Nel film “Il traditore” di Marco Bellocchio, del 2019, la storia ruota attorno alla figura di Tommaso Buscetta, membro di “Cosa Nostra“, diventato poi collaboratore di giustizia. Il film è stato tra le selezioni per rappresentare l’Italia agli Oscar del 2020 nella categoria dedicata ai migliori film in lingua straniera.

Tuttavia non è rientrato nella shortlist. “Il traditore” è stato però molto apprezzato come testimoniano i premi e i riconoscimenti ricevuti. Si contano ben 7 Nastri d’Argento (tra i quali “miglior film” e “miglior attore protagonista“, Pierfrancesco Favino) e 4 David di Donatello (ancora “miglior film” e “miglior attore protagonista” tra questi). Inoltre la pellicola ha ottenuto quattro candidature agli European Film Awards e una ai premi César.

Il traditore: la distribuzione del primo trailer e la presentazione in anteprima al Festival di Cannes. Poi quel malinteso tra Montinaro e Favino sulla data di uscita: il 23 maggio

La prima videoclip del film è stata distribuita il 18 aprile del 2019 e il primo trailer il 10 maggio. “Il traditore” è stato presentato in anteprima mondiale alla 72esima edizione del Festival di Cannes. Il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 23 maggio del 2019, in concomitanza con l’anniversario di morte del magistrato Giovanni Falcone.

Scelta, quella di distribuire il film il giorno dell’anniversario di morte, non approvata in un primo momento da Giovanni Montinaro, il figlio di Antonio, il caposcorta di Falcone che perse la vita nella strage di Capaci. “Sinceramente l’uscita nelle sale il 23 maggio è solo marketing” scrisse Giovanni Montinaro sul profilo Instagram di Favino.

Da orfano di quella strage mi permetto di scrivere che è sinceramente offensivo“. In chiusura aggiunse l’ammirazione verso l’attore: “nulla di personale“, anzi “da ignorante in materia, la considero un attore fenomenale“. Tuttavia, dopo la precisazione di Pierfrancesco Favino, le parti si sono riappacificate. L’attore ha spiegato infatti che la data d’uscita era un omaggio agli uomini che persero la vita in quel giorno.

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Il traditore: riassunto e spiegazione scena finale

La trama ruota attorno alla figura di Tommaso Buscetta che nei primi anni Ottanta fiuta aria di guerra tra i corleonesi e le famiglie di Cosa Nostra, cosca della quale è affiliato. Dopo aver intuito lo scenario di sangue che avrebbe portato la bramosia di possedere il pieno controllo del territorio da parte delle famiglie in combutta, decide di fuggire dalla Sicilia.

Tommaso si rifugia in Brasile a Rio de Janeiro e continua a mandare avanti i suoi affari oltreoceano. Tuttavia in Italia avvengono i violenti scontri che aveva previsto, nei quali perdono la vita due dei suoi figli e il fratello. Buscetta comprende di essere diventato il prossimo bersaglio e, sebbene tenti in tutti i modi di nascondersi, viene arrestato e seviziato dalla polizia del Brasile.

Dopo aver ottenuto l’estradizione per tornare in Italia, Buscetta incontra il giudice Giovanni Falcone che gli garantisce la protezione dello Stato dopo essere diventato collaboratore di giustizia. Tommaso Buscetta si chiama fuori da “Cosa Nostra” della quale non riconosce più gli ideali e ha il desiderio di vendetta dopo la morte dei propri cari.

Negli interrogatori svela tutto lo scenario complesso e ramificato dietro ogni intrigo e affare illecito legato a “Cosa Nostra“. Grazie alle sue testimonianze, e a quelle di Salvatore Contorno, le forze dell’ordine organizzano alcuni blitz e si dà vita al Maxiprocesso di Palermo del 1986 che si conclude poi con severe condanne per circa 460 imputati.

Il finale

Giovanni Falcone viene assassinato nel 1992, Buscetta sceglie di presenziare, in onore del magistrato ucciso, per testimoniare contro Giulio Andreotti, accusato di partecipazione ad associazione a delinquere. Il finale ci svela un film che non eleva la figura di Buscetta che resta sempre un assassino e muore da tale nel 2000 negli Stati Uniti dove ormai viveva, a 71 anni.

