L’intervista di Flavio Briatore, convalescente dopo l’intervento chirurgico al San Raffaele di Milano per rimuovere un tumore benigno

Negli scorsi giorni, attraverso un video sui social, Flavio Briatore ha confessato di essersi sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovere un tumore benigno: l’imprenditore si è operato in Italia e i detrattori non hanno atteso migliore occasione per puntare il dito anche in un momento così, sostenendo che la scelta sia ingiusta “visto che finora ha pagato le tasse in un altro Paese“. Briatore ha avuto modo di parlarne in un’intervista al Corriere della Sera:

“Intanto per curarmi a Milano ho pagato, non l’ho fatto gratis. E l’ho scelto perché pur avendo vissuto in America, a Londra, in Francia, il livello degli ospedali italiani resta il più alto”.

Ed in merito alle tasse, asserisce di pagarle in ogni Stato in cui possiede un’attività. Ma questi dovrebbero essere solo discorsi di secondo piano dinanzi al terrore della malattia. Flavio ha scoperto tutto dopo un normale controllo di routine. “Ero spaventato e pregavo – ha detto al Corriere -, ho tenuto duro in ospedale, pensando a mio figlio Falco”. Sono giorni di convalescenza dopo il ricovero di dieci giorni presso il San Raffaele di Milano. “Dopo che ti succedono queste cose ricominci a fare la vita di sempre, anzi, ora meglio di prima perché ho un cuore nuovo”. Ne esce fuori un imprenditore rinnovato, tornato ad apprezzare la vita da un altro punto di vista.

Un’esperienza che ha solo migliorato la qualità della propria esistenza, ma non è stato facile vivere con il timore dell’ignoto. Ad accorgersi della massa sospetta è stato il professor Zangrillo lo scorso 14 marzo: dopo il check up, il dottore ha deciso di intervenire d’urgenza. “Dovevo prendere dei beveroni per la colonscopia e la gastroscopia, ma il professor Zangrillo è venuto e ha interrotto tutto”. Il medico gli ha detto:

“Dobbiamo addormentarti per una verifica, dalla Tac abbiamo visto una cosa che non ci piace nel cuore”.

Al risveglio, “l’analisi era chiara: tumore benigno, da operare subito”. E così è stato. Dopo aver festeggiato il compleanno del figlio Nathan Falco, neo 14enne, Briatore è tornato in ospedale per farsi operare. Il figlio era in apprensione: “La sera dell’intervento ero completamente fuori uso, in rianimazione, e lui continuava a chiedere alla madre di potermi parlare prima di andare a letto”. Il giovanissimo si è tranquillizzato solo dopo il messaggio ricevuto dal papà, all’indomani.

“Voleva venire subito a Milano, ma non volevo che mi vedesse in quelle condizioni. Così gli ho chiesto di aspettare e di non saltare la scuola. È venuto domenica. È stato un momento molto emozionante, lui piangeva”.

Fortunatamente le cose sono andate per il verso giusto, ciò non toglie che in certi momenti “sei un po’ fatalista”. E Flavio Briatore è stato avvolto dal timore di non farcela:

“La sanità italiana ha centri di eccellenza a livello internazionale, con i migliori chirurghi al mondo. Quando hai la vita in mano a gente così preparata quello che succede è un po’ il tuo destino. In un’operazione a cuore aperto non puoi farci nulla, devi essere ottimista per forza: è la testa che ti aiuta a guarire”.

Questa intervista è anche il modo per trovare lo spunto per raccomandare l’importanza della prevenzione. Parallelamente, il noto imprenditore si è speso per sottolineare anche il “diritto universale alle cure mediche”. In questi giorni si è sentito replicare con “robe da ricchi”. Flavio non si è nascosto:

“È vero, siamo dei privilegiati. Dovremmo tutti poter fare i check up. Ci sono cose per le quali centro, destra e sinistra dovrebbero essere uniti e una è il diritto alla salute”.

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