Rocky II non era in programma, la storia sarebbe dovuta finire dopo il primo capitolo: ma Sylvester Stallone fu chiamato a tirar fuori un nuovo asso dalla manica. Tuttavia il sequel divenne realtà immediatamente dopo il successo inaspettato e imprevedibile del primo Rocky del 1976. Tutto cambiò improvvisamente, come dalla notte al giorno. E valeva per chiunque avesse lavorato dietro il progetto. La pellicola con minor budget aveva appena trionfato come miglior film agli Oscar. Era incredibile. L’idea di un seguito nacque immediatamente dopo la premiazione. Era inevitabile e stavolta il budget era alto.

Prima ero in cerca di lavoro e mia moglie lavorava come segretaria e all’improvviso nel 1977 mi sono ritrovato a dirigere l’orchestra degli Oscar e a ricevere offerte di lavoro in vari film” disse il compositore Bill Conti. “All’improvviso fu come un boom. Se andavamo in qualsiasi luogo in cui Rocky fosse uscito al cinema la gente urlava, acclamava e seguiva Sylvester“, disse il truccatore Michael Westmore.

Fu un fenomeno, tutti ne parlavano“, spiegava l’ex agente di Sylvester Stallone, Jeff Wald. Il produttore Robert Chartoff rivelò che quando finirono di girare il primo film, e dopo averne raccolto il successo, entrò da Gucci e comprò una penna placcata d’oro. Poi comprò un blocco note rivestito in pelle e scrisse sulla prima pagina dello stesso: “Ora crei il seguito“.

Vedi anche: SYLVESTER STALLONE COME ROCKY: LA STORIA DI CHI CE L’HA FATTA PARTENDO DA ZERO. LA SUA IDEA DA UN MILIARDO DI DOLLARI

Rocky II: il sequel è d’obbligo

L’entusiasmo era talmente forte che la storia improvvisamente iniziava a prendere forma, a crescere in dimensione e in volume. Se con la sceneggiatura del primo Rocky doveva finire tutto così, con il ritiro del campione alla fine, ora le idee diventavano tante e quando Bill Conti chiese alla produzione se fosse il caso di fare il bis, si sentì rispondere: “Ne faremo finché ce ne saranno“.

Sylvester Stallone dovette aumentare il suo impegno già notevole sulla realizzazione del film visto che continuava a scriverne la sceneggiatura, recitando in prima persona, e contemporaneamente scelse di dirigerlo. Una missione nuova e completamente più difficile. “Gli Studios erano desiderosi di realizzare un altro film di Rocky“. L’idea originale, secondo quanto detto dal produttore Irwin Winkler, “era di realizzare un film chiamatoToro scatenato‘”.

Toro scatenato esce grazie a Rocky II

Gli Studios però rifiutarono immediatamente: la situazione si era ribaltata, Rocky dominava la scena e si sarebbe fatto solo ed esclusivamente Rocky II. Tuttavia i produttori, Chartoff e Winkler, usarono “la carta Rocky II” per realizzare quattro anni dopo “Toro scatenato“. Secondo Winkler “senza Rocky non sarebbe mai esistito Toro scatenato“.

Rocky II è uscito il 14 settembre del 1979 in Italia e il 15 giugno dello stesso anno negli Stati Uniti

La difficile trattativa per il compenso di Stallone e del suo agente

Il poster originale di Rocky II

Stallone e Jeff Wald però in questo secondo film volevano staccare un bell’assegno alla luce del successo e dei grandi incassi. Il presidente della United Artists dell’epoca, Mike Medavoy, ha rivelato che l’agente di Stallone entrò nel suo ufficio preannunciando il sequel e avanzando la proposta di ricevere “un milione di dollari e il 5% degli incassi“.

Secondo anche le ricostruzioni di Wald, che giura di non averla presa “sul personale“, Medavoy si infuriò a tal punto da minacciargli di spegnergli “un sigaro sulla faccia“. Il presidente della United Artists non poteva proprio digerire la differenza di guadagno tra i 75 mila dollari ottenuti da Stallone per il primo film e la pretesa di chiedere sino ad 1 milione di dollari.

