Negata la perizia psichiatrica ad Alessia Pifferi, la mamma accusata di aver fatto morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi, abbandonandola sola in casa lo scorso luglio per sei giorni, nell’appartamento dove viveva al primo piano di via Parea, a Ponte Lambro. “Era un peso“. Il giudice del tribunale di Milano, Fabrizio Filice, non rileva alcuna incapacità di intendere e di volere della 37enne. Al contrario, da alcune chat estrapolate dallo smartphone della Pifferi, coperte dal segreto istruttorio, si evince la voglia di “evasione” della donna che vedeva la figlioletta come “un ostacolo alla sua libertà“. Secondo il gip del capoluogo lombardo, Alessia, in quei giorni di abbandono della piccola Diana, si sentiva “finalmente sollevata per un po’ dal peso di essere una ragazza madre“. Spunta dunque anche l’accusa di maltrattamenti gravi pregressi alla morte della piccola.
“Alessia soffre di una forma di instabilità affettiva…”
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Secondo il magistrato milanese, Alessia Pifferi sarebbe dipendente psicologicamente “dall’attuale compagno“. Questo l’avrebbe “indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze” a Diana. Intanto è stata rigettata la richiesta di accesso in carcere avanzata dal professor Pietro Pertini, ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare, incaricato dalla difesa della donna accusata di omicidio aggravato a redigere una consulenza psichiatrica sulla stessa. Secondo gli inquirenti Alessia Pifferi non sarebbe affetta da alcuna patologia psichiatrica.
Accertamenti sul biberon consumato da Diana: c’è il rischio dell’aggravante della premeditazione per la mamma
C’è il rischio concreto che alla donna venga contestata anche l’aggravante della premeditazione qualora gli esami accertassero la presenza di benzodiazepine nel latte consumato dalla piccola prima di morire. Gli “accertamenti tecnici di natura biologica e chimico-forense” chiariranno questo aspetto. Nel frattempo la nonna e la zia di Diana hanno nominato un avvocato per costituirsi parte civile contro Alessia.