Il caso di Eleonora Bottaro risale al 2016: la ragazza morì il 29 agosto, a 17 anni, a causa di una leucemia linfoblastica acuta che necessitava della cura di chemioterapia, negata dai suoi genitori.

Al tempo, infatti, Lino Bottaro e Rita Benini, una coppia padovana, rifiutarono le sedute di chemio e decisero di curare la figlia sulla base del metodo Hamer, con cicli di cortisone, agopuntura e vitamina C.

Il metodo Hamer

Quello di Hamer era un metodo tedesco, radiato dall’albo professionale, che elaborò la cosiddetta ‘Nuova medicina germanica’. La Cassazione ha confermato la condanna a due anni, inflitta sia in primo che in secondo grado, per i genitori della ragazza. Madre e padre sono accusati di omicidio colposo per aver impedito le cure necessarie alla 17enne.

“Con la chemioterapia, la figlia si sarebbe potuta salvare con buone possibilità”

Per i medici, se fosse stata sottoposta alle cure tradizionali, Eleonora avrebbe avuto una possibilità di guarigione dell’80%. La ragazza iniziò a sentirsi male a dicembre 2015. Accusava febbre e dolori alle ossa, ma solo il 19 febbraio fece accertamenti clinici, dopo un mese dalla ricomparsa dei sintomi.

Dopo poche ore arrivò la diagnosi: leucemia linfoblastica acuta. Venne dunque ricoverata nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova. Ma la ragazza, secondo i tre gradi di giudizio, fu fortemente influenzata dai genitori e si affidò al metodo Hamer, rifiutando le cure tradizionali.

La mamma della giovane: “Credo nella giustizia divina”

Il 26 febbraio Eleonora usci dall’ospedale. Ma, lo stesso giorno, il tribunale dei minori sospese la potestà genitoriale ai Bottaro ordinando di sottoporre la figlia alla chemio e in un ospedale a loro scelta. La 17enne si recò in quello di Bellinzona, in Svizzera, ma, nonostante le sollecitazioni dei medici ad iniziare la cura, Eleonora rifiutò categoricamente.

Mentre la procuratrice Valeria Sanzani è convinta che la ragazza sia stata interamente plagiata dall’idea dei genitori, la madre, Rita Benini, è ancora dell’idea di aver fatto le cose giuste per la salute di sua figlia e che rifarebbe tutto quello che fece al tempo, affermando: “Credo nella giustizia divina” .

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