Il riscatto di Massimo Ceccherini: dalle lacrime alla cena con il Papa fino ai consigli alla Snai, “giocatevi Io Capitano, quota 10”

“Io Capitano” non è solo un grande film, non va “semplicemente” agli Oscar rappresentando l’orgoglio azzurro, ma rappresenta soprattutto il riscatto di Massimo Ceccherini, che ora consiglia anche di “giocarlo alla Snai”, ironizzando sulla possibilità di scommettere sull’evento della notte delle premiazioni a Los Angeles.

E in California sarà atteso anche lui, l’attore toscano, che sembrava ai margini del cinema dopo gli ultimi spiacevoli eventi che avevano condizionato la sua vita, prima ancora della professione. Il film di Matteo Garrone, del quale Massimo è il co-sceneggiatore, risulta tra i cinque nominati all’Oscar. “Ho pianto”, è la confessione dell’attore, ma attenzione a non fraintendere. “Perché non voglio lasciare il mio Lucio da solo”.

Prima di questo successo, la vita si era fatta difficile. “Non è che lavoravo poco: non mi chiamava proprio nessuno”, ha affermato con estrema franchezza. Insieme a Matteo Garrone è pronto a formare una coppia vincente, che secondo l’attore è destinata a riscuotere l’ambito premio, come rivelato a La Nazione. “Io consiglio a tutti di giocarlo, perché oggi lo danno con una quota alta, a dieci. Ma quando uscirà questo articolo, la quota scenderà subito. Allora, la notizia è questa”.

Ironia a parte, ha raccontato anche del buon legame con papa Francesco, che avrebbe apprezzato il film: “Papa Francesco è diventato amico di Matteo Garrone. E fra qualche giorno si farà una cena con papa Francesco, Matteo Garrone, con me e con Pieraccioni”. Non è uno scherzo, Massimo dice il vero: “Andiamo nella casa di un personaggio famoso della televisione, di cui non faccio il nome. È un personaggio amico di Pieraccioni, scuro di pelle”.

Il film candidato agli Oscar

A breve potrebbe fare le valigie per trasferirsi temporaneamente oltreoceano, lo aspetta una serata da Oscar. “Alla notizia della nomination, ho pianto. Perché non riesco a lasciare il mio bambino, cioè il mio cane Lucio”. Amico fidato dell’attore, punto fermo della sua vita, Lucio ha contribuito a guarirlo per farlo uscire dal demone che lo aveva assalito. Ceccherini non ha mai fatto mistero di aver sperperato tutti i suoi soldi in “alcol, droghe, prostitute” e altri vizi, preferendo “vivere il momento”, senza mai pensare seriamente al futuro. Anni passati nell’oblio, ai margini del cinema. Fotografato in condizioni drammatiche sotto sbornia, ci ha messo un po’, ma ne è uscito. E, dopo esserne venuto fuori, è arrivato anche il miracolo: il riscatto rappresentato da un grandissimo film, che potrebbe segnare la sua rinascita. “Sono stato anche in Africa con Matteo, ho seguito tutte le riprese”. Dunque, in bocca al lupo.

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