La stoccata di Vasco Rossi nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Io ho mantenuto la residenza in Italia, è una vergogna non pagare qui”

“Non pagare le tasse è una vergogna”: è la stoccata che Vasco Rossi indirizza a molti personaggi noti oggetto di critiche per il fatto che gli stessi vivano all’estero e si rifacciano alla tassazione prevista nel Paese di residenza. Proprio ieri è tornato in campo il solito agguerrito Flavio Briatore in merito, bersagliato per essersi sottoposto all’intervento al cuore per un tumore benigno al San Raffaele di Milano. E poi c’è l’uomo del momento, Jannik Sinner, il padrone assoluto del 2024. L’uomo lontano dalle critiche, alle quali replica spiegando di aver scelto Montecarlo per una questione professionale. Per lui tanti elogi, ma anche qualche frecciata: la maggior parte di queste è indirizzata proprio al fatto che l’azzurro sia estraneo al fisco italiano, avendo la residenza altrove.

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, senza fare mai nomi (anche se sottintesi, oggi come non mai), il cantante ha voluto dire la sua in merito, portando come esempio la propria situazione fiscale. “Io sono italiano, fiero e orgoglioso di esserlo, e ho voluto mantenere la residenza in Italia. Voglio e debbo versare tutte le tasse al mio Paese”. Parole nette e pungenti, chiare. Il concetto dell’artista è palese: “Se guadagno, vuol dire che posso pagare”. E dinanzi all’eventualità di un’imposta sul patrimonio, “sono favorevole”, perché “chi ha di più deve dare di più”. Non solo: “Dovrebbero pagare le tasse pure le multinazionali, a cominciare dai padroni della Rete”.

Tasse e Sinner, perché Jannik vive a Montecarlo?

Il tennista aveva già spiegato lo scorso anno che preferisce la residenza di Montecarlo per “una scelta professionale, null’altro”. Lì Jannik trova una dimensione perfetta per il suo lavoro, “giochi all’aperto tutto l’anno, ci sono tutti i top player e i campi sono sempre a disposizione”. Facendo un parallelismo con il tennis, “sembra un Master 1000”. Gli fu chiesto se in Italia potesse allenarsi altrettanto bene giocando contro qualche connazionale, ma Jannik fu lapidario e tagliente: “Io devo pensare ad allenarmi nel modo migliore, sennò non progredisco”.

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