Il ragazzo era latitante da diverse settimane: così, non perdeva occasione per vantarsi sui social network, in particolare su Facebook. Il 24enne è stato individuato a Olbia e arrestato

Clamoroso episodio in Sardegna, dove un ragazzo di 24 anni è stato arrestato dai Carabinieri nel centro di Olbia: il giovane era latitante da diversi mesi e se ne vantava su Facebook.
In questo modo, ha attirato l’attenzione degli inquirenti, che si sono messi sulle sue tracce e sono riusciti a individuarlo. Il 24enne sardo, originario di un piccolo paesino del Logudoro, è stato tratto in arresto nel pomeriggio di giovedì 18 maggio.
Al momento si trova nel carcere sassarese di Bancali.

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Il clamoroso autogol del giovane latitante che si paragonava a Totò Riina

Il ragazzo era latitante da diverse settimane: su Facebook si vantava e derideva le Forze dell’Ordine, che nel frattempo avevano avviato le ricerche, in breve tempo lo hanno rintracciato e arrestato.
Il 24enne sardo sui social si paragonava a celebri boss mafiosi: come alias si autodefiniva “Totò Riina“.
Non sapeva però che la polizia lo stava cercando e che quei post su Facebook rappresentavano un vero e proprio autogol. Infatti, tramite i post, gli inquirenti sono riusciti a individuare la posizione dalla quale scriveva ed è stato rintracciato e fermato dai carabinieri della Compagnia di Ozieri.

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I precedenti dell’ingenuo latitante

Il ragazzo era stato arrestato nel 2016, quando, ancora minorenne, era finito in manette per reati contro il patrimonio. Inoltre, durante il periodo di reclusione, il malvivente aveva seviziato un compagno di cella con un bastone, nel carcere minorile di Quartucciu.
Non contento, avrebbe anche incendiato dei mobili per creare scompiglio e tentare la fuga.
Dunque, il 24enne era stato condannato a scontare una pena di 4 anni e 9 mesi di carcere, inflitta con sentenza definitiva dal tribunale per i minorenni della Corte d’Appello di Cagliari.
Tuttavia, dopo la condanna, l’ormai ex latitante si era reso irreperibile: si spostava liberamente in tutta la Sardegna, ma non rinunciava all’uso dei social, che gli è costato caro.

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