Il Tribunale di Roma ha sfrattato Roberto Spada, 47enne boss dell’omonimo clan. Occupava abusivamente una casa popolare da 17 anni senza pagare le bollette

Roberto Spada è stato sfrattato dalla casa popolare di via Guido Vincon a Ostia, di proprietà del comune di Roma: il 47enne non pagava le bollette da 17 anni.
Lo sfratto è avvenuto nella giornata di venerdì 21 aprile: i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Ostia dopo l’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta del procuratore aggiunto Stefano Pesci glielo hanno comunicato, contestandogli l’occupazione abusiva e il furto di energia elettrica. Così, l’appartamento è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Il Tribunale di Roma ha così decretato lo sfratto del boss del clan Spada: già lo scorso marzo, lui e la sua compagna erano stati denunciati per furto aggravato di energia elettrica.
Infatti, Spada si sarebbe allacciato direttamente ad un altro appartamento, sfruttando la rete di fornitura del gestore.

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Dalla testata al giornalista all’assoluzione per omicidio: i precedenti di Spada

Roberto Spada era stato rinchiuso in carcere per 6 anni, accusato di violenza privata e lesioni aggravate con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa. Spada aveva colpito il giornalista Rai del programma Nemo, Daniele Piervincenzi, che lo stava intervistando.
Anche il suo “collaboratoreRuben Nelson Alvez del Puerto aveva ricevuto sempre una condanna di sei anni, giudicato però in un momento separato.

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Spada era invece stato assolto per l’omicidio dei due boss di clan rivali: Giovanni Galleoni, detto anche Baficchio e Francesco Antonini, detto Sorcanera.
I due erano stati uccisi a Ostia nel novembre del 2011. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo per il 47enne, che però era stato assolto.
Ora, Roberto Spada è stato sfrattato per aver occupato una casa popolare con la sua famiglia, senza pagare le bollette per 17 anni.