E se vi dicessimo che Clint Eastwood era un rivoluzionario a 14 anni? Il Novecento è stato per il cinema italiano un secolo di meravigliose interpretazioni e personaggi straordinari. Hanno incantato il mondo intero eccellenti artisti tra cui il cineasta e sceneggiatore Sergio Leone. Considerato uno dei più grandi e influenti registi di tutti i tempi, si è reso celebre soprattutto per il suo modo di interpretare il genere western dando origine al cosiddetto spaghetti western. Ha influenzato con la sua arte tanti altri celebri registi tra cui Quentin Tarantino e Stanley Kubrick. Quest’ultimo non ha mai nascosto di aver ammirato il cinema di Sergio Leone che per lui fu di ispirazione per il suo grande successo, Arancia Meccanica.
Clint Eastwood rivoluzionario e le origini di Sergio Leone
Sergio Leone è nato a Roma il 3 gennaio del 1929 in via dei Lucchesi presso quello che viene indicato come Palazzo Lazzaroni. Una zona meravigliosa della città, a pochi passi dalla splendida Fontana di Trevi. Tuttavia le sue origini non sono esattamente romane. Infatti, suo padre Vincenzo, il cui nome d’arte era Roberto Roberti, è stato un regista e attore originario di Torella dei Lombardi in provincia di Avellino. Sua madre, Edvige Valcarenghi, conosciuta con il nome d’arte di Bice Waleran, era un’attrice di origini milanesi e austriache.
Di lui si conosce tutto per quanto riguarda l’arte cinematografica e la sua straordinaria capacità che ha permesso di proporre sul grande schermo delle pellicole ineguagliabili come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il West e C’era una volta in America. Tuttavia pochi sanno che all’età di 14 anni, in ragione delle sue forti idee antifasciste, decise di unirsi alla Resistenza per dare il suo contributo alla causa. La mamma, però, riuscì a dissuaderlo da questo suo intendimento e così iniziò ad appassionarsi soprattutto di cinema americano. Aveva in John Ford e Charlie Chaplin due miti e fonti di ispirazione,
La trilogia del dollaro e la nascita di una stella
Spesso è accaduto, nella storia del cinema italiano e internazionale, che si andassero ad inserire nel cast attori importanti per aumentare l’appeal e la fama del film. Probabilmente questo non è accaduto nel caso di Sergio Leone e della sua collaborazione con il grande Clint Eastwood. Quest’ultimo è un nome iconico del cinema hollywoodiano che tuttavia non ha caratterizzato in senso assoluto le pellicole che compongono la cosiddetta Trilogia del dollaro.
Ovviamente stiamo parlando di Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e di Il buono, il brutto e il cattivo. Tre pellicole di successo planetario nelle quali il principale protagonista è stato indubbiamente Clint Eastwood che ha rispettivamente interpretato il ruolo di Joe, il Monco e il Biondo. La domanda è se Clint Eastwood ha reso grandi questi film oppure la Trilogia ha reso famoso l’attore americano. Di certo è che prima della collaborazione con il regista romano, Clint era considerato un artista non di primo livello mentre successivamente è diventato una leggenda.
C’è da dire che quando si pensa a questi film il pensiero va allo stesso Sergio Leone, alle leggendarie colonne sonore realizzate da Ennio Morricone, a Gian Maria Volontè con il suo volto da “cattivo”, a Lee Van Cleef, a Luigi Pistilli e anche a Mario Brega che compare in tutti e tre i capitoli. Di certo c’è anche che Eastwood è diventato famoso nel mondo per aver interpretato il cosiddetto Uomo senza nome nella Trilogia del dollaro. Arriviamo quindi a un interrogativo marzulliano a cui non sappiamo dare risposta “è stato Eastwood a rendere più grande La trilogia del dollaro oppure La trilogia del dollaro a rendere più grande Eastwood?”. Che ne pensate?