Al contrario è Falcone che muore da uomo di Stato. Tuttavia è impeccabile la narrazione di Buscetta dell’omicidio, l’unico che confessa al giudice. Durante il film viene spesso interrotta per poi essere ripresa definitivamente solo nel finale. Buscetta non si è mai definito un pentito, ha sempre giustificato a se stesso di aver scelto di collaborare con la giustizia perché gli ideali di “Cosa Nostra” erano ormai ben lontani dai suoi.

Così il regista Marco Bellocchio sul film

Mi interessa il personaggio di Tommaso Buscetta perché è un traditore. Il traditore potrebbe essere il titolo del film. Ma in verità, chi ha veramente tradito i principi di ‘Cosa Nostra’, non è stato Buscetta ma sono stati Totò Riina e i Corleonesi. Come si vede, due modi diversi di tradire”.

L’interpretazione di Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta

Pierfrancesco Favino ha rivelato a Vanity Fair che per avvicinarsi al personaggio ha tenuto a mente una cosa: “tutto ciò che noi sappiamo di Buscetta” ha detto Favino, “lo sappiamo perché Buscetta voleva che noi lo sapessimo“. Tuttavia il tentativo dell’attore è stato quello di “scoprire ciò che lui non voleva che si sapesse“.

Non è stata una ricerca semplice, anzi piuttosto “pericolosa” che ha fatto entrare l’attore “in contatto con la realtà” che le ha permesso di comprendere al meglio “l’ampiezza delle risposte” che cercava. Quando “certe verità” le riferiscono “fonti attendibili“, si entra “a far parte del problema“. Quindi “qualcosa rischi e molto comprendi“.

Favino ha ammesso di aver appreso “una distinzione netta tra mentalità mafiosa e mafia“. La prima “non esiste solo in Sicilia, sopravvive da secoli ed è diffusa ovunque“, mentre la seconda “è l’organizzazione criminale“. Un aspetto che gli ha permesso di vedere “cose che sono diverse da come appaiono” e di guardare al Maxiprocesso “in un altro modo“. Si tratta di “segno, di linguaggio, di piani narrativi” perché “la mafia ha tanti vocaboli, tanti modi di esprimersi, tanti codici“.

Pierfrancesco Favino è ingrassato di 9 chili per la parte: “dovevo cambiare il modo di respirare

Per interpretare “Il boss dei due mondi“, così com’era soprannominato Tommaso Buscetta, l’attore Pierfrancesco Favino è ingrassato di ben 9 chili. “Un certo tipo di presenza” fisica “mi serviva a livello di respiro” ha ammesso Favino a Vanity Fair. “Il fisico rimanda subito al concetto di ruralità della mafia” ha detto.

Nel film “emerge questo gruppo di imprenditori agricoli che anche in alcuni dettagli fisici vengono svelati“. Ancora sul respiro, l’attore spiega “quando ingrassi ti cambia il modo di respirare e se ti cambia il modo di respirare cambia il modo in cui guardi gli altri. E anche gli altri ti guardano diversamente“.

All’inizio Bellocchio non era convinto di Favino nei panni di Tommaso Buscetta

L’attore ha rivelato a Vanity Fair che il provino non andò bene. Lo capì immediatamente e realizzò quando notò che il telefono non squillava più: “era tutto tranne che un buon segno“. Non si buttò giù, era “consapevole” di potersela “giocare meglio“. Così “sono ricorso a una mossa a cui non mi ero mai appellato nella vita” ha detto l’interprete di Buscetta.

Non volevo dirmi ‘non hai fatto tutto quello che potevi per raggiungere il tuo obiettivo’“. Quindi chiese un’altra possibilità al regista: “vorrei convincerti che posso interpretare questo ruolo” gli disse. Il resto lo conosciamo.

