Due genitori di Firenze sono indagati per maltrattamenti nei confronti di un bimbo di 8 anni che si era presentato a scuola con il volto pieno di lividi e graffi. La maestra non ha potuto fare a meno di notare le escoriazioni sul volto del suo alunno e ha allertato le forze dell’ordine.
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A scuola con i lividi sul volto, bimbo “maltrattati dai genitori”: la ricostruzione, le indagini della Procura dei Minori di Firenze
I fatti risalgono allo scorso mercoledì 26 ottobre, quando il piccolo è entrato nella scuola elementare di via Taro con degli strani segni sul volto. Subito la docente ha chiesto al piccolo cosa gli fosse successo ma il bimbo ha preferito non raccontare l’accaduto in un primo momento. Probabilmente intimorito dall’eventuale reazione degli stessi genitori.
Bimbo a scuola con i lividi: la confessione. In un momento più confidenziale poi il bambino avrebbe rivelato che il suo volto era stato vittima di violenze da parte dei genitori. Solo in quel momento la maestra ha deciso di comporre il numero delle forze dell’ordine, poco dopo seguite anche dai sanitari del 118 giunti sul posto. Adesso la Procura dei Minori di Firenze ha aperto un fascicolo per maltrattamenti a carico dei due genitori.
Il delicato tema del maltrattamento minorile, in famiglia: codice penale, cos’è, psicologia, fasi di intervento, conseguenze e pena per maltrattamento infantile, fasi di intervento

Bimbo a scuola con i lividi sul volto: il reato di maltrattamento minorile. Il maltrattamento infantile è un comportamento inadeguato nei confronti di un bambino ed implica il rischio di causare danni fisici o emotivi all’individuo. Abuso fisico, abuso sessuale, abuso emotivo (abuso psicologico), e incuria: questi sono i quattro tipi di maltrattamento riconosciuti dalla legge.
La normativa disciplinata dall’art. 572 del codice penale sui maltrattamenti in famiglia, prevede pene più severe per il soggetto agente e qualifica il minore quale persona offesa dal reato. Non avendo una personalità formata e costruita, soggetto dunque a una fragilità emotiva, il minore è tutelato dalla legge e in caso di vessazione fisica e morale, questa può contribuire a danneggiare in maniera permanente la psiche dell’individuo.
A scuola con i lividi sul volto: vittima un bimbo di 8 anni, le conseguenze dei maltrattamenti. Oltre alle conseguenze fisiche e psicologiche, il maltrattamento nei confronti di minore comporta la reclusione dell’aggressore da quattro a nove anni in caso di una lesione personale grave; in caso di lesione gravissima la reclusione va da sette a quindici anni; in caso di morte, la reclusione va da 12 a 24 anni. La pena è aumentata se il minore ha meno di 14 anni. (Tale comma è stato prima inserito dall’art. 4, della l. 1 ottobre 2012, n. 172 e poi abrogato dall’art. 1, comma 1-bis, del d.l. 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, nella l. 15 ottobre 2013, n. 119).
Fasi di intervento
Bimbo di 8 anni a scuola con i lividi sul volto: le 4 fasi d’intervento. Le fasi di intervento si dividono in 4: la prima è la rilevazione, capire se si è di fronte ad un maltrattamento e valutarne l’entità; la seconda è la segnalazione/protezione all’autorità giudiziaria minorile e penale se necessario; la terza è la valutazione, con l’autorità giudiziaria che prescrive una “diagnosi” delle relazioni famigliari sulle cause del maltrattamento, sul danno nei confronti del minore e una “prognosi” sulla possibilità di recupero; infine c’è il trattamento che è strettamente correlato allo sviluppo della terza fase.
Il trattamento consiste, in caso di prognosi positiva, che vi sia la possibilità di un recupero della relazione genitore/figlio, il rientro in famiglia e vengono attivate le risorse della famiglia perché si consolidino interventi di terapia familiare o di coppia, o individuale.
Bimbo a scuola con i lividi: il ruolo dei servizi sociali. Anche in questa fase il servizio sociale ha un ruolo chiave perché mantiene l’affidamento del bambino o la tutela. In caso di prognosi negativa, la relazione genitore/figlio è considerata irrecuperabile e si accompagna il distacco. Si attivano dunque le risorse alternative per il minore con la terapia individuale e situazioni sostitutive in relazione ai bisogni oggettivi e psicologici del minore.