Dopo le ore 2.30 del mattino, Amadeus ha annunciato la vincitrice della 74esima edizione del Festival di Sanremo 2024: Angelina Mango, con il brano “La noia”

Bene, brava bis, e poi tris, e via così, perché ascoltare “La noia”, di Angelina Mango, riempie di felicità, dà ritmo, fa ballare anche i cosiddetti “tronchi di legno”: quello della figlia del compianto Pino (morto proprio dieci anni fa, quando lei ne aveva appena 12) è un brano interessante, il cui testo ha un significato che ha spiegato la stessa artista quando non sospettava minimamente di essere la vincitrice della 74esima edizione del Festival di Sanremo.

E fa niente che durante l’esibizione sia caduta, ci può stare: sa di fortuna. Baciata dalla fortuna. Ma anche dai meriti, sia chiaro. Troppo bella, troppo sincera, troppo simpatica per non innamorarsene al primo colpo. Una canzone che le calza a pennello e, come dice lei, rispecchia perfettamente la sua personalità. Angelina ha avuto il merito di aver dimostrato di saper vendere quel brano al massimo delle potenzialità. Metaforicamente, “La noia” è quell’abito che calza perfettamente sul corpo di un/una modello/a.

Brano e performance hanno rappresentato infatti il cosiddetto “matrimonio perfetto”. E non date retta a chi critica, quelli ci saranno sempre! La caduta, dicevamo. Possiamo tranquillamente definirla un “plus”? Perché no. Una ciliegina sulla torta: proprio lei, protagonista in tutto. Altrimenti ci si annoia, tanto per citare il futuro tormentone italiano (e non solo, sicuramente). Quell’inciampo, a pensarci bene, rappresenta la stretta di mano con il successo.

Corona il sogno di una notte magica, valsa quel mix di emozioni regalato al pubblico dell’Ariston non appena Amadeus pronunciava molto lentamente il suo nome. “Ang” e passavano gli istanti, mentre sul volto della bella cantante si formava un’espressione difficile da spiegare: commozione? Stupore? Gioia? La caduta, sì. Quel “difetto” artistico senza il quale il pezzo perderebbe valore, per assurdo. Come dice quel detto? Ah, sì: “Sposa bagnata, sposa fortunata”.

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La pioggia è la caduta, la sposa è lei, che celebra il matrimonio con il successo da grande star quale merita di essere. Questa ragazza ha solo 22 anni e una grinta da vendere. Per tutta la serata, si è avuta la netta sensazione che sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa, ma la finale era sua. L’aveva in pugno: in cuor proprio, tutti all’Ariston lo sapevano. Quantomeno lo speravano.

Senza nulla togliere agli altri. Geolier, un signore, Annalisa un po’ meno, ma ci sta. Anche lei, bella, ma evidentemente non al top. Radiosa sì, ma non altrettanto brillante di Angelina. Ripetiamo: niente avrebbe cambiato questo destino, nell’anno in cui ricorre il decennale dalla perdita del caro papà. E alla fine trionfo fu, ch’è ormai già storia. Angelina è la prima donna a vincere Sanremo dopo dieci anni di digiuno: l’ultima fu Arisa, che oltretutto si è esibita durante questo stesso Festival nella terza serata di giovedì, chiaramente da “non in gara”.

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Il testo di “La noia”

Quanti disegni ho fatto
Rimango qui e li guardo
Nessuno prende vita
Questa pagina è pigra
Vado di fretta
E mi hanno detto che la vita è preziosa
Io la indosso a testa alta sul collo
La mia collana non ha perle di saggezza
A me hanno dato le perline colorate
Per le bimbe incasinate con i traumi
Da snodare piano piano con l’età
Eppure sto una pasqua guarda zero drammi
Quasi quasi cambio di nuovo città
Che a stare ferma a me mi viene
A me mi viene
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Quanta gente nelle cose vede il male
Viene voglia di scappare come iniziano a parlare
E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male
Allora dico che è difficile campare
Business parli di business
Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti
Princess ti chiama princess
Allora adesso smettila di lavare i piatti
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Allora scrivi canzoni?
Si, le canzoni d’amore
E non ti voglio annoiare
Ma qualcuno le deve cantare
Cumbia, ballo la cumbia
Se rischio di inciampare almeno fermo la noia
Quindi faccio una festa, faccio una festa
Perché è l’unico modo per fermare
Per fermare
Per fermare, ah
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio perché morire
Rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire
Fa le gioie più grandi
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine
Sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Total

Il significato

A spiegare il senso di questo testo ci ha pensato la stessa Angelina in un’intervista:

“È un pezzo up, ma nella mia testa non lo è del tutto perché è molto emotivo, è una canzone autobiografica. E le canzoni autobiografiche possono essere tunz-tunz ma allo stesso tempo arrivare in modo verticale. Parla di me”.

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