La causa di morte, le ultime ore di vita, la depressione per i debiti con lo Stato, il patrimonio: il ricordo della “Sandrocchia” Milo nazionale, come la chiamava Fellini

Se n’è andata a 90 anni Sandra Milo, ma ancora si parla dell’eredità che ha lasciato, più quella morale che materiale, viste le bagarre con lo Stato per il suo patrimonio. Sono i figli a denunciare le ultime vicissitudini della loro madre, deceduta lo scorso 29 gennaio. Pierluigi Diaco ha detto che “non stava bene da molto, era a letto da giorni”. La musa di Federico Fellini ha avuto una vita difficile, sia dal punto di vista sentimentale che da quello economico. A 90 anni aveva capito, forse tardi, che è bene “accettare quello che la vita ti dà”. Ma, fondamentalmente, con il suo bel carattere, lei non si è mai tormentata troppo. Il sorriso non l’ha perso mai. Tre matrimoni, un quarto poi dichiarato come finto.

L’attrice aveva debiti con lo Stato per una cifra intorno agli 850mila euro, come da lei stessa dichiarato. L’Erario le chiese 3 milioni di euro all’inizio, il totale delle tasse non versate negli anni, una cifra frutto di errore, poi ridimensionata ma comunque elevata per le capacità del suo patrimonio. Il suo denaro, dunque, è stato confiscato quasi totalmente dall’Agenzia delle Entrate, sebbene Sandra avesse lavorato sino agli ultimi istanti di vita. “Mia mamma ha sempre condiviso tutto: gioie, dolori, ascese, insuccessi”, ha detto la figlia Debora a La Vita in Diretta.

“Mia madre ha pagato sempre in prima persona i suoi errori e non si è mai vantata delle sue conquiste. Il cinema a volte la ha osannata, a volte dimenticata, ma noi sappiamo che lei ha seminato solo amore, generosità. Se ne è andata senza neanche una casa di proprietà, perché ha donato quello che ha guadagnato a chi ne aveva più bisogno”.

Quei 3 milioni di euro erano frutto di un errore, la cifra era inferiore al milione, comunque altissima per Sandra, che ha cominciato il suo calvario con lo Stato cinque anni fa. L’attrice non voleva pagare la somma intera: “La questione non è finita, però ho deciso di combattere per sostenere quelli che sono i diritti miei e della mia famiglia”, si sfogò così in televisione. “Tutti quanti in Italia abbiamo fatto dei debiti. Io intendo pagare, ma solo quello che devo, non un carico ingiusto”. Negli ultimi anni di vita, pur lavorando alacremente, l’attrice non metteva nulla in tasca data la confisca dell’Agenzia delle Entrate.

Le ospitate televisive, i ruoli nei programmi di Sky: niente era sufficiente affinché lei potesse riuscire a vivere serenamente dal punto di vista economico. Sopraggiunse la depressione e il desiderio di ritirarsi dal mondo dello spettacolo. “Ho retto fino adesso perché non volevo che i miei figli sapessero di questa situazione, ma ora non ce la faccio più, non posso più lottare”, raccontava ormai. “Mi sento vittima di un’ingiustizia”. Ai figli diceva: “Non sono una criminale”, non si capacitava del motivo per il quale “il mio Paese mi tratta così”.

La morte di Sandra: le parole di Pierluigi Diaco

Lei la povertà la conosceva, ci è nata, essendo stata “sfollata durante la guerra, cresciuta con una madre, una nonna, una sorella”. Sandra Milo è stata “capo famiglia di sé stessa sino ai 12 anni”, come ha ricordato Pierluigi Diaco a Bella Ma.

“Non si è mai fermata, crescendo tre figli in assoluta solitudine. Questo – riflettendo – per noi è stato un esempio infinito di dignità, indipendenza, testa libera. E poi ha sempre combattuto per le battaglie civili, per gli ultimi, contro la violenza alle donne, per il diritto al divorzio, alla carriera e agli stipendi uguali. Perfino per il fine vita e per gli animali. Ha salvato due cani che ora sono a casa e tutto ieri hanno pianto”.

Quindi il racconto delle ultime ore, le ultime giornate della Sandrocchia nazionale, come la soprannominava il regista Fellini: “La verità è che non stava bene. Era a letto da parecchio tempo, curata dall’amore dei suoi tre figli. Ha voluto lasciare questa Terra nel suo letto, era il suo desiderio”. Sebbene avesse la depressione per i debiti con lo Stato, Sandra “voleva tornare alla conduzione”, era innamorata del lavoro.

“Questo era il suo più grande desiderio e da lì ho avuto l’idea di farle curare la rubrica nel programma Io e Te, sia in Io e Te di notte che andava in onda in seconda serata su Rai Uno. Lei si divertiva moltissimo a rispondere alle lettere dei telespettatori di Rai Uno”.

Poi ha preso parola Debora, che intanto annuiva per tutto il tempo quando il collega parlava della mamma:

“Non ha voluto che il pubblico la ricordasse negli ultimi giorni, come la sua vita è finita, ma che la ricordasse sorridente, bella, elegante e luminosa come l’abbiamo sempre vista. Ed è anche così che farà l’ultimo viaggio: elegante, bella e luminosa. L’abbiamo vestita come una sposa, tutta di bianco. Perché era uno dei suoi vestiti preferiti, un vestito anche molto sexy, perché lei a 90 anni diceva sempre che una donna, se vuole, può conquistare chiunque. Le abbiamo messo il rossetto, perché lei mi diceva sempre ‘io senza rossetto non vado a buttare nemmeno l’immondizia. Se oggi c’è un diritto di famiglia è stato anche grazie alle sue battaglie pubbliche quando spronava il Parlamento a regolarizzare situazioni precarie, che in Italia erano tantissime. E poi la lotta contro tutte le discriminazioni, contro l’omofobia, contro tutto quello che gli altri tra virgolette ‘normali’ invece giudicano diversi. E poi questa straordinaria forza, lei era amica delle donne, è sempre stata una donna indipendente, libera: non solo libera di testa, ma libera di tutto. Diceva: ‘Se tu non dipendi economicamente da nessuno, non dipendi di testa da nessuno, se sei te stesso in qualsiasi momento te la cavi’. Quando avevo paura mi diceva: ‘Ricordati che nella vita si muore una volta sola’”.

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