Lando Buzzanca ne “Il prete sposato”. Anni 70’, che sono ricordati come quelli di piombo e anche dell’emancipazione sociale. Gli italiani iniziano ad avere una veduta più ampia e vecchi stereotipi stavano per cadere (o per lo meno lo si credeva). Il cinema iniziava ad affrontare tematiche che ancora oggi sono fonte di dibattimento come la possibilità che i preti possono sposarsi ed avere una vita sessuale come tutte le altre persone. Una pellicola che certamente anticipa i tempi e che peraltro offre tantissimi spunti divertenti è Il prete sposato. Siamo nell’anno 1970 con un film diretto dal regista Marco Vicario il quale ne scrisse anche soggetto e sceneggiatura. Le musiche sono di Armando Trovaioli e nel cast diversi nomi importanti del cinema italiano come Enrico Maria Salerno, Barbara Bouchet, Rossano Podestà, Luciano Salce, Mariangela Melato e soprattutto Lando Buzzanca nelle vesti di Don Salvatore, il principale protagonista.

Il prete sposato


Il regista Marco Vicario propone questa commedia azzardando un tema che al tempo era abbastanza scottante e veniva visto come un tabù (ancora oggi lo è). In particolare, il film è improntato sulla possibilità o quantomeno sulla tentazione che un prete possa provare il piacere della carne e magari sposarsi con una donna. Una scommessa che si è però dimostrata vincente, probabilmente anche in ragione della qualità del cast. Infatti, nella stagione cinematografica 1970-71, Il prete sposato si piazza al sesto posto davanti a grandi film come Borsalino di Jacques Deray, Il gatto a 9 code di Dario Argento, Il Presidente del Borgorosso F.C. e Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli. Ai botteghini, in maniera quasi insperata, riuscirà ad incassare 2 miliardi e 410 milioni di lire. Tra l’altro, caso strano, nonostante il successo ottenuto, la casa cinematografica che ne gestiva la distribuzione, decise di non pubblicare il film su supporto video.

La trama del film


Don Salvatore (Lando Buzzanca) è un giovane prete di origini siciliane che sta per occuparsi della sua prima parrocchia. Dovrà lasciare il tranquillo ambiente di periferia in cui viveva per andare a Roma. Prende l’aereo e sorvolando la Basilica di San Pietro e tutto il Vaticano, inizia ad emozionarsi al sol pensiero di poter far parte di tutto questo. Il compito per lui sarà complesso perché si ritroverà in un ambiente ben differente a quello a cui era abituato. Roma è tutt’altra cosa rispetto alla sua Sicilia. Dovrà gestire una parrocchia che si trova in un quartiere bene di Roma e fare i conti con una situazione che lo lascia completamente basito. Infatti, non era abituato alla spregiudicatezza e risolutezza di parrocchiani che affrontano il tema sessuale e tante altre situazioni con estrema leggerezza. Inoltre, la sua fede incrollabile e soprattutto il voto di castità fatto iniziano a vacillare.

Questo è dovuto alla costante presenza di bellissime donne che si mostrano, ai suoi occhi, quanto mai disinibite. Durante le confessioni viene a sapere di orribili peccati commessi non solo da giovani donne ma anche dalle madri cinquantenni. Spesso si rivolge ad un Monsignore che si dimostra abbastanza ipocrita e a una domenicano psicanalista per riuscire a capire come comportarsi. Quando poi nella sua vita fa irruzione la splendida Silvia, una ex squillo decise a cambiare vita, lui se ne innamora perdutamente. Ad un certo punto prende la decisione clamorosa di chiedere il permesso alla Curia di sposarla e restare prete.

Continua a leggere su Chronist.it