E poi “erano un sacco di soldi all’epoca“, aveva Medavoy nel documentario di History Channel dedicato alla saga di Rocky. “Esci dal mio ufficio!” disse a Wald. L’agente (di allora) di Sylvester Stallone, dal canto suo, riteneva lecita la richiesta visto che avevano guadagnato appena 75 mila dollari per aver scritto e interpretato, “e non solo“, il primo film.

Fu una trattativa difficile che andò avanti per mesi. Tuttavia a sistemare la situazione furono dinamiche esterne in quanto i capi della United Artists abbandonarono la casa per fondare la Orion Pictures. Così il nuovo gruppo dirigente trovò l’accordo con Stallone e il suo agente: “Credo che abbia guadagnato più di un milione dopo che ce ne andammo, gli andò bene” ha chiosato Medavoy.

Il regista non era disponibile: Avildsen era impegnato nella pre-produzione de “La febbre del sabato sera

Il regista del fortunato primo film della saga, John Avildsen, dovette rifiutare di dirigere il sequel e fu in quel momento che balzò nella testa di Stallone l’idea di mettersi alla regia. Non tutti si fidavano data la sua scarsa esperienza in merito. Tuttavia per l’attore non è stato un vero esordio visto che aveva già diretto “Taverna Paradiso“, anche se con scarso successo.

Sebbene dopo il primo film in molti dovettero ricredersi sul talento di Sly, stavolta però la missione si presentava davvero ardua. Anche Carl Weathers, l’interprete di Apollo Creed, ricordava la grande responsabilità di Stallone: “Doveva anche recitare e oltretutto scrivere“. Insomma, non c’erano i “guai” del primo film ma gli stessi non erano del tutto svaniti.

La fiducia dei produttori però era tanta, Stallone aveva ideato e scritto il primo film ed era già andata benissimo: “Non avevamo problemi ad affidargli la direzione del secondo“, confermava Chartoff.

Rocky II si fa: il cast è confermato

Il cast di Rocky II

Rocky II: l’incidente di Sylvester Stallone ancora prima di cominciare le riprese

Sly parallelamente doveva modellare il fisico per rendere la storia credibile e darle un giusto seguito. Cercò di asciugarsi definendo i suoi muscoli. Ma ancora prima di girare sul set subì un infortunio. Si lesionò il muscolo pettorale durante l’esecuzione di un esercizio di bodybuilding: la panca piana, con 100 chili di carico.

Dovette ricorrere a ben 160 punti di sutura. Il pettorale fu ricucito con un filo di nylon, dopo aver tagliato una parte di osso. “Ecco perché avevo queste vene così sporgenti“, disse Sly. Ed ecco perché doveva combattere con il cambio di guardia, poteva utilizzare solo la mano destra.

Come sempre, però, da un problema il set ne ricavava qualcosa di innovativo, geniale, per quanto magari poco veritiero come ha confermato lo stesso Stallone. “Cambiammo la sequenza“, ricordava nel documentario di History Channel.

Nel film è l’allenatore Mickey, interpretato da Burgess Meredith, a introdurre la strategia di cambiare la guardia, suggerendo l’idea a Rocky durante la visione del primo match di quest’ultimo contro il campione del mondo Apollo Creed. “Un grosso problema che però si risolse ancora una volta a tutto vantaggio del film“.

Rocky II: tutta un’altra musica rispetto al primo film

Con un budget di 7 milioni c’erano più ambientazioni, un cast più ampio e molte aspettative. Il primo film dovettero girarlo con un budget di 950 mila dollari. E soprattutto stavolta le riprese erano autorizzate e la troupe non doveva girovagare per la città, “come vagabondi“. Insomma: stavolta era tutta un’altra musica. Ed in tutti i sensi!

C’erano nove trombe e nove tromboni: l’orchestra era enorme“, ricordava il compositore Bill Conti che realizzò, in tempi record, la colonna sonora del primo film. Garrett Brown, l’inventore della steadicam, addetto agli effetti speciali di ripresa, apprezzava particolarmente il fatto che stavolta “non ci fosse un solo bagno“, come nel primo film.

