gravi
Ora l’uomo e la donna di origine bosniaca, già rinviati a giudizio, dovranno difendersi dall’accusa di schiavitù e lesioni personali gravi. Il processo nei loro confronti avrà inizio il 12 giugno 2023 davanti alla Corte d’Assise di Roma, mentre la loro figlia, che secondo diverse testimonianze di donne con cui si era confidata, aveva più volte tentato il suicidio, in seguito alla denuncia è stata affidata ai servizi sociali che le hanno dato assistenza, con la speranza che possa d’ora in poi condurre una vita normale e dimenticare un’infanzia tutt’altro che felice.