Il traditore: location e sceneggiatura

Il film è stato girato in Italia e in parte all’estero. Nella Penisola le riprese sono avvenute a Roma, Bracciano, Latina, Falconara di Licata e Palermo. Fuori dai confini nazionali la produzione ha girato le scene in America e in altri Paesi dell’Europa. A Rio de Janeiro e San Paolo per quanto riguarda il Brasile; Miami, restando oltreoceano; a Londra e a Colonia in Europa.

La sceneggiatura, scritta da Marco Bellocchio in collaborazione con Ludovica Rampoldi, Valia Santella, Francesco Piccolo e Francesco La Licata, ha richiesto più di due anni di lavoro e dedizione con undici stesure.

La critica

Sebbene il successo, i premi e i riconoscimenti anche a livello internazionale, la pellicola non è stata esente da critiche. Una delle più gettonate è legata al mancato filo conduttore cronologico nella narrazione, piuttosto scollegata. Sicuramente non è complice il tempo a disposizione per raccontare eventi accaduti a distanza di molto tempo. In particolar modo quelli riguardanti Giulio Andreotti.

Alcune critiche sono state poste sulla minor presenza di Giovanni Falcone rispetto a quella di Buscetta. Secondo le stesse sarebbe stato più appropriato rendere il magistrato il protagonista del film. La trama alla fine risulta avvincente ma ha il peccato di non chiarire poi molto gli eventi della Palermo degli anni di piombo.

Il traditore: il cast e gli incassi

Nella prima settimana di proiezione nelle sale il film ha incassato quasi 1,5 milioni di euro. In totale al botteghino “Il traditore” ha ottenuto 4,6 milioni di euro di incassi.

Il cast del film vede Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta; Fabrizio Ferracane nei panni di Pippo Calò; Fauso Russo Alesi interpreta il giudice Giovanni Falcone; Luigi Lo Cascio è Salvatore Contorno; Nicola Calì interpreta il boss della mafia Totò Riina.

Nel cast anche Maria Fernanda Cândido, Goffredo Maria Bruno, Giovanni Calcagno, Bebo Storti, Gabriele e Paride Cicirello, Elia Schilton, Alessio Praticò, Pier Giorgio Bellocchio, Rosario Palazzolo. Pippo Di Marca interpreta Giulio Andreotti. Presenti anche Marilina Marino, Maria Amato, Fabrizio Romano e Antonio Orlando.

Una serie TV in programma

Lo ha annunciato il produttore cinematografico Lorenzo Mieli nel luglio di due anni fa a “La Repubblica“: il film avrà una serie TV spalmata in più stagioni che racconterà le vicende di Tommaso Buscetta dal periodo vissuto in Sudamerica in poi, sino al Maxiprocesso.

Il traditore, dove vederlo in streaming: il film è su Netflix

Potete vedere il film sul catalogo della piattaforma di streaming Netflix. Vi basterà entrare nel sito da pc o nell’app da mobile e fare login. Qualora non foste abbonati al servizio di streaming, potrete scegliere un abbonamento da sottoscrivere tra quelli proposti e accedere al catalogo di Netflix, compreso il film “Il traditore“.

Altre curiosità:

  • Il figlio del regista Marco Bellocchio, Pier Giorgio, interpreta nel film il capo scorta Cesare. Pier Giorgio ha spesso lavorato con i genitori (sua madre è Gisella Burtinato). Esordì da bambino nel film “Vacanze in Val Trebbia” nel 1980 e in “Salto nel vuoto” dello stesso anno. Sul piccolo schermo è noto per la sua interpretazione di Errol Flynn in “La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa“.
  • La colonna sonora de “Il traditore” è stata composta da Nicola Piovani. Ha ricevuto in premio il Nastro d’Argento e il Globo d’Oro e la nomination ai David di Donatello con questo film. Il pianista e compositore vinse un premio Oscar per le musiche de “La vita è bella” nel 1999.
  • Il traditore” è stato l’unico film italiano presentato in concorso al Festival di Cannes del 2018.
  • Nel film è importante la figura della terza moglie interpretata da Maria Fernanda Candido. La donna rappresenta il lato oscuro di Buscetta della quale la sceneggiatura si è servita per raccontare questo aspetto del protagonista.

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