Lino (Lino Banfi) è un pugliese trapiantato nella città di Torino dove, da tempo, viene ospitato dalla sorella Bianca (Annabella Schiavone) e dal cognato Felice (Franco Barbero) i quali non fanno altro che rimproverarlo e redarguirlo per il suo scarso impegno nel trovarsi un lavoro serio e farsi una vita. Lino, infatti, lavora saltuariamente presso una bancarella di pesce del mercato rionale facendo muovere le aragoste con delle scosse elettriche che lui provoca da sotto il banco con una batteria d’auto.
Una domenica rimane in casa con il suo nipotino Marcolino e ne approfitta per controllare la schedina che ha giocato al Bar dello Sport con la collaborazione di Parola (Jerry Calà), un amico affetto da mutismo, il quale gli suggerisce di mettere un incredibile “2” alla gara tra Juventus e Catanzaro.
La mitica scena di Lino che controlla la schedina
Lino sta seguendo le partite alla radio con il romantico appuntamento domenicale di Tutto il calcio minuto per minuto e contemporaneamente tiene acceso il televisore. Lui cerca di seguire i vari collegamenti con gli inviati presso i principali campi della Serie A e gli aggiornamenti dalle gare di Serie B e Serie C presenti in schedina ma puntualmente Marcolino gli da fastidio. A 4 minuti dal novantesimo arriva il riepilogo dei risultati con il buon Lino che annota tutto con la sua penna sulla schedina giocata. Lino conta i parziali in quel momento azzeccati e quando dice: “..4, 5, 6..” viene bloccato dal nipotino che dicendo “scemo” gli affranca un adesivo dei puffi.
A questo punto lo zio si arrabbia e simulando di prendere una bottiglia di digestivo dice: “Guarda Marcolino che un giorno o l’altro ti do una bottigliata di amaro qua.. a tracolla te la do.. hai capito.. la devi finire…”. Ad un certo punto Lino, parlando del cognato, minaccia il piccolino evidenziando “guarda che io gli racconto tutte le fregnacce che hai fatto e sono mazzete!” ma Marcolino non si arrende e anzi rilancia: “ E io ci dico che hai telefonato in Puglia in teleselezione e sono bastonate”. Lino non può fare altro che trovare un punto di incontro: “Vabbé io non dico niente e così siamo pace e la facciamo finita. Certo che ha preso proprio tutto da tuo padre che è uno stro…, che è uno nostro parente, ehh.. non è mica mio cognato?!”.
Pellicola cult di un periodo meraviglioso
Questa è una scena epica del film Al bar dello sport che rappresenta quello che era il fervore e la passione di milioni di italiani soprattutto nel corso degli anni Settanta e Ottanta costantemente alla radiolina per seguire la propria squadra del cuore e controllare i risultati magari per centrare una vincita miliardaria come lo stesso Lino poi potrà fare grazie proprio al pronostico azzeccato dal suo amico Parola. Al Bar dello sport è un film cult che ha letteralmente fatto epoca, probabilmente tra i più brillanti e apprezzati tra quelli che hanno raccontato la grande enfasi del popolo italiano verso questo sport.
La pellicola è stata proposta ai botteghini del 1983 con la regia di Francesco Massaro il quale si è occupato anche della stesura di soggetto e sceneggiatura in collaborazione con Enrico Oldoini ed Enrico Vanzina. Le musiche sono di due grandi protagonisti del mondo della musica italiana come Toto Cutugno e Mariano Detto. Per la cronaca la pellicola incassò complessivamente 666 milioni e 885 mila lire e nel cast c’erano anche Mara Venier, Pino Amendola, Sergio Vastano, Enzo Andronico, Ennio Antonelli, Leonardo Cassio e Annie Belle.