La fama di Rocky, e parallelamente di Stallone, costringeva il set a dei cambiamenti che, come sempre, andavano a vantaggio del film. La persona e il personaggio erano ormai famosi: “Orde di persone correvano dietro di lui” ricordava Brown che lo riprendeva.

Sylvester Stallone e Rocky: di nuovo il parallelismo tra la persona e il personaggio

In Rocky II tutto è discendente. Se nel primo film la storia va tutta in crescita, nel secondo a tratti ci si chiede: “Perché?“. Le esitazioni del personaggio e l’incidenza della moglie Adriana, interpretata da Talia Shire, costringeranno Rocky ad esitare prima di accettare il re-match.

Come Rocky, anche Stallone era chiamato all’ardua prova di riconfermarsi. E ripetersi, si sa, è sempre molto complicato. In particolar modo nell’ambito cinematografico, la storia dei sequel lo racconta. Dopo il primo film Sly provò a fare altro con “Taverna paradiso” e con “F.I.S.T.“, ma andò male. Questo declino emerge anche in scena e l’attore ripropone quella sensazione di smarrimento, incorporando anche stavolta tratti biografici.

Infatti anche nel film, a pochi dal mesi combattimento, già tutti si erano dimenticati di Rocky. Fu ancora questo progetto a consacrarlo: ma stavolta definitivamente. Rocky II conclude con l’uscita dalla miseria del personaggio e dell’attore. Il finale, la vittoria della cintura dei pesi massimi, sancisce per entrambi l’inizio di una nuova vita: da vincenti.

Rocky II: l’allenamento

Gli allenamenti di Rocky non furono ritoccati particolarmente, dovevano essere sempre così: genuini, spontanei. Tuttavia la cosa più importante era quella di far trapelare l’energia rudimentale di una tigre vecchia scuola come quella del coach Mickey.

Per la scena della corsa di Rocky, con la folla al seguito, diretti verso la celebre scalinata del Philadelphia Museum of Art, compaiono ben 800 bambini che recitarono come comparse.

Rocky II: il combattimento

Avevamo un’intera struttura a disposizione“. Stavolta potevano effettuare inquadrature dall’alto e riprendere il pubblico, un aspetto molto importante. L’incontro ne risulta molto più spettacolare del primo film. Ed oltretutto i due attori sono ancora più freschi, muscolosi e preparati per simulare una disputa degna di intrattenere con quanto più realismo possibile.

Rocky II: il finale modificato

Quando Rocky alza al cielo la cintura il suo pensiero si rivolge ancora una volta ad Adriana, sua moglie (che sposa proprio in questa pellicola). Tuttavia Adriana è a casa con Paulie, interpretato da Burt Young, perché la scena è stata girata a mesi di distanza dal combattimento.

Una scelta forzata e anche rischiosa ma non c’era alternativa perché Talia Shire era impegnata in un altro film e non sarebbe potuta essere presente contemporaneamente a quando si sarebbero svolte le riprese finali. Anche stavolta però la scena è perfetta, come conferma un commosso Stallone nel ricordare quei momenti: “Adriana, ce l’ho fatta!“.

Anche lui ce l’aveva fatta in un film alla regia, ancora una volta spettacolare. Secondo molti appassionati Rocky II è più bello del primo, e secondo altri è il film migliore dell’intera saga. La storia era ancora avvincente e consacrava Stallone al cinema così come Rocky si consacra nel pugilato professionistico.

Rocky II è il secondo film campione di incassi nel 1979

Sotto solo a “Kramer contro Kramer” di Robert Benton, il secondo film di Rocky ottenne la medaglia d’argento negli incassi al botteghino guadagnando oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo. Il trionfo finale alla fine del film fece venire voglia al pubblico di assistere ad un ulteriore seguito per un continuo della storia.

