Al Pacino sulla sua partecipazione ne “Il padrino“: “Sono stato soltanto fortunato. Persone come Coppola facevano film, e io ho avuto delle opportunità“. Il 25 aprile del 1940 nasceva Alfredo, a New York. Vi chiederete chi sia. “In America la maggior parte degli italiani in realtà lo è solo per metà” mentre “io sono italiano al 100%” poiché “sono siciliano” ma con un po’ di “sangue napoletano“. All’anagrafe Alfredo James “Al” Pacino. Figlio di Salvatore Pacino e Rose Gelardi.

Il padre era un agente assicurativo e un ristoratore mentre sua madre era una casalinga originaria di Corleone. Prima di essere l’Al Pacino che conosciamo, l’appena ventenne Alfredo è stato un lustrascarpe, un facchino, un operaio e ha svolto molti altri lavori. Per sua confessione al New York Post: a venti anni viveva in Sicilia e vendeva la sua unica merce a disposizione: il proprio corpo.

Tuttavia, la mattina, al risveglio, “non mi amavo molto“. Al Pacino è anche questo. Un attore straordinario e una persona vera, sincera, che ha rivelato di aver rifiutato di andare agli Oscar per protesta. Una scelta influenzata dal tanto uso di droghe che ostacolavano la sua lucidità. Era un ribelle, all’epoca.

Il padre, Salvatore Pacino, abbandonò prestissimo il piccolo Alfredo e sua madre nel South Bronx a New York. Salvatore era figlio di immigrati siciliani provenienti da San Fratello, in provincia di Messina.

Il Padrino è al 52 esimo anniversario e a breve Al Pacino compirà 84 anni

Siamo vicini ad una data molto importante: infatti, il 21 settembre del 1972, dunque 52 anni fa, nelle sale italiane usciva Il padrino, che tuttavia fu distribuito il 15 marzo dello stesso anno in anteprima mondiale.

Il 25 aprile Al Pacino festeggerà i suoi 84 anni. Sono molte le iniziative per riportare sul grande schermo il capolavoro che consacrò la carriera del grandissimo attore. Nel 2022, per pochi giorni, era stato trasmesso il film in alcuni cinema e il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, stava provando a riportare l’attore in Italia. D’altronde, “già 20 anni fa era venuto qui per cercare i suoi lontani parenti“.

Al Pacino oggi: il racconto dell’attore sulla difficile gestione della “fama” con il primo film de “Il padrino” e le altre difficoltà con la produzione, nella vita privata e sul set

Nel 2021 è uscito il film House of Gucci, Al Pacino è Aldo Gucci nel film girato esclusivamente in Italia. Tra gli altri protagonisti anche Lady Gaga, Jared Leto e Adam Driver.

Di recente è tornato a parlare del film che gli diede tutto. Non è semplice per Alfredo riuscire a spiegarci “nel mondo di oggi” chi mai fosse davvero “allora“. Il film ebbe un “effetto fulmine“. Al Pacino divenne il volto de Il padrino. “Fu come se all’improvviso venisse sollevato un velo e io fossi finito sotto gli occhi di tutti“. L’attore ha ricordato che la “nuova identità” non era facile da gestire.

Una nuova realtà con la quale “fu difficile fare i conti“. Ha parlato della sua gioventù, una fase di vita in cui “ero abbastanza ribelle“, ad esempio ricordando quell’assenza alla notte degli Oscar. Dovuta sicuramente al suo atteggiamento sbarazzino tipico di un giovane di quell’età. Tuttavia, “avevo paura di andare” e poi “c’entravano le droghe“. Purtroppo queste ultime “ebbero molto a che fare con la situazione“.

L’attore non ha mai fatto mistero di ciò. Iniziò a fumare a soli nove anni e quattro anni dopo aveva già avuto esperienza con alcool e marijuana. Tuttavia, rimase sconvolto dalla morte per overdose di suoi due amici in età appena post adolescenziale. Il fumo è sempre stato un aspetto quotidiano molto presente per l’attore, che confessò di fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Disse che gli serviva per mantenere il suo tono di voce da scena.

