“Non mi hanno ascoltato”: sono parole di dolore quelle della mamma del neonato morto soffocato all’ospedale Sandro Pertini di Roma. La donna si era addormentata durante l’allattamento. “Ho chiesto aiuto per tre notti di seguito al personale del reparto in cui ero stata ricoverata”. Tre notti consecutive tenendo in braccio il piccolo dopo “17 ore di travaglio”.

“Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto dopo 17 ore di travaglio. Ero entrata in ospedale il giorno precedente, avevamo scelto il Pertini perché ero affezionata a questo posto visto che ci sono nata anche io. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita, a fatica, a tenere il bambino vicino a me”.

Vedi anche: Si addormenta mentre lo allatta, bimbo di 3 giorni muore soffocato tra le braccia della mamma

Tre giorni dopo il parto, l’8 gennaio, il neonato muore soffocato durante l’allattamento all’ospedale Sandro Pertini di Roma: la ricostruzione, le parole dell’avvocato Alessandro Palombi, l’audit clinico e il comunicato della Direzione strategia della Asl Roma 2

Il piccolo era nato in buone condizioni con un peso superiore ai 3 chili. Però poi la donna, “stravolta”, è crollata in un sonno profondo. “Mi muovevo con difficoltà”. Dopo aver chiesto assistenza alle infermiere, si sarebbe sentita dire che il piccolo non avrebbe potuto stare nella nursery. “E lo stesso è accaduto la notte di sabato – ha proseguito la donna nel racconto, in riferimento al 7 gennaio scorso, ripercorrendo i giorni antecedenti alla tragedia – Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. ‘Non è possibile’, mi è stato risposto ancora una volta”.

Neonato muore soffocato tra le braccia della mamma: la notte della tragedia. Quindi, dopo tre giorni dal parto, la neo mamma si era addormentata. “Sono crollata, non ce la facevo proprio. Da quel momento non ricordo più nulla”. Quello che è successo dopo è stato un trauma indelebile: “All’improvviso, nel cuore della notte, sono stata svegliata dalle infermiere:

“Il bambino non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bimbo era morto. Non ricordo che fosse presente una psicologa, e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita. Di sicuro – ha concluso – non mi hanno detto come era successo. A quel punto non ho capito più niente, mi è crollato tutto addosso. Forse sono anche svenuta”.

L’avvocato della donna

Alessandro Palombi

Tragedia al Pertini di Roma, neonato muore soffocato durante l’allattamento: il legale della donna. “La mia assistita – ha detto Alessandro Palombi a Fanpage, uno dei due avvocati della mamma della vittima – ricorda di essere stata svegliata all’improvviso e di non avere più il bimbo con lei. Ha detto che l’hanno portata in una stanza, all’interno della quale le hanno dato questa tragica notizia, dicendole che non c’era più”.

L’avvocato Palombi ripone fiducia nella giustizia: “Siamo in fase d’indagine, abbiamo grande fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Procura, sembra stia valutando il caso con grande prudenza e determinazione. Attendiamo gli esiti dell’autopsia, poi valuteremo i prossimi passi da compiere”. Tuttavia, la famiglia è straziata dal lutto: “Posso dire che i familiari al momento sentono un dolore incredibile e un forte senso d’ingiustizia”.

Neonato morto soffocato al Pertini di Roma, il comunicato della Direzione strategia della Asl Roma 2. Dopo le denunce di carenza di personale nell’ospedale romano, ieri si è espressa la Asl Roma 2, sottolineando di aver attivato un “audit clinico”, da prassi, che attesti la correttezza e “l’aderenza alle best pactice e l’appropriatezza delle procedure”.

Il comunicato della Direzione strategia della Asl Roma 2

“La pratica del rooming-in, che permette al piccolo e alla neomamma di condividere la stanza 24 ore su 24, è ormai consolidata nel contesto nazionale ed internazionale, promossa da Oms e Unicef, per sostenere il contatto tra neonato e mamma, sin dalle prime ore dopo la nascita. Per questo motivo – si legge nel comunicato – viene attuato anche nell’ospedale Pertini, dove tutte le puerpere vengono informate dei rischi connessi alla gestione del bambino, venendo peraltro edotte, anche con la sottoscrizione di un modulo, sulle azioni da effettuare per evitare il verificarsi di eventi avversi”.

Poi, in merito alla vicenda in questione: “Con riferimento alle affermazioni riportate dai giornali, che le madri non siano seguite adeguatamente, la Direzione strategica respinge in maniera categorica questa rappresentazione in quanto non vi sono carenze di personale in servizio. Alle pazienti viene assicurata un’adeguata presa in carico ed il rispetto dei requisiti organizzativi previsti dalla normativa vigente, che determina, peraltro, un alto livello di soddisfazione da parte dell’utenza così come testimoniato dall’incremento dei volumi di attività”.

Continua a leggere su Chronist.it