Era il 1975 e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” uscì con poche aspettative: l’aneddoto esilarante su Jack Nicholson che non aveva compreso di trovarsi in vero ospedale psichiatrico
Premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes, Michael Douglas rilascia un’intervista in cui svela alcuni retroscena sulla sua carriera, tra cui quelli legati al film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, girato in un vero manicomio. Tra i tanti passaggi del botta e risposta si è parlato del film che gli ha recato maggiori problemi. “Nessuno voleva produrre Qualcuno volò sul nido del cuculo”, ricorda l’attore, produttore del capolavoro del 1975 con Saul Zaentz. Una pellicola che nessuno appoggiava eppure vinse “cinque Premi Oscar”, come ha ricordato a margine della premiazione.
“Io ho amato il film a scuola ma non avevo le capacità di girarlo, avevo appena 28 anni, ma ero sicuro che dovevamo trovare un vero ospedale psichiatrico e l’ho spuntata”. Il manicomio del film era un vero ospedale psichiatrico e gli attori potevano passare le loro lunghe sessioni sul set “con i pazienti”. Ma la cosa curiosa è che il protagonista del film, Jack Nicholson, era all’oscuro di tutto: credeva fermamente di essere accerchiato da attori. Il direttore aveva deciso di approvare la richiesta della produzione: girare il film con i pazienti della struttura presenti sul set.
La sfuriata durante la pausa pranzo: “Ma cos’è un vero manicomio?”. Douglas. “Capii che eravamo sulla buona strada”
Durante una pausa sul set, nel bel mezzo del pranzo degli attori, Jack Nicholson è impazzito letteralmente. “Ha preso il vassoio e lo ha lanciato, urlando: ‘Ma chi è questa gente che rimane nel personaggio persino quando mangia?”. Uno sketch esilarante e non programmato, ovviamente. Douglas fece un pensiero: “Quando ho visto che ha creduto che i residenti fossero attori mi sono reso conto di essere sulla buona strada”. L’attore ha risposto ad altre domande fugaci mentre la moglie Catherine Zeta-Jones e la figlia Carys lo affiancavano.