Isabella Linsalata, ginecologa di Bologna, è stata avvelenata con un mix di farmaci dal marito Giampaolo Amato. La donna non avrebbe denunciato per il bene dei figli

Isabella Linsalata, la ginecologa avvelenata a Bologna dal marito Giampaolo Amato, sapeva da tempo che l’uomo le somministrava sostanze per sedarla. Tuttavia, la 62enne avrebbe deciso di non denunciare per il bene dei figli e perché sperava che la crisi coniugale potesse risolversi.
L’uomo, molto noto in città per aver collaborato come medico nella squadra di basket Virtus Bologna, è ora accusato di omicidio premeditato.

Gli inquirenti hanno hanno dimostrato che la donna era a conoscenza dei tentativi di avvelenamento da parte del marito, ma avrebbe preferito non denunciare.
Sebbene la sorella e le amiche fossero a conoscenza dei fatti: Infatti, si lege nella sentenza del giudice :

Grazie alla lungimiranza, al senso di protezione e all’ostinata ricerca della verità serbati in particolare da queste tre donne, che non l’hanno mai abbandonata, che si dispone oggi di accertamenti di tipo tecnico formatisi ben prima del suo decesso”

Ha scritto il giudice. La sorella della vittima, infatti, avrebbe conservato prove schiaccianti come una bottiglia di vino contaminata.

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Isabella, avvelenata con una tisana: “Era convinta che volesse sedarla, non ucciderla”

Giampaolo Amato avrebbe utilizzato sostanze del tipo benzodiazepine per sedare sua moglie.
Isabella era consapevole di tutto ciò, anche per il sapore amarissimo delle bevande che ingeriva.
Tuttavia, come ha testimoniato un’amica della ginecologa bolognese, non avrebbe denunciato il marito per non esporre i figli.

“Le consigliai di lasciarlo e di denunciarlo. Ma lei non volle. Non voleva esporre i figli. E poi era ancora profondamente innamorata di lui. Perché era convinto che volesse sedarla, non ucciderla. Pochi immaginavano che sarebbe arrivato a tanto. Abbiamo provato a fare squadra per dare una mano ad Isabella. Ma non ci siamo riuscite. E alla fine lei è stata uccisa”.

Ha dichiarato la donna ai microfoni de La Stampa.

Il vino, le mancate denunce, la morte, l’arresto: la triste storia di Isabella

Nel maggio del 2019, Isabella Linsalata aveva detto a sua sorella di aver bevuto a cena un vino dal sapore particolarmente amaro.
Così, la sorella aveva recuperato la bottiglia e l’aveva conservata permettendo le analisi degli inquirenti che a marzo del 2022 hanno dato esito positivo.
Inizialmente, i medici stabilirono che la ginecologa fosse morta per cause naturali.

Successivamente, gli accertamenti medico-legali e le indagini hanno permesso di chiarire le cause della morte di Isabella, avvenuta il 31 ottobre 2021. Il decesso sarebbe legato alla somministrazione dolosa di due farmaci, una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero. Farmaci che alla donna sarebbero stati dati appunto da suo marito, secondo l’accusa.

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Così, Amato è stato arrestato con l’accusa di omicidio premeditato e e anche per i reati di peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi.

Ecco la motivazione del Gip, dopo che il medico 64enne si era sempre professato innocente:

“Non voleva rovinare la carriera del marito, ma soprattutto l’ha fatto per il bene dei figli, così da preservarne il rapporto con loro padre. Amato sarebbe stato spinto da un inconfessabile desiderio di rimuovere l’unico ostacolo tra lui e la sua amante”.

Infatti, Amato dal 2018, avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale. Una volta riacquistata la fiducia della moglie, l’indagato le avrebbe somministrato il Midazolam all’interno di qualche bevanda, come peraltro aveva già fatto in passato.