A pochi minuti dalla sua morte, Silvio Berlusconi e il suo rapporto con il mondo del cinema e dei suoi alter ego filmici
Sembravano quasi un monito le parole di Tarantino di qualche tempo fa sull’intenzione di portare al cinema la figura di Silvio Berlusconi. Sì, perché il celebre regista e sceneggiatore di Pulp Fiction, nel mese di aprile a Milano, si era lasciato scappare una mezza intenzione di girare un film sul Cavaliere. Leggerle adesso, a poco meno di un’ora dalla sua morte, fanno uno strano effetto.
In questo momento fiumi d’inchiostro si sprecheranno per ricordare uno degli uomini, nel bene e nel male, più influenti della storia italiana degli ultimi cinquant’anni. Oltre a politica e calcio, il cavaliere ha fatto la storia della televisione nostrana, sempre nel bene e nel male, al contempo ispirando (eufemisticamente) numerosi registi italiani. Il Cavaliere di alcuni di loro è il frutto del tentativo di mostrare al pubblico l’uomo prima del politico.
Con tutta la serie di imperfezioni, di vizi e dissolutezze che l’uomo prima del Premier si porta dietro. Il più delle volte rappresentato al culmine del suo “regno” aureo, dai successi in politica a quelli nello sport e nella televisione. Ne esce fuori una figura conturbante, a volte ai limiti della manierismo. Ma anche vera. Più simile alla realtà di quanto si creda.
Tra le numerose caratterizzazioni di Berlusconi è bene ricordare quelle più memorabili e rappresentative che in alcuni casi, come quello di Servillo in Loro, sono vere e proprie interpretazioni da oscar. Dunque, tra i registi che più di tutti, nel male e nel male, hanno provato a rappresentarlo non possiamo non citarne due: Paolo Sorrentino e Nanni Moretti. Di quest’ultimo una delle descrizioni forse più terrificante è il premier interpretato da Elio De Capitani ne Il caimano, del 2006. Ma, sempre di Moretti, ancor prima, nel 1998, si parla di Berlusconi. Aprile è totalmente incentrato sull’ascesa politica del Cavaliere e sulle elezioni politiche del 1994.
L’altro cineasta che più lo ha rappresentato sul grande schermo è senza dubbio il premio oscar Paolo Sorrentino. Non necessariamente in maniera positiva, Loro è la pellicola che più di tutte mostra il Berlusconi umano. Perché racconta, appunto, la sua vita privata. La politica, i successi e gli eccessi sono accompagnati alla fragilità di un uomo al centro di tutto e il cui lo stesso mondo da lui creato lo sgretola pian piano senza che lui se ne renda nemmeno conto. Il film, con uno straordinario Toni Servillo, è diviso in due parti.
Ad aggiungersi, inoltre, alla folta lista di pellicole che lo ritrae, c’è il vincitore del premio speciale alla Mostra di Venezia, Belluscone. Una storia siciliana del 2014. Diretta da Franco Maresco, la pellicola racconta il particolare rapporto che Berlusconi aveva con la Sicilia attraverso gli occhi del protagonista, Ciccio Mira, accanito sostenitore del Cavaliere.
Ma è anche sul piccolo schermo che il personaggio di Silvio Berlusconi ha avuto “fortuna”. Nel recente 1994 con Stefano Accorsi, l’ex premier viene raccontato negli anni della Prima e Seconda Repubblica. E nei i documentari Videocrazy – Basta apparire di Erik Gandini del 2009 e nel successivo Silvio Forever di Roberto Faenza e Filippo Macelloni del 2011. E poi Draquila – l’Italia che trema di Sabina Guzzanti del 2010 e sempre della stessa regista e attrice, il satirico e antecedente Viva Zapatero del 2005. Tanto per citarne alcuni.
Insomma, nel bene e nel male, il Cavaliere ha sempre fatto parlare di sé. E come nelle sua lunga e prolifica carriera politica e imprenditoriale anche nel cinema e nella televisione ha avuto un ruolo da protagonista. Nel ruolo di sé stesso. Nel bene e nel male.