Amarcord, l’intramontabile capolavoro del cinema italiano del maestro Federico Fellini, compie 50 anni e resta ancora un film da vedere e rivedere

Tanti auguri ad Amarcord, il capolavoro di Federico Fellini, che spegne 50 candeline. Un film che nel corso degli anni si è imposto nell’immaginario collettivo degli italiani e ha fatto la storia del cinema mondiale. Il lungometraggio del regista di Rimini, infatti, vinse meritatamente l’Oscar come Miglior Film Straniero nel 1975. Ma vediamo alcune curiosità del film che probabilmente ad alcuni saranno sfuggite.

  1. Il titolo Amarcord deriva dal dialetto romagnolo “a m’arcord”, che significa “io mi ricordo”: è soprattutto un riferimento a un verso di una poesia di Tonino Guerra. Il poeta e sceneggiatore, infatti, era originario di Sant’Arcangelo di Romagna, comune a dieci chilometri di distanza da Rimini. Grazie al successo del film il termine è diventato idiomatico nel lessico italiano.
  2. Nel film ha una piccola parte Eros Ramazzotti, che a quei tempi aveva solo 10 anni. Il cantante appare in una scena insieme ad altri bambini intenti a lanciarsi delle palle di neve per le strade.
  3. Autore della colonna sonora fu il maestro intramontabile Nino Rota, compositore storico di Fellini e conosciuto in tutto il mondo per la collaborazione anche con Visconti e Francis Ford Coppola ne Il Padrino.
  4. Nel corso della 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2015 fu presentata una versione restaurata diretta nientemeno che da Giuseppe Tornatore. Nella nuova versione restaurata, il regista premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso presentò otto inediti minuti del film girati dallo stesso Fellini.
  5. Il celebre attore Ciccio Ingrassia, che interpretava nel film il personaggio dello zio Teo, ricoverato in manicomio, decise di non ridoppiarsi in montaggio. Questo perché secondo lui il suo accento riminese era poco credibile e genuino. Il suo personaggio fu doppiato da Enzo Robutti.

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