La morte del runner 26enne Andrea Papi sta facendo discutere molto. Ecco quando e perché gli orsi attaccano gli uomini: il parere dell’esperto
L’attacco di un orso ha ucciso il runner 26enne Andrea Papi: il caso ha sollevato molte polemiche, tra chi è favorevole all’abbattimento dell’animale e chi, invece, ritiene che sia inutile ucciderlo.
Il progetto Life Ursus, che dal 1996 ha gestito il ripopolamento degli orsi nei boschi del Trentino, è finito nel mirino degli accusatori.
Molti di questi esemplari, tra cui JJ4, l’orsa che ha aggredito e ucciso Andrea, rientrano nella categoria dei cosiddetti “problematici“.
Today.it ha intervistato lo zoologo del WWF Marco Antonelli, che ha espresso la sua opinione a riguardo e ha spiegato come comportarsi nel caso in cui ci si ritrova faccia a faccia con un plantigrade.
“Esistono diversi vademecum da seguire in caso di incontri con gli orsi. Ovviamente va ricordato che non è semplice mettere in pratica dei comportamenti quando ha un orso di fronte, ma è importante mantenere il sangue freddo. Se l’animale si trova a una distanza di 100-150 metri è possibile osservarlo, ma senza avvicinarsi oltre, per poi andare via una volta terminato. In caso di incontri ravvicinati la prima cosa da fare è segnalare all’orso la nostra presenza, anche parlando a voce alta. Senza urlare e fare movimenti bruschi, è necessario far capire all’animale che si trova in presenza di umani, dandogli modo di scappare. Per questo, in caso di passeggiate in montagna, è sempre consigliabile parlare o portare un campanello attaccato allo zaino, così da segnalare agli animali la nostra presenza ed evitare spiacevoli incontri”.
Dunque, secondo Antonelli, educare e sensibilizzare la popolazione e attuare le dovute misure di sicurezza, a partire dalla comunicazione, sono i primi passi per prevenire questo tipo di tragedie.
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Antonelli: “L’abbattimento deve essere sempre l’ultima opzione”
Anche lo zoologo Antonelli ha espresso il suo parere riguardo l’abbattimento dell’animale, affermando che la rimozione del singolo può essere accettabile nel momento in cui migliora l’accettazione della popolazione nei confronti degli orsi.
uttavia, ragionare di pancia dicendo che vanno uccisi tutti o spostati altrove non è una soluzione.
Infatti, sottolinea Antonelli, l’abbattimento deve essere sempre l’ultima opzione.
Nella gestione degli orsi esiste un protocollo che viene applicato nei casi di conclamati comportamenti pericolosi, che prevede la rimozione dell’esemplare, ma non ci si può che opporre a tutto il resto, a chi chiede di dimezzare la popolazione o mandarli via.
“Soluzioni populiste e semplicistiche, prive di logica”.
Le definisce lo zoologo, che sul progetto Life Ursus aggiunge:
“La densità di orsi nel territorio del Trentino occidentale è molto alta, motivo per cui è anche più alta la probabilità di incontrarli. Andrebbero creati dei corridoi ecologici per permettere agli orsi di espandersi verso le zone vicine, in Lombardia, in Veneto e in Alto Adige. Spostamenti che gli animai adesso non riescono a fare perché bloccati dalle autostrade, dalle ferrovie e dalle coltivazioni che ne impediscono l’espansione”
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Bear is black, fight back; bear is brown, lie down; bear is white, say goodnight
Intanto, in rete, circola un video di un ragazzo che combatte un orso, dopo che entrambi erano rotolati da un dirupo. L’animale viene attaccato dall’alto verso il basso con dei calci e l’assaltatore riesce a metterlo in fuga urlando disperatamente, a centimetri dalla morte.
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Il commento di un utente è molto eloquente:
Bear is black, fight back; bear is brown, lie down; bear is white, say goodnight
Se l’orso è nero, combatti da dietro; se l’orso è marrone, menti lentamente, ossia fingiti morto.
Se l’orso è bianco (polare), dì buonanotte: letteralmente, non hai scampo.