Un David di Donatello, un Globo d’Oro, un Nastro d’Argento al Miglior Attore esordiente. Ecco alcuni dei riconoscimenti andati a Un sacco bello, folgorante esordio al cinema di Carlo Verdone, sia come attore sul grande schermo che come regista.
Era il 1980 e il giovane Carlo era già noto al grande pubblico come comico televisivo. I suoi personaggi tipici, frutto di un’attenta osservazione della realtà che lo circondava e di un’amorevole parodia, erano già stati tratteggiati all’interno del varietà televisivo Non stop. Proprio grazie a questa notorietà, alcuni registi lo avevano contattato per fargli sostenere delle parti secondarie, sfruttando proprio uno o più dei suoi personaggi. Lo vediamo anche oggi, accade con i comici televisivi: alcuni diventano registi, altri compaiono in film di altri.
Verdone era però convinto che sarebbe arrivata l’occasione giusta, che non avrebbe dovuto cedere ad Adriano Celentano che lo avrebbe voluto in Asso e nemmeno a un grande regista di commedie come Pasquale Festa Campanile. Aveva in mente altro e un bel giorno arrivò Sergio Leone, che volle produrgli un film. E fu grazie a lui che Un sacco bello ebbe l’indimenticabile colonna sonora di Ennio Morricone, che da sola, con quel fischio dalle tonalità altissime di Alessandro Alessandroni, descrive la Roma deserta a Ferragosto alla perfezione.
Carlo lo racconta sempre: a casa di Leone, il grande maestro del western all’italiana gli disse che quella sceneggiatura era tutta da rifare. A un certo punto entrò un omone barbuto, con un cesto di frutta in regalo. Era Mario Brega. Il resto è storia. E anche se Un sacco bello uscì a gennaio, è un film che racconta una Roma deserta, a Ferragosto, nella calura estiva e l’impossibilità di trovare qualcosa di aperto, come accadeva in quegli anni.
Un Ferragosto un sacco bello. Tu chi sei?
E siccome Ferragosto è alle porte e moltissime testate consigliano in quali ore mettersi in viaggio e cosa portare, lo facciamo anche noi, ma a modo nostro. A chi somigli di più dei tre protagonisti? All’ingenuo Leo? All’idealista Ruggero? O all’intraprendente Enzo?
La valigia di Leo
Se sei un tipo legato alla famiglia, dal cuore d’oro e sempre pronto ad aiutare gli altri, la tua valigia è quella di Leo. Qualche litro di olio, di quello buono, come se andassi in vacanza nel deserto e non potessi fare la spesa anche lì. E tutto quello che ha dimenticato tua madre, comprese le pillole per dormire. Calzoncini e magliette sgargianti, che ormai non coprono più bene la pancia. Cerca di compattare tutto: non puoi avere le mani troppo occupate per viaggiare in autobus.
La valigia di Ruggero
Di cosa c’è bisogno davvero che la natura non ci possa dare? Ma nulla: lei ci regala tanta roba un sacco buona e di tutto ciò che è materiale possiamo spogliarci. Letteralmente. Ciò che davvero ci occorre è solo tanto Love Love Love… al resto si provvede. Si viaggia a piedi, in bici, in autostop… E allora cosa porti con te? I tuoi ideali e qualcuno con cui hai deciso di fare tutto ai mezzi. Se sei il tipo che indossa sandali e pantaloni in lino, sei già nella direzione giusta.
La valigia di Enzo
Dopo aver fatto il pieno al tuo bolide, ci sono degli elementi per partire attrezzati. La mappa: studiatissima nei particolari e nei tempi. Persino nelle soste per il bagno. Calze di nailon, penne a sfera e poi via, verso la Polonia. La tua meta è una vacanza per conoscere gente e va bene se sei un tipo socievole e amante del divertimento, uno che non si pone limiti prestabiliti: chi vivrà, vedrà. Porta con te la musica, quella che “Nun smorzà, abbassa…”, e tante storie da raccontare. I nuovi amici – e le amiche – saranno assicurati. Una raccomandazione: non dimenticare l’ovatta. Sai bene a cosa serve…
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