Non fu l’unico a non palesarsi agli Oscar, “altri facevano così“, ricordando “De Niro, George Scott, Marlon Brando“. Dovete sapere che Brando non si presentò all’Oscar nel 1973 in segno di protesta per il trattamento subito dai nativi americani nel cinema. Nella stessa serata Pacino lo imitò per protestare sulla nomination come attore non protagonista. Al Pacino riteneva di essere maggiormente presente ne “Il padrino” rispetto a Marlon Brando, che vinse proprio l’Oscar come miglior attore protagonista.

Oggi Al Pacino riconosce che girare Il padrino per lui fu “come vincere la lotteria“. Tuttavia, non ci sono solo ricordi felici per l’attore. Infatti, a più riprese e specialmente in The Offer, la serie basata sui retroscena del film, ha detto che quel periodo era davvero stressante. Non fu solo questione di ansia da prestazione per le altissime aspettative sommate allo scetticismo della casa di produzione dinanzi ad un regista e ad attori praticamente esordienti. Infatti, pare che alcuni loschi individui si palesarono sul set per impedire di pronunciare la parola “mafia” nel film.

Si racconta che i capi delle famiglie mafiose americane del tempo cercarono in tutti i modi di impedire le riprese de Il padrino. Tuttavia, la produzione accettò il compromesso di rinunciare a esprimere quella famosa parolina. Sembrerebbe che per arrivare ad un accordo, alcuni membri di gruppi mafiosi si aggirassero sul set e addirittura apparvero in alcune riprese, specialmente quelle relative alle scene del matrimonio.

Al Pacino e Il padrino: dove tutto ebbe inizio

Al Pacino è considerato uno dei migliori attori del cinema mondiale. Ha vinto il premio Oscar con l’interpretazione del tenente colonnello Frank Slade nel film Scient of Woman del 1992, remake del film del 1974 “Profumo di donna“. Ha ottenuto nove candidature in totale. L’attore è ricordato in tantissimi ruoli che hanno fatto la storia del cinema, specialmente le interpretazioni di genere gangster. Tra queste appunto il ruolo di Michael Corleone nella trilogia de “Il padrino“; quello di Tony Montana in Scarface; Carlito Brigante in Carlito’s Way; Lefty in Donnie Brasco.

Il padrino trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, anche scrittore e sceneggiatore della pellicola con il regista Francis Ford Coppola. Proprio sul regista di recente Pacino ha raccontato un aneddoto davvero curioso. L’attore chiudeva la sua giornata lavorativa felice e sereno, abbastanza soddisfatto di come erano andate le riprese. Il sole tramontava e non faceva che ripetersi “bene, sei stato bravo oggi“.

Mentre si apprestava ad accasare quella sera, trovò a terra Coppola “che piangeva come un bambino“. Quando Pacino chiese cosa stesse accadendo, il regista disse “non mi daranno un’altra possibilità” in riferimento a una scena del film che non gli avrebbero permesso di filmare come lui desiderava. Al ha detto che proprio in quell’istante riuscì a comprendere realmente “che sarebbe stato un buon film“, grazie alla “sua passione“.

Il padrino fu un successo assoluto e ancora oggi primeggia nelle classifiche dei top film della storia del cinema. Il film incassò complessivamente oltre i 250 milioni di dollari. Non solo l’attore deve tutto al ruolo interpretato, anche la casa di produzione Paramount si riscattò con la pellicola e lo stesso Marlon Brando fu rilanciato. Il film venne trasmesso in versione serial nelle tv degli Stati Uniti nel 1977. Nel 1992 la distribuzione di VHS includeva scene inedite e, nel 2007, la Paramount Pictures ha distribuito una versione aggiornata con restauro e audio in Dolby Surround.

Agli Oscar il film ottenne 10 nomination, vincendo tre statuette come: miglior film, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Il primo e il secondo film della trilogia in particolare sono ritenuti tra i più grandi capolavori. Nel 1988, l’American Film Institute ha inserito il primo film della trilogia tra i top 100 degli USA di tutti i tempi, con un terzo posto che è diventato secondo il decennio successivo. Nella classifica IMDb, che si concentra esclusivamente sul voto degli utenti, sia il primo che il secondo film occupano il podio rispettivamente al secondo e terzo posto tra i migliori 250 film della storia. La rivista Empire ritiene Il padrino il primo in assoluto su un elenco di cinquecento film.

