Caterina De Angelis si mette a nudo, proprio come sua mamma nel proprio primo film alla regia, “Volare”: il rapporto con Margherita Buy, le invidie e la recitazione

Se vi capitasse di interfacciarvi con Caterina De Angelis, la figlia di Margherita Buy, e potreste pensare di avere a che fare con una delle tantissime 23enni condizionate da apparenza e social, sappiate di essere molto vicini al prendere un granchio enorme. D’altronde, basta guardare la mamma, no? Alla decima edizione del Milazzo Film Festival, la giovanissima attrice ha ricevuto il premio “A star is born”. Eppure, tutto era iniziato senza riporre chissà quali speranze. Esattamente tre anni fa, sul set di “Vita da Carlo”, la serie di Carlo Verdone, ove l’attrice interpretava la figlia del protagonista dei grandi classici della commedia.

Alla prima apparizione fece già colpo sul pubblico, favorita anche da una bellezza non indifferente oltre che dalla qualità professionale, a sua volta splendente grazie ad un animo spontaneo e spiritoso. Promossa, ha interpretato il ruolo anche nelle stagioni successive e poi ha preso parte a “Volare”, il primo film alla regia di mamma Margherita. Oggi frequenta il secondo anno con l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, il cui esame d’ammissione è un bell’ostacolo da superare. “Voglio fare l’attrice”, dice oggi di sé, decisa più che mai. “E voglio farlo sul serio”.

La figlia d’arte, un ruolo non semplice con il quale destreggiarsi nell’ambiente

Quando una donna come Caterina parla così, statene certi che l’obiettivo diventa alla portata. “Vivevo a Londra, dove mi sono laureata in Scienze cinematografiche, stavo per ottenere la cittadinanza britannica quando ho capito che la recitazione sarebbe stata il mio futuro”. Un crocevia importante, che gli episodi della vita hanno fatto in modo di far concatenare affinché il miglior estro venisse espresso. La recitazione è nel sangue, non poteva essere altrimenti da figlia d’arte qualè.

“Sono perciò tornata a Roma per inseguire il sogno che da sempre mi frullava nella testa e da cui invece cercavo di scappare, raccontandomi un sacco di bugie. L’Accademia mi ha regalato una grande crescita personale, si è creata fra noi allievi una grande armonia, sono capitata nella classe più figa di tutte”.

Figlia d’arte, appunto: un dettaglio che spesso crea inimicizie. Cattiveria, diffidenza, nessuno le ha risparmiato niente di tutto ciò:

“All’inizio tanta – cattiveria (ndr) -, i miei compagni sono stati proprio st*onzi. Poi me li sono conquistati con l’impegno. Hanno capito che voglio partire dal gradino più basso e non cerco scorciatoie. Le persone tutto sommato sono buone… so di dover lavorare sodo, sono una sorvegliata speciale. Ma ce la metterò tutta”.

La decisione la condivise con la mamma, ci mancherebbe altro. Margherita fu “bravissima, all’inizio non si è dimostrata né favorevole né contraria. Era già contenta del mio impegno all’università ma quando ha visto la dedizione con cui mi preparavo ai provini di ammissione all’Accademia ha rispettato la mia scelta”. Incoraggiata dai risultati, “sulla sua scia, voglio costruire una carriera solida, fatta più di coerenza artistica che di singole occasioni”. E oggi recita anche con la mamma. Di più: con i film diretti dalla Buy. “Mamma mi ha fatto innamorare del mestiere perché non è una diva. Lavora tanto e fa la cosa che le piace di più: il lavoro è l’uomo della sua vita”.

In “Volare”, Caterina è la figlia di Margherita, proprio come nella realtà. Un film dove ha svelato tutta sé stessa, anche con autoironia. Nella vita reale, non cambia molto: “Si, non ha assolutamente esagerato, ha semmai minimizzato le sue paure, gli attacchi di panico li ha per davvero”. Oggi può sognare in grande e volare sulle ali di un nuovo entusiasmo, ma non dimentica chi ha dato il via a tutto ciò. Carlo Verdone:

“Ha ha avuto fiducia in me e fin dall’inizio mi ha riservato un rispetto che pensavo di non meritare. Mi ha trattata come un’attrice vera, già collaudata, destabilizzandomi quasi. E nella terza stagione di Vita da Carlo il mio personaggio è cresciuto”.

Infine, un appello destinato ai giovani, che fa riflettere visto che proviene da una ragazza di 23 anni:

“Noi attori giovani viviamo nell’era dei social che, purtroppo, hanno frullato la testa a tutti. Si punta più sull’immagine che sulla sostanza, c’è maggior interesse a creare un brand attraverso i post che a costruire una carriera. Ma il numero dei follower non conta, il nostro lavoro è studiare senza risparmiarsi. Altro che Instagram”.

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