Una lunga intervista in cui la ballerina e attrice si rivela senza mezzi termini: il rapporto tra Carmen Russo e Federico Fellini e quelle pacche “amichevoli” sul set

La sempre bella e mai doma Carmen Russo ha rilasciato un’intervista per Repubblica, dove ha confessato alcuni dettagli del suo rapporto professionale con Federico Fellini: “Mi dava le pacche sul sedere”. Il compianto regista la chiamava “la Russina”. Aveva un appellativo per chiunque e una memoria di ferro: “Si ricordava il nome di tutti”. Il soprannome era dovuto a quei “fianchi stretti”. L’attrice e ballerina aveva un corpo che poteva piacere a Fellini, lo dice lei stessa e oggi non ha problemi a ricordare nuovamente quell'”amore di persona” che intercorreva tra loro. Lo aveva definito in questo modo ai microfoni di Fanpage.it proprio un mese fa. Lei aveva diciannove anni. Ammette che per “La città delle donne” fece “15 secondi” di lavoro, ma frequentò lo Studio 5 “per un mese”.

Fu l’occasione per assistere al set del regista e lo ricorda come un grande “privilegio”. Federico amava il tipo di donna che Carmen rappresentava. “Potevo piacergli”. Quando passava le dava “una pacca sul sedere, amichevolmente”. Ma lei era anche amica di “Giulietta Masina”, e non si andava mai oltre.

“A Miss Italia ho falsificato i documenti”

Nell’intervista si parla anche degli inizi, in particolar modo ha tirato fuori un aneddoto di quando aveva appena 13 anni e mezzo, ma si spacciò per una 16enne. “Ero arrivata in finale come Miss Emilia Romagna” e l’approdo al più importante concorso di bellezza italiano era ad un passo. Tuttavia “mi hanno scoperta e squalificata”.

Carmen Russo mamma: “Ma le persone si sono sentite autorizzate a rompermi le scatole”

Oggi Carmen Russo è mamma di Maria, avuta a 53 anni “con la fecondazione assistita”, evento che la rese “la donna più felice del mondo”. Ma non mancarono le malelingue e le critiche, provenienti da “persone che si sono sentite autorizzate a rompermi le scatole”. Quindi lo sfogo: “Ora nessuno fa più figli e io devo giustificare perché faccio una figlia? Ma diamo i numeri?”. Inoltre, osserva che questo era un desiderio elaborato e metabolizzato nel tempo, non un capriccio improvviso “di una mattina, appena sveglia”: “Era da dieci anni che ci provavo”.

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