Vedi anche: Il padrino e Il padrino – Parte II nella classifica IMDb

Gli aneddoti su Al Pacino ne Il padrino: nessuno della Paramount lo voleva, ma Coppola fu decisivo. Anche Brando era malvisto

Il film è ricco di aneddoti, tuttavia oggi ci concentreremo prevalentemente sull’attore. Al Pacino nasce come un attore di teatro ed è proprio quel palcoscenico che lo promuove agli occhi di Coppola per la parte ne “Il padrino“. Il ruolo di Michael Corleone era imponente per un emergente o quasi, visto che alle spalle aveva un solo film. E questo fu il motivo per il quale Coppola dovette battersi molto con Paramount che di Pacino proprio non ne voleva sapere. Lo stesso attore era agli inizi e anch’egli non credeva molto in sé stesso.

I dirigenti della Paramount erano in bilico, l’economia non girava come doveva e il film che poi avrebbe rilanciato la casa di produzione, doveva essere perfetto. Ecco il perché dei dubbi sull’attore che a metà riprese era addirittura in procinto di essere licenziato. La Paramount avrebbe preferito Jack Nicholson o Dustin Hoffman. E storcevano anche il naso su Brando, al tempo la “pecora nera” di Hollywood.

Le prime scene girate al matrimonio non colpirono nessuno di loro in merito all’interpretazione di Al: “nulla di rilevante“. Tuttavia dopo la scena dell’omicidio di Virgil Sollozzo e Mark McCluskey, interpretati da Al Lettieri e Sterling Hayden, tutti cambiarono idea sul giovane Alfredo.

Qualche anno fa in una intervista Al Pacino rivelò di aver rivisto “Il padrino” di recente. Rientra anche per lui in uno di quei film che non smetti di guardare una volta iniziato. L’attore svelò di provare ancora emozioni nel riguardarsi. Sulla fama del film ha detto di aver conosciuto anche chi è bene a conoscenza della trama pur non avendolo mai visto. “Oh, ho sentito che c’eri tu nel film vero?“, già…

Il padrino è tratto dal libro di Mario Puzo: è una storia vera?

Il film è ispirato all’omonimo romanzo di Puzo uscito nel 1969 per la regia di un Coppola appena 32 enne e ancora sconosciuto, specializzato nei b-movie. Il materiale narrativo è enorme: la sceneggiatura di 300 pagine corrisponde a tre ore di pellicola e inoltre Coppola non può affrontare superficialmente il complicato racconto psicologico dei personaggi.

Tuttavia niente di tutto ciò ha mai scoraggiato il giovane regista. Il successo del film lo conosciamo e tante sono ancora oggi le frasi citate o le scene rimaste nell’immaginario collettivo. Tuttavia spesso ci si chiede se la storia del film è reale o meno. Dovete sapere che sebbene Vito Adolini, il vero nome del boss, sia un nome fittizio, la storia è tratta da persone realmente esistite. Parliamo dei boss dei clan e cosche mafiose attivi negli anni ’30 e ’40. Tra questi Carlo Gambino, Frank Costello, Lucky Luciano, Bugsy Siegel.

Coppola, Pacino e Diane Keaton erano tutti sconosciuti prima di girare “Il padrino

L’ansia da prestazione non era solo un problema del giovane Alfredo. Lo stesso regista, amico di Spielberg e George Lucas, aveva timore perché la materia era delicata. Sebbene fosse un lavoro complesso però come abbiamo detto Coppola aveva tutto chiaro quantomeno sui nomi e sui volti di chi voleva sul set nelle parti dei protagonisti. Non solo Pacino era apparso in un solo altro film ed era sconosciuto e snobbato dalla casa di produzione della Paramount. La stessa Diane Keaton veniva da una piccola parte prima di recitare come moglie di Michael Corleone. Anche nel suo caso il film la consacrò e la lanciò.

Altre curiosità

Al Pacino moglie

In molti si sono spesso chiesti negli anni, anzi nei decenni, chi fosse la moglie di Al Pacino o quali fossero i suoi flirt. Nonostante l’attore abbia sempre curato con discrezione la sua privacy, Alfredo è spesso stato sotto l’occhio di tutti i riflettori. Al Pacino non ha moglie, tuttavia con la stessa Diane Keaton nacque un legame che andò aldilà del set de “Il padrino” e il flirt durò per anni tra alti e bassi. Nel film del 1990, la chiusura della trilogia, non fu facile gestire sul set il rapporto tra i due, reduci da una separazione definitiva. La Keaton sperava in una relazione seria ma l’attore newyorkese era di un’altra idea. Anche la Keaton non si è mai sposata.