La gente voleva un altro film: la posta in gioco continuava ad alzarsi per Stallone e per Rocky

Gli occhi del mondo erano ormai tutti su Stallone: la gente stessa faceva difficoltà a distinguerlo dal suo personaggio, dalla sua creazione. Tutti gli chiedevano qualcosa: “fa questo per me” ricordava il truccatore Westmore. “Era come se avesse vinto la lotteria da un miliardo di dollari“, aveva gli occhi del mondo addosso. Il personaggio e la persona sono diventati grandi.

La colonna sonora di Rocky II

A differenza del primo film stavolta nel ritornello di Gonna Fly Now c’è un coro di bambini che accompagna le celebri note. Il pezzo uscì il 25 agosto del 1979 e restò per cinque settimane nella Billboard 200, ovvero la classifica dei 200 nuovi album discografici e Extended Play più venduti negli USA.

Le altre curiosità

  • Secondo quanto dichiarato dallo stesso Stallone al New York Times, nelle sue prime scritture il sequel sarebbe dovuto andare ben oltre il pugilato. In una delle prime idee Rocky sarebbe diventato un politico e addirittura il sindaco di Philadelphia, dopo aver frequentato le scuole serali. Nell’intervista addirittura ipotizzò un terzo film in cui Rocky sarebbe tornato sul ring, abbandonando in via definitiva la carriera politica. In un’altra scrittura l’incontro tra Creed e Rocky si sarebbe dovuto consumare all’interno del Colosseo di Roma.
Sylvester Stallone con Chuck Wepner
  • Chuck Wepner, il pugile sul quale Stallone si ispirò per la sceneggiatura del primo Rocky, con il quale andò in causa e che risarcì senza mai rendere nota la cifra esatta, sarebbe dovuto apparire nel secondo film della saga con il nome Chink Weber. Tuttavia il pugile non riuscì proprio a farsi piacere sul set a causa della sua scarsissima performance, così l’idea fu bollata immediatamente. Stallone riutilizzò il nome Chinck Weber per la sceneggiatura di “Sorvegliato speciale” del 1989. Nel film il ruolo è interpretato da Sonny Landham.
  • Dopo Gigi Proietti del primo Rocky, dal sequel subentrò Ferruccio Amendola nel doppiaggio di Sylvester Stallone.
Il ritratto di Rocky
  • Il ritratto di Rocky che appare nel film è stato dipinto dall’artista statunitense LeRoy Neiman. Nella saga del pugile italo-americano lo vediamo nei panni del ring announcer nei primi tre film e fa un cameo in “Rocky Balboa” del 2006.
La Pontiac Trans Am nera e oro nel film Rocky II
  • Stallone aveva davvero acquistato l’auto che compra in Rocky II. Si tratta della Pontiac Trans Am color nero e oro che appare nella pellicola.
  • Da un articolo di Philly Mag emerge che nella scena della corsa di Rocky durante il suo allenamento, questi avrebbe percorso ben 48 km attraversando il cantiere del treno e la Little Italy prima di arrivare alla scalinata del Museo d’Arte di Philadelphia. Supponendo una velocità media di 13 km orari, avrebbe impiegato la bellezza di 4 ore.
  • In Italia il film venne rilasciato e messo in commercio con il nome “Rocky II: Redemption“.
Muhammad Ali con Roger Ebert
  • Il campione di pugilato Muhammad Ali si era talmente appassionato al primo film della saga che quando uscì il secondo capitolo organizzò una proiezione privata alla presenza del critico cinematografico Roger Ebert. Ali amava particolarmente il personaggio di Apollo Creed che nelle movenze e nei modi di fare si ispirava al grande campione.
  • Nel secondo capitolo della saga viene pronunciato per la prima e unica volta il cognome di Adriana (e parallelamente quello di Paulie): Pennino. Avviene durante la celebrazione del matrimonio in chiesa.
La famiglia “Balboa”
  • Il neonato bambino di Rocky e Adriana è il vero figlio di Stallone, Saergeoh, nato proprio in quel periodo.
  • Per l’editing del match finale ci sono voluti otto mesi di lavoro prima di soddisfare pienamente le esigenze di Stallone.
  • Rocky II ha vinto il premio come miglior film all’American Movie Awards e il Favourite Motion Picture al People’s Choice Awards.