L’attore ha avuto numerose relazioni prevalentemente con attrici famose come la stessa Keaton ma anche Penelope Ann Miller, Jill Clayburgh, Tuesday Weld, Carol Kane, Marthe Keller. Al Pacino è stato impegnato in una relazione anche con Madonna. Dal 2011 è stato legato a Lucila Solà, attrice argentina. Il legame sentimentale è durato fino al 2018.

Gli inizi. Da respinto a presidente dell’Actors Studio

Al Pacino ha un’infanzia difficile nel noto quartiere criminale dei Bronx. Si innamora presto del palcoscenico e ha un debole per Shakespeare. Ha sempre detto di sentirsi “più vivo in un teatro che in qualunque altro posto“. Pochi crederanno che Al Pacino nasceva come stand-up comedian. Lo confessa lo stesso attore confermando che ogni volta che ne parla “nessuno mi crede“.

Negli anni ’60 l’attore fu respinto parecchie volte dal più noto centro di perfezionamento per attori, l’Actors Studio. Riuscì ad entrare grazie a Lee Strasberg, suo mentore e maestro. Oggi insieme a Harvey Keitel ed Ellen Burstyn ne è il presidente.

Al Pacino altezza

L’attore è straordinario in ognuno dei suoi ruoli, come abbiamo visto le parti da gangster lo hanno consacrato nella cinematografia mondiale. Può sembrare strano che dietro alle interpretazioni di personaggi talmente duri e a volte rudi, si celi un uomo fisicamente non imponente. Al Pacino si sa non è un omone, la sua altezza è di 170 cm. Dettaglio che non si è mai rivelato influente nella straordinaria carriera di Alfredo.

Al Pacino patrimonio

Il primo film della trilogia de Il padrino consacrò Al Pacino, tuttavia il guadagno fu solo di 35 mila dollari. Al pari di Robert Duvall, Diane Keaton e James Caan. Il sequel, da molti ritenuto uno dei pochi casi in un cui la pellicola supera il primo film, riuscì a guadagnare 600 mila dollari più il 10% sugli incassi. Parliamo di un equivalente di oltre due milioni e mezzo di dollari.

Il terzo film del 1990, sebbene sia quello ritenuto meno avvincente della trilogia, favorito però dalle cifre dei tempi moderni, riuscì a intascare la bellezza di 5 milioni di dollari. Tuttavia la sua richiesta era di due milioncini in più, ma Coppola minacciò Al di far morire il suo personaggio già dalle prime immagini se non avesse accettato i cinque milioni.

Sicuramente non è facile quantificare il patrimonio di un attore del genere ma basandoci sui guadagni nei suoi film diciamo che non parliamo di una cifra irrisoria, tutt’altro. Basti pensare che negli anni Novanta, per ogni ruolo interpretato dall’attore, riusciva a guadagnare non meno di dieci milioni di dollari aldilà della durata della parte. Questi erano i suoi guadagni, talmente era richiesto.

L’attore ha poi firmato un contratto che gli garantisce una busta paga di 10 milioni di dollari per ogni film recitato per la HBO. Con le cifre di oggi Al Pacino è arrivato a livelli stratosferici.

Nel recente film, The Irishman, L’irlandese, Al Pacino ha guadagnato ben 20 milioni di dollari

Il film, distribuito prevalentemente su Netflix (e in poche sale statunitensi), segna la prima collaborazione tra Alfredo e Martin Scorsese e ci riporta sullo schermo la coppia De Niro – Al Pacino. Presente anche Joe Pesci.

Si stima che il patrimonio di Al si aggiri sui 165 milioni di dollari.

Nel 1983 un altro capolavoro per Al Pacino con Scarface

Per il noto ruolo di Tony Montana, Al Pacino ha detto di essersi ispirato a Meryl Streep. Ciò che colpì particolarmente Al Pacino fu la maniacale cura dei dettagli di Meryl nel film La scelta di Sophie.

Probabilmente non sapevate che tutta la cocaina che il protagonista del film assume è in realtà latte in polvere che Al Pacino ha dovuto comunque inalare per interpretare al meglio la parte. Da quel momento l’attore ha detto di aver avuto alcuni problemi alle vie nasali. “Non so cosa sia successo al mio naso ma è cambiato“.

Tuttavia al tempo l’attore era talmente richiesto che gli veniva proposto di tutto. I suoi rifiuti hanno permesso ai suoi “sostituti” di lanciarsi in carriere straordinarie. Tra questi Bruce Willis

Non importava che fossi adatto o meno al ruolo” purché fosse Al Pacino. Pensate che gli era stato proposto il ruolo del mitico Harrison Ford nei panni di Han Solo in Guerre Stellari. Al Pacino declinò la proposta perché non aveva compreso bene la sceneggiatura del personaggio da interpretare.

Rifiutò altre parti come il ruolo di Travis Bickle interpretato poi da De Niro in Taxi Driver e quello poi recitato da Richard Gere in Pretty Woman.

Al Pacino sarebbe potuto essere anche Ted Kramer, interpretato da Dustin Hoffman che vinse il suo primo Oscar per la parte in Kramer contro Kramer del 1979.

Ho dato una carriera a quel ragazzo“, mittente Al Pacino, destinatario Bruce Willis. Quest’ultimo fu la seconda idea per il ruolo che lo ha lanciato nei film action: il poliziotto di Die Hard. Al tempo, come abbiamo visto, era facile essere la seconda scelta di qualcuno specialmente se si aggirava il nome di Al Pacino a Hollywood.

Il rifiuto del quale Al Pacino si è pentito di più è il ruolo di Bryan Singer ne “I soliti sospetti“. Al tempo stava girando Heat – La sfida.

Ai Golden Globe del 2021 Al Pacino è stato immortalato dalle telecamere con gli occhi chiusi e i social si sono scatenati. Probabilmente stava schiacciando un pisolino, poco elettrizzato dall’idea di vincere l’ennesimo Golden Globe in carriera.

Al Pacino ha realizzato quattro film in cabina di regia. Nel 1996 esordisce con il documentario Riccardo III – Un uomo, un re; allo scoccare del nuovo millennio prosegue con un film inedito da noi, Chinese Coffee; nel 2007 un altro inedito per il Belpaese, Babbleonia; e conclude nel 2011 con Wilde Salomé.

Heat – La Sfida: De Niro e Al Pacino

Robert De Niro, Michael Mann e Al Pacino

La collaborazione cinematografica tra Robert De Niro e Al Pacino nasce ne “Il padrino – Parte II“. Ventuno anni dopo i due erano ancora sul set insieme per Heat – La Sfida. Nella scena in cui il tenente Pacino e il rapinatore De Niro si incontrano per la prima volta al ristorante, gli attori pare che non fecero nemmeno una prova. L’idea era quella di rendere più credibile l’estraneità dei personaggi, sfruttando appieno la magia scenografica di due mostri sacri del cinema. Il risultato lo conosciamo.

Serpico, film del 1973

Al Pacino nel film è Serpico, il poliziotto che combatte la corruzione del dipartimento di New York. L’attore era così immerso nella parte che durante le riprese fermò un taxi avvisando il conducente che sarebbe stato arrestato per gli eccessivi fumi di scarico del mezzo.

Lui era fatto così, doveva entrare talmente nella parte che doveva viverle nel quotidiano. Ma forse nel 1961 andò oltre quando si fece arrestare per possesso abusivo di arma da fuoco. La giustificazione che diede fu quella di potersi immergere meglio nel personaggio da interpretare in un film.

Al Pacino il giorno dell’arresto

Il padrino 4

Spesso si è parlato di una possibilità di dare un seguito alla storia interrotta nel film del 1990. Lo stesso Coppola ha detto che “potrebbe benissimo esserci un Padrino 4“. Ma anche “5 o 6” tuttavia “io non li farò“. Il regista non ama tornare sui lavori precedenti. Sebbene “io” sia “un vecchio, ho sentito un senso di completezza dopo il primo“. Per Francis il primo film della trilogia aveva già tutta la storia “che avevo visto nel libro“. Si sarebbe parlato di un presunto coinvolgimento di Di Caprio, ma per ora sono solo voci.

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